Il comune di Capannori in Toscana |
L’otto
Maggio scorso sul suo sito/blog (molto bello e ben fatto ciaccimagazine.org)
Alessio Ciacci, fin a quel momento e per 6 anni Assessore all’Ambiente del
Comune di Capannori scrive: “La mia idea di politica è sempre stata e continua ad essere quella di
servizio per il bene della comunità, di continuo dialogo, studio dei problemi
del territorio e ricerca di soluzioni ed esempi virtuosi, di confronto e
arricchimento reciproco. Oggi purtroppo questo clima è cambiato, l’esperienza
amministrativa è profondamente segnata da fratture politiche generate ad arte.
Queste fratture rendono impossibile lavorare insieme ed escludono dalle scelte
parte importante dell’amministrazione. Non si può far finta di niente,
minimizzandole o interpretandole come difficoltà di carattere personale. Perché
tali non sono.” E da le sue dimissioni.
Il Comune di
Capannori in questi sei anni, grazie all’opera della sua giunta di sinistra, è
diventato comune all’avanguardia in Europa nel riciclaggio dei rifiuti ed è il
luogo generalmente citato da tutti coloro che guardano a nuove possibilità
nella gestione dei rifiuti, della cosa pubblica, del bene comune.
Alessio,
cosa è successo?
E’ difficile
da riassumere in poche righe, non c’è stato un solo atto scatenante ma
purtroppo una involuzione dei percorsi, dei processi e dei rapporti che ha
purtroppo portato me, un’altra assessora e la forza politica in cui siamo
cresciuti a fare questa scelta. Siamo partiti con grandi entusiasmi, abbiamo
avviato decine di positive progettualità, abbiamo fatto i conti con tante
difficoltà ma progressivamente abbiamo condiviso sempre meno l’operato
amministrativo.
Qual’è la
tua valutazione complessiva dell’esperienza di Assessore? Quali i momenti più
significativi?
Un’esperienza
senza dubbio eccezionale per intensità, che mi ha assorbito quasi completamente
per sei anni, con grandi soddisfazioni, decine forse centinaia di assemblee sul
territorio e fuori per condividere l’importanza della sostenibilità ambientale.
Abbiamo di fatto iniziato una strada che adesso stiamo costruendo con oltre
cento altri comuni che nel frattempo hanno aderito alla strategia rifiuti zero
e stanno aumentando sempre più. Sono arrivati tanti premi a Capannori in questi
anni ma i momenti più significativi sono stati sempre le assemblee sul
territorio, sempre molto partecipate, in cui abbiamo condiviso con la comunità
le scelte per il futuro e la necessità di una continua rivoluzione ecologica
che riguarda tutte le nostre abitudini. Forse non è un caso che proprio a
Capannori è nata la prima attività commerciale che in Italia vende solo ed
esclusivamente materiale alla spina, senza un imballaggio, e tutto di filiera
corta.
Cosa
rifaresti e cosa cambieresti?
Rifarei
tutto ciò che in questi anni ho fatto con enorme passione e dedizione,
cambierei ciò che non sono riuscito a cambiare, le dinamiche politiche che
hanno costruito muri di incomunicabilità tra chi ha partecipato a vario titolo
a questa esperienza amministrativa. Queste dinamiche sono nate per aumentare un
potere personale che invece secondo me non va concentrato ma al contrario
difuso e condiviso per aumentare la forza del cambiamento. Dopo 9 anni di
esperienza amministrativa Capannori poteva essere un laboratorio che
coinvolgeva centinaia e centinaia di cittadini invece purtroppo molti spazi di
partecipazione sono stati mortificati allontanando le persone e creando una
distanza troppo forte dal palazzo. Ad oggi tra pochi si discute del futuro di
Capannori quando invece il territorio avrebbe necessità impellente di passare
sempre più da una democrazia rappresentativa ad una democrazia partecipativa.
Un conto sono i progetti positivi come il Bilancio Partecipativo che abbiamo
adottato con successo un conto è mettere invece a sistema questo modello non
solo per un piccolo spicchio dell’amministrazione ma per tutta la propria
agenda politica.
A me pare
che a partire dalle piccole amministrazioni si possa tentare di fare qualcosa
di significativo. Direi di più: la politica dovrebbe ricominciare da lì: dai
comuni piccoli, dai quartieri: cosa ne pensi?
Assolutamente
d’accordo. Negli enti locali ci sono occasioni preziosissime per aprire spazi
veri di partecipazione, attraverso queste progettualità si può ricotrure un
rapporto, spesso purtroppo andato perso negli anni, tra politica e
cittadinanza, tra istituzioni e territorio, per condividere e compartecipare
alla scelte della comunità. Attraverso questi percorsi si dà forza alla parole
democrazia, si alimentano le consapevolezze e l’importanza dell’impegno di
tutti. Con tanti comuni che hanno condiviso questa impostazione politica
abbiamo fondato l’Associazione dei Comuni Virtuosi, uno strumento prezioso per
la condivisione di tante progettualità e per imparare sempre dagli esempi
altrui.
Quali sono i
tuoi progetti per il prossimo futuro?
Oltre a tornare al mio lavoro continuerò
sicuramente il mio impegno, così come prima della parentesi istituzionale,
nelle associazioni e nei movimenti che si impegnano per un altro mondo
possibile che dipende da tutti noi e che dobbiamo costruire giorno per giorno.
Continuo a girare l’Italia in tante iniziative in cui mi chiamano a condividere
la nostra esperienza capannorese e sarò impegnato nei prossimi tre mesi per la
raccolta firme all’importante Proposta di Legge Rifiuti Zero a cui tutti
possono contribuire contattando i propri referenti regionali dal sito www.leggerifiutizero.it.
Rifiuti Zero ci dicevano fosse un’utopia, oggi la stiamo costruendo e dobbiamo
far crescere sempre più questa strategia altrimenti, come ci dicono gli scienziati,
termineremo presto il pianeta in cui abitiamo.
Nessun commento:
Posta un commento