Il cartellone dei lavoratori di Telespazio |
L'azienda:
cassa integrazione per i 27 addetti
Telespazio
ha decretato la «morte» della stazione di telecomunicazioni dello Scanzano. Lo
ha comunicato ieri ai sindacati, riuniti nel coordinamento nazionale a Roma,
l'A. d. Luigi Pasquali. L'azienda, come riferisce Silvio Vicari, segretario
regionale della Uilm-Uil, «ha comunicato ufficialmente la volontà di aprire una
procedura di cassa integrazione straordinaria per cessazione attività». Il provvedimento coinvolge i 27 lavoratori della centrale ipertecnologica
inaugurata alla fine degli anni Ottanta dall'allora presidente della Regione Rino
Nicolosi. Personale per il quale, in realtà, l'azienda si è detta disponibile
ad avviare una successiva trattativa sull'eventuale reimpiego in altri siti del
gruppo «per non disperdere il valore di queste elevate professionalità
tecnologiche». Ma la Uilm-Uil «si è opposta a questa impostazione dell'azienda - dichiara
Silvio Vicari - e ha chiesto di fermare l'avvio della procedura di cassa
integrazione. Inoltre, ha chiesto di sollecitare un nuovo incontro al quale
partecipino la Regione siciliana e il ministero dello Sviluppo economico».
Recentemente, infatti, proprio i sindacati avevano proposto lo spostamento nella stazione di Scanzano di alcune delle antenne del Muos che fra tante polemiche gli Stati Uniti stanno installando a Niscemi. «Il luogo e le tecnologie si prestano benissimo e sono compatibili con i sistemi del Muos - spiega ancora il segretario della Uilm-Uil - sarebbe un peccato fare morire una struttura così importante».
m. g.
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