L'avveniristico aeroporto di Montevideo |
di Agostino Spataro
Sarà in visita in Italia dal 3 al 4 giugno
Questo che vedete sopra non è un UFO, ma l'avveniristico
aeroporto di Montevideo.
Vuole essere un omaggio al compagno José Pepe Mujica popolare Presidente della
Repubblica dell'Uruguay il quale, nei giorni 3 e 4 di giugno, sarà in visita in
Italia, a Roma e a Napoli. Un uomo vecchio ma lucido,
lungimirante; un presidente umile ed efficiente più di tanti giovani politici
spocchiosi, incompetenti e, talvolta, anche un pò venduti. Poiché, non è l'età che fa il
buon politico, ma sono le idee e i valori etici che lo contraddistinguono.
Il Presidente José Pepe Mujica |
I risultati sono sotto gli occhi
di tutti. Almeno di chi vuol vedere. L’America del Sud è l’unica regione di
questo mondo in recessione che, mediamente, cresce a ritmi abbastanza sostenuti,
secondi o pari soltanto a quelli della Cina.
L’Italia deve sentirsi onorata
di ricevere questo indomito combattente per la libertà e il progresso dei
lavoratori uruguayani; questo guerrigliero che, per 14 anni, ha subito le
torture e il carcere della dittatura militare. L’imprenditoria e il governo
italiani devono aprirsi di più alla collaborazione politica ed economica con
l’Uruguay, sostenere lo sforzo di questo piccolo Paese, per altro, con una
forte presenza di oriundi italiani.
Oggi, Mujica è il Presidente
dell'Uruguay uno dei pochi Paesi al mondo che cresce in equilibrio con la
società e con la natura.
Un simbolo vivente del riscatto sociale e democratico delle classi
popolari, un riferimento concreto, operativo di una sinistra che vince senza
rinnegare la sua storia, le sue idee, i suoi valori democratici e di libertà.
Mujica si è rivelato un
autentico difensore dei diritti umani e di quelli, più fondamentali, di Madre
Natura.
Un Presidente saggio, perfino filosofo,
che alla Conferenza sul clima di Rio de Janeiro esordì con queste bellissime,
semplici parole:
“questo iper consumo è
lo stesso che sta aggredendo il pianeta. I vecchi pensatori – Epicuro, Seneca o
finanche gli Aymara – dicevano: povero non è colui che tiene poco, ma colui che
necessita tanto e desidera ancora di più e più. Queste cose che dico sono molto
elementari: lo sviluppo non può essere contrario alla felicità. Deve essere a
favore della felicità umana; dell’amore sulla Terra, delle relazioni umane,
dell’attenzione ai figli, dell’avere amici, dell’avere il giusto, l’elementare.
Precisamente. Perché è questo il tesoro più importante che abbiamo: la
felicità!”
Un Presidente, vegetariano, che vive nella sua vecchia fattoria di
campagna, che dona il 90% della sua indennità presidenziale ai bisognosi e alle
organizzazioni di solidarietà sociale, che va in giro su un vecchio maggiolino
degli anni ’70.
Insomma, un Presidente che, nel mondo, tutti vorrebbero avere come... Presidente.
Un Uomo cui andrebbe senz’altro
il Premio Nobel per la Pace. A
Lui, il saluto e la fraterna amicizia dei lavoratori e del popolo italiani.
29 maggio 2013
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