lunedì, giugno 03, 2013

«Io riattivo il lavoro». Ridare dignità alle aziende sequestrate alla mafia

Serena Sorrentino, segretaria nazionale Cgil
Presentate alla Camera 100mila firme: una legge popolare per garantire operatività alle imprese confiscate alle mafie e tutelare i lavoratori. L'inizativa promossa dalla Cgil: "E' una precondizione per lo sviluppo. Vigileremo sul percorso in Parlamento"
 "Abbiamo presentato e consegnato le oltre 100mila firme raccolte per una legge in dieci articoli per garantire l'operatività delle imprese sequestrate alla mafia, e per garantire i lavoratori". Lo ha detto oggi (3 giugno) alla Camera Serena Sorrentino, segretaria confederale della Cgil, durante la conferenza stampa di presentazione della campagna Io riattivo il lavoro. "Abbiamo incontrato la presidenza che ci ha espresso la vicinanza di Laura Boldrini al tema della legge. L'Italia ha bisogno di legalita' economica. E' la precondizione per lo sviluppo di cui il nostro paese ha bisogno", ha aggiunto Sorrentino. 
Tutelare i lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata. Offrire nuova vita a queste realtà economiche e produttive, valorizzando lo straordinario potenziale che hanno in dotazione. E' questo l'obbiettivo della proposta di legge di iniziativa popolare. La proposta vuole sostenere 10 articoli per modificare la normativa per il sequestro, la confisca e il riutilizzo dei beni mafiosi e introdurre misure per favorire l'emersione alla legalità e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate. E' stata promossa dalla Cgil insieme a associazioni come Anm, Libera, Arci, Acli, Legacoop, Avviso pubblico, Centro Studi Pio La Torre e Sos Impresa.

Lanciata lo scorso mese di ottobre, la campagna ha attraversato l'intero paese, raddoppiando così, nel giro di pochi mesi, la mole di firme necessarie (50 mila) per la presentazione di proposta di legge di iniziativa popolare, che hanno superato la quota 100 mila. L'obiettivo è rendere le aziende confiscate presidi di legalità democratica ed economica, capaci di garantire lavoro dignitoso e legale. La presidenza della Camera, spiega ancora Sorrentino, si impegna a "velocizzare l'iter procedurale per le proposte di legge popolari. Dobbiamo fare in modo che dove arriva lo Stato ci siano le condizioni per creare sviluppo e legalità". Ha parlato anche il testimonial della campagna, l'attore Paolo Romano: "La legge è da fare subito. Il mio ruolo - ha assicurato - sarà quello di fare da amplificatore per questa legge. Se un bene viene confiscato alle mafie lo Stato ha il dovere di farlo fruttare più di quanto faceva la mafia, non di farlo fallire. Vigileremo sul Parlamento affinché la proposta vada avanti".

La condizione in cui versano i lavoratori di queste aziende, nonché la sorte di queste ultime, è in alcuni numeri diffusi oggi. Le imprese confiscate in via definitiva, secondo numeri dell'Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, sono 1.708 mentre quelle sequestrate potrebbero essere dieci volte tanto. Quanto invece ai lavoratori coinvolti, ad oggi l'Agenzia, per sua stessa ammissione, si è dichiarata impossibilitata a quantificarne il numero. Facendo una stima al ribasso i lavoratori dovrebbero essere più di 80.000.

Dando per buone le stime dell'Agenzia relative al fallimento del 90% di queste aziende, il quadro che emerge è devastante: circa 72.000 lavoratori. “Abbiamo bisogno di una legislazione che sostenga l'attività di emersione alla legalità di aziende sequestrate e confiscate alla mafia”, ha spiegato oggi in conferenza stampa alla Camera il segretario confederale Cgil, Serena Sorrentino, sostenendo che “bisogna dare certezze ai lavoratori e rimettere queste aziende, queste realtà produttive, in un circuito di legalità”. La proposta di legge di 'Io riattivo il lavoro', secondo Sorrentino, offre quegli strumenti necessari “per dare ai lavoratori una prospettiva alternativa alla rassegnazione e dire loro che lo stato gli è vicino ed è promotore di legalità”.
Il messaggio quindi che la campagna e la proposta di legge vuole veicolare è che esiste un modo per combattere le mafie, ed è per l'appunto dare centralità del lavoro. Per questo la proposta di legge vuole promuovere strumenti di tutela per i lavoratori e per quelle stesse attività produttive sequestrate alle mafie. Elementi da non svilire e dissipare anche perché, come recita uno stesso messaggio della campagna, “le aziende confiscate alla mafia sono un bene di tutti”.

Ecco perché tutto ciò sarebbe possibile attraverso misure, in estrema sintesi, come: costruire una banca dati nazionale che ne tuteli la posizione di mercato, sostenere il percorso di reinserimento dei lavoratori, favorire la riconversione e la ristrutturazione aziendale, agevolare l’emersione dei rapporti di lavoro irregolari. Allo stesso tempo la campagna 'Io riattivo il lavoro' sostiene l'importanza di incentivare la costituzione di cooperative dei lavoratori disposti a rilevare l’azienda oggetto della confisca e favorire, per gli stessi, un adeguato percorso di formazione e aggiornamento. Sorrentino ha infine riferito che “la presidenza della Camera ha garantito un sostegno alla proposta di legge che, quando verrà calendarizzata e discussa, sarà allo stesso tempo sostenuta, fuori dal palazzo, da un'assemblea pubblica con i lavoratori delle aziende confiscate”. La campagna 'Io riattivo il lavoro' insomma non finisce ma seguirà l'iter della legge, stimolando il dibattito sul tema.

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