Antonino Zito, assassinato l'anno scorso |
I Carabinieri hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in
carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Termini Imerese, Sabina Raimondo, su
richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di Carmelo FERRARA,
classe ’80, Pietro MAZZARA, classe ’88 e Maurizio PIRROTTA classe ’85, tre
pregiudicati palermitani, residenti nella via del Bassotto del quartiere
Bonagia di Palermo. I tre arrestati sono gravemente indiziati di essere gli
autori dell’omicidio di Antonino ZITO. Le attività investigative furono avviate
già il 18 dicembre 2012, quando i familiari di ZITO ne denunciarono la
scomparsa: il giovane non farà mai rientro presso la sua abitazione. Alle prime
luci dell’alba, di mercoledì 19 dicembre 2012, un contadino segnalava, nel
territorio del comune di Santa Flavia, in contrada Spedalotto Valdina, una zona
agricola nei pressi dell’abitato di Bagheria, la presenza del corpo
carbonizzato di un uomo. Il cadavere, reso irriconoscibile dal fuoco, risultava
essere proprio quello di Antonino ZITO, identificato grazie ad alcuni tatuaggi
e, soprattutto, alla fede nuziale.
Carmelo Ferrara |
Il giovane palermitano era già noto alle forze dell’ordine per alcuni
precedenti penali, in quanto legato al traffico e allo smercio di sostanze
stupefacenti. Il corpo presentava, agli esiti dell’esame autoptico, un foro
alla testa, segno di un unico colpo di arma da fuoco, sparato dall’alto verso
il basso, risultato fatale alla vittima che si trovava, presumibilmente, seduta
o in ginocchio al momento dell’omicidio. L’autopsia escludeva dunque che
ZITO fosse deceduto per le fiamme che ne avevano avvolto il corpo, riconducendo
la combustione ad un momento successivo alla sua morte, verosimilmente ad opera
degli autori dell’omicidio, al fine di eliminare tracce del crimine e
ostacolare l’identificazione del cadavere.
Pietro Mazzara |
Le testimonianze dei parenti della vittima permettevano di localizzare la
presenza del congiunto, ancora in vita, nel tardo pomeriggio del giorno
precedente, martedì 18 dicembre, presso una baracca di ridotte dimensioni con
annesso gazebo, sita a Palermo in via Del Bassotto, angolo via del Levriere,
molto popolare e frequentata nella via del Bassotto di Palermo, ove venivano
somministrate cibo da strada, quali “caldume e frattaglie”, e bevande, la cui
proprietà e gestione riconducevano alla persona di Carmelo FERRARA.
Circostanza, questa, ritenuta sin da subito rilevante, nonché inscindibilmente
collegata alla scomparsa dello Zito poiché la perdita delle sue tracce, tra le
ore 18.30 e 19.00, risulta contestuale all’incendio che alle ore 18.45 avvolge
quello stesso gazebo, distruggendolo completamente.
Maurizio Pirrotta |
Le attività investigative, sviluppatesi principalmente nella periferia est
del capoluogo siciliano, notoriamente ostica alle forze dell’ordine e
contraddistinta da omertà e distacco rispetto alle Istituzioni, sono consistite
in tradizionali servizi di osservazione e pedinamento nonché in attività di
intercettazione telefonica e ambientale. Proprio le intercettazione, malgrado i
tentativi di elusione posti in essere dagli indagati, consentivano
di individuare, oltre al già citato FERRARA, anche le figure di Pietro
MAZZARA, cognato del predetto e Maurizio PIRROTTA. I tre, presenti nel chiosco
insieme a ZITO, nelle ore immediatamente precedenti alla scomparsa, mostravano
sin subito un interessamento sospetto sull’andamento delle indagini e
un’evidente preoccupazione per le numerose persone sentite dai Carabinieri nei
giorni successivi al rinvenimento del cadavere.
Le investigazioni sinora condotte portano a considerare che i tre abbiano
agito in concorso, uccidendo ZITO nel chiosco, utilizzando un’arma illegalmente
detenuta, allo stato ancora non rinvenuta, provvedendo poi all’incendio del
chiosco, per cancellare ogni traccia del delitto, dando poi alle fiamme il
cadavere sempre al fine di ostacolare eventuali indagini e impedire
l’identificazione. Sono ancora in corso serrate indagini per chiarire sul
movente dell’omicidio. Le indagini, inoltre, hanno fatto luce anche sui
traffici di stupefacenti nella piazza di spaccio di Bonagia, tuttora oggetto di
approfondimento investigativo.
Palermo, 29 luglio 2013
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