Leo Criscione |
Certo nel ’65 forse non si parlava di cervelli in fuga, piuttosto di
cittadini del mondo. Ma Leoluca Criscione quando
salutò la Sicilia e soprattutto la sua Corleone, aveva in
testa quel chiodo fisso, che è un misto di nostalgia ed adrenalina e che tutti
noi poi avremmo provato nelle epoche successive a bordo di un treno, di un’auto
o di un aereo. Un chiodo fisso che in musica oggi è traducibile con il
meraviglioso arrangiamento di “Amara terra mia” interpretato da Nabil dei
Radiodervisch e che vi invito ad ascoltare prima di leggere la storia di questo
uomo di scienze figlio di quella terra.
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