di GIACINTO PIPITONE
In base alle regole dettate ieri dall’assessore, le amministrazioni in autonomia potranno «esternalizzare il servizio a terzi attraverso procedure di evidenza pubblica» o creare società miste
PALERMO. Via libera alle gare d’appalto dei Comuni per l’assegnazione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Con una direttiva di 8 pagine l’assessore Nicolò Marino ha dettato le procedure che superano definitivamente la gestione degli Ato. E derogano alle nuove norme, che prevederebbero la nascita delle Srr: enti di dimensioni più o meno provinciali che dovrebbero succedere ai vecchi carrozzoni gestendo il servizio e i relativi appalti per tutte le città e i paesi del territorio.
In base alle regole dettate ieri dall’assessore, i Comuni in autonomia potranno
«esternalizzare il servizio a terzi attraverso procedure di evidenza pubblica»
o creare società miste in cui «la selezione del socio privato avvenga mediante
gara con la formula del doppio oggetto». La terza chance offerta ai sindaci è
quella della gestione «in house» cioè attraverso una società interamente
partecipate.
L’appalto dovrà prevedere il servizio di spazzamento, raccolta e trasporto. E può essere assegnato da un solo Comune o da più Comuni che si consorziano. E qui arriva la vera e propria deroga alle norme approvate a fine dicembre: in quella legge si prevedeva la costituzione delle Srr (non ancora completata) e la realizzazione del Piano d’ambito che consiste nella individuazione delle regole per il territorio gestito dai nuovi organismi. In attesa di tutto ciò i Comuni possono ugualmente dar vita agli Aro (Ambito di raccolta ottimale) che devono avere un bacino di almeno 5 mila abitanti: sarà questa la porzione di territorio per cui verrà bandito l’appalto.
Gli Aro possono, appunto, comprendere un solo Comune o più di uno e devono tenere conto oltre che della densità abitativa anche delle caratteristiche morfologiche del territorio, della presenza di attività commerciali e dei «flussi di conferimento agli impianti» cioè della distanza da discariche e aree di compostaggio.
Per programmare tutto ciò i Comuni che costituiscono l’Aro devono anche predisporre un Piano di intervento che descrive dettagliatamente l’organizzazione che si intende dare al servizio. E soprattutto il personale da impiegare che dovrà tenere conto della clausola che impone di salvaguardare i livelli occupazionali dei vecchi Ato. Prima di bandire le gare i Comuni dovranno attendere che l’assessorato approvi questo piano.
Marino prevede che «le nuove gare bandite dai Comuni arrivino subito. A settembre infatti i vecchi Ato verranno definitivamente liquidati e quindi toccherà ai sindaci assegnare e gestire il servizio. Non tollereremo altri ritardi o carenze nel sistema».
Ma Marino ha anche annunciato un’accelerazione nella costituzione delle Srr che, al posto degli Ato, a livello provinciale saranno chiamate a gestire la fase della realizzazione degli impianti che dovranno ricevere i rifiuti dai vari Comuni: «Abbiamo commissariato i Comuni che non hanno ancora provveduto a costituire le Srr» conclude l’assessore.
L’appalto dovrà prevedere il servizio di spazzamento, raccolta e trasporto. E può essere assegnato da un solo Comune o da più Comuni che si consorziano. E qui arriva la vera e propria deroga alle norme approvate a fine dicembre: in quella legge si prevedeva la costituzione delle Srr (non ancora completata) e la realizzazione del Piano d’ambito che consiste nella individuazione delle regole per il territorio gestito dai nuovi organismi. In attesa di tutto ciò i Comuni possono ugualmente dar vita agli Aro (Ambito di raccolta ottimale) che devono avere un bacino di almeno 5 mila abitanti: sarà questa la porzione di territorio per cui verrà bandito l’appalto.
Gli Aro possono, appunto, comprendere un solo Comune o più di uno e devono tenere conto oltre che della densità abitativa anche delle caratteristiche morfologiche del territorio, della presenza di attività commerciali e dei «flussi di conferimento agli impianti» cioè della distanza da discariche e aree di compostaggio.
Per programmare tutto ciò i Comuni che costituiscono l’Aro devono anche predisporre un Piano di intervento che descrive dettagliatamente l’organizzazione che si intende dare al servizio. E soprattutto il personale da impiegare che dovrà tenere conto della clausola che impone di salvaguardare i livelli occupazionali dei vecchi Ato. Prima di bandire le gare i Comuni dovranno attendere che l’assessorato approvi questo piano.
Marino prevede che «le nuove gare bandite dai Comuni arrivino subito. A settembre infatti i vecchi Ato verranno definitivamente liquidati e quindi toccherà ai sindaci assegnare e gestire il servizio. Non tollereremo altri ritardi o carenze nel sistema».
Ma Marino ha anche annunciato un’accelerazione nella costituzione delle Srr che, al posto degli Ato, a livello provinciale saranno chiamate a gestire la fase della realizzazione degli impianti che dovranno ricevere i rifiuti dai vari Comuni: «Abbiamo commissariato i Comuni che non hanno ancora provveduto a costituire le Srr» conclude l’assessore.
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