La diga Garcia tra Roccamena e Contessa Entellina |
Sabato prossimo la diga Garcia sarà intitolata a Mario Francese, il
giornalista ucciso il 26 gennaio 1979 dalla mafia «per il suo coraggio e il suo
amore per la verità», come recita la lapide che sarà collocata all’ingresso del
grande invaso tra Contessa Entellina e Roccamena. Nel decreto firmato ieri
mattina dall'assessore regionale alle Risorse agricole Dario
Cartabellotta viene sottolineato il sacrificio di Mario Francese, che «con
le sue inchieste ha denunciato le infiltrazioni della criminalità organizzata e
le collusioni politiche ed amministrative nell'ambito dei lavori di realizzazione
del serbatoio artificiale, in località Garcia». Per l'uccisione di
Francese sono stati condannati i vertici della mafia dell'epoca. In un passo
della sentenza si lega il «movente dell'omicidio» allo «straordinario impegno
civile con cui la vittima aveva compiuto un'approfondita ricostruzione delle
più complesse e rilevanti vicende di mafia degli anni '70».
Alla cerimonia, in
programma alle 11, oltre ai familiari del giornalista, interverranno il
ministro per la Pubblica amministrazione Giampiero D'Alia, il presidente della
Regione Rosario Crocetta, l'assessore Dario Cartabellotta, il senatore Giuseppe
Lumia e il presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna, che ha lanciato
la proposta di intitolazione della diga a Francese, accolta dalla Regione
siciliana. Saranno presenti anche il presidente regionale dell'Ordine dei
giornalisti Riccardo Arena, il presidente della Commissione regionale Antimafia
Nello Musumeci e il condirettore del Giornale di Sicilia Giovanni Pepi. «Abbiamo
accolto con piacere la proposta di Legambiente per dare, attraverso
l'intitolazione della diga, un alto valore simbolico al cronista che, col
sacrificio della vita, ha compiuto un'approfondita ricostruzione di una delle
più complesse e rilevanti vicende di mafia di quegli anni», afferma
Cartabellotta. «Con questo piccolo ma significativo gesto – sottolinea Zanna –
vogliamo ricordare Mario Francese per il suo coraggio di scrivere sempre la
verità».Dino Paternostro
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