La scopertura della targa toponomastica |
CORLEONE - Un evento
storico, atteso da 120 anni: Corleone ha finalmente la via "Fasci
siciliani", il movimento politico-sindacale che, tra il 1892 e il 1894,
organizzò in Sicilia circa 400 mila lavoratori. C'è voluto più di un
secolo, ma da ieri una via del centro storico di Corleone è stata rinominata
per ricordare questo importante movimento. Corleone, tra l'altro, è stato uno
dei comuni più importanti del movimento dei Fasci siciliani. Al sodalizio di Corleone,
infatti, aderivano oltre 6.000 lavoratori, come dichiarò lo stesso Bernardino
Verro, presidente del Fascio cittadino. (GUARDA L'ALBUM FOTOGRAFICO)
Proprio 120 anni fà, il 30 luglio 1893,
a Corleone si riunirono a congresso i rappresentanti dei fasci della provincia
di Palermo e approvarono i "Patti di Corleone", che rappresentano il
primo esempio di contratto sindacale scritto dell'Italia capitalistica.La
cerimonia di scopertura della targa toponomastica si è svolta ieri pomeriggio,
alla presenza del sindaco di Corleone Lea Savona, della segretaria nazionale
della Flai-Cgil Ivana Galli, del segretario della Cgil di Palermo Maurizio
Calà, del segretario della Flai-Cgil Sicilia Totó Tripi, del presidente di
Corleone-Dialogos Cosimo Lo Sciuto, del segretario della Camera del lavoro di
Corleone Dino Paternostro, del presidente della coop “Lavoro e non solo”
Calogero Parisi, dell’ex sindaco di Corleone Pippo Cipriani, del coordinatore
dei campi di lavoro antimafia Maurizio Pascucci, del presidente di Arci Sicilia
Anna Bucca, del presidente dell'Anpi Sicilia Ottavio Terranova e del prof.
Alessandro Garillli, ordinario di diritto del lavoro all'Università di Palermo.
A scoprire la targa il sindaco di Corleone e la segretaria nazionale della
Flai. Poi, nel salone della Casa del popolo costruita dai contadini di
Bernardino Verro, si è parlato del significato dei Patti di Corleone. Sono un
pezzo importante nell'evoluzione del diritto del lavoro in Italia. Ma sono
importanti, come ha detto Garilli, perché per la prima volta i contadini si
sono uniti a rivendicare i loro diritti. E i padroni non volevano cedere per
non darla vinta ai Fasci. Quelle prime lotte per i diritti hanno spianato la
strada allo stato sociale di oggi. Hanno partecipato alla scopertura della
targa toponomastica e al dibattito sui Patti i soci della cooperativa
"Lavoro e non solo" e i giovani volontari, provenienti da tante
regioni d'Italia, che lavorano sui terreni confiscati alla mafia. Una presenza
significativa, che lega memoria e impegno e consolida il percorso
dell'antimafia sociale.Dino Paternostro
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