mercoledì, luglio 31, 2013

Dopo centoventi anni Corleone ha la via "Fasci siciliani"

La scopertura della targa toponomastica
CORLEONE - Un evento storico, atteso da 120 anni: Corleone ha finalmente la via "Fasci siciliani", il movimento politico-sindacale che, tra il 1892 e il 1894, organizzò in Sicilia circa 400 mila lavoratori. C'è voluto più di un secolo, ma da ieri una via del centro storico di Corleone è stata rinominata per ricordare questo importante movimento. Corleone, tra l'altro, è stato uno dei comuni più importanti del movimento dei Fasci siciliani. Al sodalizio di Corleone, infatti, aderivano oltre 6.000 lavoratori, come dichiarò lo stesso Bernardino Verro, presidente del Fascio cittadino. (GUARDA L'ALBUM FOTOGRAFICO)
Proprio 120 anni fà, il 30 luglio 1893, a Corleone si riunirono a congresso i rappresentanti dei fasci della provincia di Palermo e approvarono i "Patti di Corleone", che rappresentano il primo esempio di contratto sindacale scritto dell'Italia capitalistica.La cerimonia di scopertura della targa toponomastica si è svolta ieri pomeriggio, alla presenza del sindaco di Corleone Lea Savona, della segretaria nazionale della Flai-Cgil Ivana Galli, del segretario della Cgil di Palermo Maurizio Calà, del segretario della Flai-Cgil Sicilia Totó Tripi, del presidente di Corleone-Dialogos Cosimo Lo Sciuto, del segretario della Camera del lavoro di Corleone Dino Paternostro, del presidente della coop “Lavoro e non solo” Calogero Parisi, dell’ex sindaco di Corleone Pippo Cipriani, del coordinatore dei campi di lavoro antimafia Maurizio Pascucci, del presidente di Arci Sicilia Anna Bucca, del presidente dell'Anpi Sicilia Ottavio Terranova e del prof. Alessandro Garillli, ordinario di diritto del lavoro all'Università di Palermo. A scoprire la targa il sindaco di Corleone e la segretaria nazionale della Flai. Poi, nel salone della Casa del popolo costruita dai contadini di Bernardino Verro, si è parlato del significato dei Patti di Corleone. Sono un pezzo importante nell'evoluzione del diritto del lavoro in Italia. Ma sono importanti, come ha detto Garilli, perché per la prima volta i contadini si sono uniti a rivendicare i loro diritti. E i padroni non volevano cedere per non darla vinta ai Fasci. Quelle prime lotte per i diritti hanno spianato la strada allo stato sociale di oggi. Hanno partecipato alla scopertura della targa toponomastica e al dibattito sui Patti i soci della cooperativa "Lavoro e non solo" e i giovani volontari, provenienti da tante regioni d'Italia, che lavorano sui terreni confiscati alla mafia. Una presenza significativa, che lega memoria e impegno e consolida il percorso dell'antimafia sociale.
Dino Paternostro


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