E’ l’ultimo giorno, ancora non ci rendiamo conto che domani ce ne dovremo
andare. Stamattina, come d’abitudine, ci siamo alzati presto per fare colazione
e siamo partiti per andare a lavoro nel campo di pomodori: lì abbiamo finito di
zappare qualche filare e tolto le erbacce. Ciò che ci è piaciuto
particolarmente di questo campo era il paesaggio circostante e, senza dubbio,
il vento che ci ha allietato rispetto ai giorni precedenti, essendo situato il
campo in alta collina.
Tornati alla cooperativa alle 12, come al solito, abbiamo consumato un
ottimo pranzo etnico cucinato dai nuovi volontari. Dopodiché, alle 17, ci siamo
ritrovati tutti nell’atrio per la verifica finale. Questa verifica consisteva
nel dire, uno ad uno, le nostre impressioni sul campo a partire da ciò che
avremmo modificato a ciò che invece ci ha maggiormente colpiti; da questo
incontro sono emerse molte cose interessanti e condivise da tutti. Per esempio
tutti siamo rimasti molto colpiti dalla complicità e dal rapporto forte che si
è instaurato tra noi membri del gruppo, dall’esperienza costruttiva del pranzo
in famiglia che ci ha dimostrato le tradizioni e un’accoglienza calorosa e
diversa da quella a cui siamo solitamente abituati. Tra gli aspetti
migliorabili, invece, abbiamo rimarcato che sarebbe consono avere maggior
riguardo per la manutenzione dei furgoni della cooperativa dal momento che ogni
giorno trasportano molte persone, che l’organizzazione dei turni di pulizie
avrebbe dovuto essere più precisa e più chiara ma comunque queste rimangono
piccolezze in confronto a tutta la positività che quest’esperienza ci ha
trasmesso.
Qui abbiamo conosciuto un sacco di gente interessante ed è sicuramente
stata un’esperienza molto formativa a livello morale, nonostante il duro lavoro
nei campi siamo stati appagati dalla consapevolezza che quest’attività ci sia
servita per una crescita personale. Sappiamo che il fenomeno della Mafia è
presente non solo in Sicilia ma in tutto il resto di Italia e il nostro
obiettivo e sogno è di riuscire a sconfiggerla e di esportare questo messaggio
anche nel nostro territorio rendendo noto questo progetto e coinvolgendo sempre
più persone. Quando siamo partiti per il campo molti dei nostri amici si
chiedevano perché avessimo preso questa decisione che a loro sembrava
incomprensibile non avendone chiaro il senso; il nostro obiettivo è quello di
riuscire a rompere queste convinzioni sensibilizzando tutti coloro che
pensavano “ma chi ve l’ha fatto fare ?!”
«Ora vi chiediamo di battere le mani per Peppino Impastato, per Giovanni
Falcone, per Paolo Borsellino, per tutte quelle persone che hanno dato la vita
per combattere la Mafia nel nostro Paese. Vi chiediamo di battere le mani per i
testimoni di giustizia, per gli eroi dimenticati da questo Paese; e vi
chiediamo di battere le mani per le ragazze e per i ragazzi delle cooperative
di Libera che ogni giorno fanno CENTO PASSI per questo Paese». (Modena City
Ramblers, concerto del 1 Maggio 2011)
Noi non ci sentiamo degli eroi per aver dato una piccola mano alla
cooperativa “Lavoro e Non Solo”, ma siamo comunque orgogliosi di noi stessi ed
appagati per aver contribuito alla lotta contro la Mafia.
Olivia & Stefano F.
26 giugno, corleone
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