Vincenzo Liarda |
Palermo 13 giugno 2013 - Il segretario della Cgil di Palermo
Maurizio Calà dichiara: «È indispensabile
individuare i responsabili della sfilza
di atti intimidatori indirizzati a Vincenzo Liarda, sindacalista della Cgil
delle Madonie, iniziati dopo la
mobilitazione sul feudo di Verbumcaudo, grazie alla quale si è vinta una
battaglia riportando il bene sottratto
alla mafia nelle mani dello Stato e della comunità, per la pubblica
fruizione. È necessario - ribadisce Calà - fermare le intimidazioni nei confronti di Liarda e di una comunità segnata anche da
altri fatto inquietanti, tra i quali il
recente scioglimento per mafia del
comune di Polizzi».
«La
solidarietà, la vicinanza e la tutela
della Cgil nei confronti di Liarda e della
popolazione vessata da condizioni sociali ed economiche difficili non
mancherà mai. Il nostro impegno per la
legalità su quel territorio continuerà in modo fermo assieme alle iniziative
per provare a dare un impulso per lo
sviluppo legale delle Madonie». Sabato
la Cgil parteciperà alla riunione indetta a Polizzi Generosa dall’assessore
regionale alle Risorse agricole, Dario Cartabellotta, per ragionare insieme
sulle possibilità di sviluppo economico
di quella zona. «Nella lotta alle illegalità e alla mafia - conclude Calà
- la repressione è fondamentale tanto
quanto la capacità di produrre sviluppo,
lavoro e diritti. È questo l’impegno che la Cgil si assume».
Il deputato regionale del Pd Fabrizio Ferrandelli,
vicepresidente della Commissione Antimafia all'Assemblea Regionale Siciliana, da parte sua, ha consegnato al Presidente della Camera Laura Boldrini un appello affinché
"lo Stato non lasci solo Vincenzo Liarda", il sindacalista della Cgil
minacciato 21 volte dalla mafia, che da stasera non avrà più la protezione
delle forze dell'ordine. "La revoca della scorta - dice Ferrandelli,
che ha lanciato questo pomeriggio l'allarme dopo aver incontrato Liarda - è un
brutto segnale. Nell'appello che ho consegnato alla Boldrini campeggia una
frase di Giovanni Falcone che dice: 'In Sicilia la mafia colpisce i servitori
dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere'". "Ho chiesto
al Presidente della Camera - conclude il vicepresidente dell'Antimafia
regionale - di impegnarsi affinché le Istituzioni proteggano un uomo che
quotidianamente si batte per lo sviluppo e la legalità".
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