Gaetano Porcasi |
Oggi affrontiamo il tema “antimafia”, in maniera assolutamente alternativa,
con un artista che ha deciso di esprimerne i valori intrinseci attraverso la
pittura. Parliamo di Gaetano Porcasi, classe 1965, originario di Partinico (Pa).
Laureato all’Accademia delle Belle Arti di Palermo, ha insegnato per diverso
tempo discipline pittoriche, contribuendo incisivamente nella realizzazione di
percorsi didattici volti a sensibilizzare i giovani sui temi di legalità e
impegno civile. Gaetano riesce a far confluire mirabilmente nella sua arte tutti gli
stridenti contrasti della sua bellissima terra dilaniata da una lotta manichea
senza fine, in cui alla violenza barbarica di stolti individui, si
contrappongono la bellezza di una natura mitica, misteriosa e complessa e la
generosità degli abitanti, semplici e generosi. L’opera di Gaetano, che si definisce “pittore antimafia”, è caratterizzata
dalla continuità di contenuti, tanto da rientrare a pieno titolo nella
definizione di ”saga” di un’epopea eroica di quanti hanno sacrificato la propria
vita per la patria, il ripristino della legalità e l’estirpazione del fenomeno
mafioso.
La fucina di Gaetano si trova presso una delle abitazioni confiscate al boss mafioso Bernardo Provenzano, sede di un museo della memoria aperto nel 2010, che a oggi vanta la presenza di 15 mila studenti provenienti da tutta Italia. All’interno del museo si trovano circa 60 opere di Porcasi che raccontano la storia della mafia e dell’antimafia, ed è proprio il voler ricordare, attraverso la pittura, volti e i diretti riferimenti mafiosi, una delle ragioni per cui oggi lo “scomodo”.
La fucina di Gaetano si trova presso una delle abitazioni confiscate al boss mafioso Bernardo Provenzano, sede di un museo della memoria aperto nel 2010, che a oggi vanta la presenza di 15 mila studenti provenienti da tutta Italia. All’interno del museo si trovano circa 60 opere di Porcasi che raccontano la storia della mafia e dell’antimafia, ed è proprio il voler ricordare, attraverso la pittura, volti e i diretti riferimenti mafiosi, una delle ragioni per cui oggi lo “scomodo”.
Simona Mazza: Gaetano cosa vuol dire “pittura antimafia” e secondo te, un
artista che dipinge fatti di mafia, anche se non accusa direttamente nessuno ,
potrebbe essere vittima di minacce o ritorsioni?. ( Gaetano ha realizzato un
libro con Salvo Vitale in cui ritrae tutti i mafiosi)
Gaetano Porcasi: ti spiego . quando ho iniziato a dipingere tutto questo
era tabù. Secondo me si possono correre dei rischi. Tu forse non conosci la
mentalità del mafioso. Al mafioso da fastidio essere ricordato per quello che
ha fatto. Mentre il giornale lo leggi e poi lo butti; l’opera d’arte rimane
esposta per sempre.
Gaetano ha realizzato circa 30 dipinti che illustrano i giornalisti uccisi
per mano della mafia e in occasione della commemorazione del 19 Luglio ha
esposto le opere dedicate alle stragi di Stato a Palermo e Messina. Attualmente
sta progettando di portare le sue opere a Roma, grazie anche all’aiuto di
Antonio Turri, presidente dell’Associazione “Cittadini contro le mafie e la
corruzione”.
S.M : hai mai pensato di portare la tua arte in Tv?
G.P Certo che sì, peccato che la tv, soprattutto la Rai non faccia
vedere la pittura antimafia.
S.M La tua pittura è seguitissima dai giovani della tua provincia e non:
molti di essi hanno addirittura preparato delle tesine di maturità, aggiungendo
la pittura antimafia nel loro percorso. Quali sono oggi i canali migliori per
diffondere “veralmente” la tua pittura, considerando il fatto che i musei oggi
sono sempre più vuoti e che la tv non affronta il tema?
G.P La rete oggi rappresenta il sistema più veloce ed economico per far
conoscere il tema dell’antimafia e bisognerebbe denunciare l’omertà di certi
intellettualoidi venduti che cercano di affossare chi invece vuole uscire allo
scoperto.
L’ultimo lavoro di Gaetano rappresenta la “quinta mafia ” e
raffigura’Italia sottosopra, su cui tre pezzi della scacchiera decidono delle
sorti del Paese. Rappresenta forse la metafora del paese alla rovescia dove
prevalgono gli interessi degli apparati statali marci, rispetto all’ottica
della legalità e del buonsenso?
G.P E’ un quadro che fa riflettere molto. Sto dipingendo una serie di
Italie, in cui racconto il pericolo della mafia ormai infiltrata dentro
l’economia del Paese. La mafia, la quinta mafia è al nord. E’ lì che si decide
tutto, è lì che si trovano i capitali forti. Nel sud le mafie non ci sono più:
la vera mafia si trova da Roma in su.
S.M Cos’è “La quinta mafia?”.
G-P. In realtà il titolo è tratto da un libro di Marta Chiavari, ” La
quinta mafia. Come e perché la mafia al Nord oggi è fatta anche da uomini del
Nord”. La giornalista di Exit
Il libro parte dagli atti giudiziari di svariate indagini, ma fa tanti
passi in più sulle strade dell’hinterland milanese, della Brianza, del Pavese,
smontando diversi luoghi comuni sul Nord : Il Nord “immune” dall’attacco
mafioso, dove semmai ci sono “i colletti bianchi” che riciclano i soldi
sporchi, “. “La quinta mafia” ha peculiarità proprie e ha sviluppato un modo
nuovo di stringere rapporti con la società “pulite”, fatte da imprenditori,
politici e mazzettari. Speriamo che i mezzi espressivi alternativi di Gaetano riescano a far
breccia nei giovani e che magari essi trovino nell’arte il canale giusto per
evitare che sia la mafia ad arruolarli tra le fila del suo luttuoso esercito.
Simona Mazza
Da: canalesicilia.it
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