Don Andrea Gallo |
GENOVA - Don Andrea Gallo, 84 anni, e' morto. Lo ha reso noto a Genova il
portavoce della Comunità di San Benedetto al Porto, Domenico Chionetti. Le
condizioni di salute del religioso si erano notevolmente aggravate negli ultimi
giorni. Innumerevoli i messaggi su facebook e twitter. Tra gli altri anche
quelli di molti personaggi della politica e dello spettacolo, da Nichi Vendola
a Laura Puppato, da Fiorella Mannoia a Piero Pelù. Il "prete di
strada" di Genova si é spento nel suo letto della Comunità da lui fondata
assistito da tutta la "grande famiglia" di San Benedetto al porto. A
vegliarlo, tra gli atri, anche i nipoti Paolo e Vittorio. "Il suo cuore ha
cessato di battere alle 17:45 - ha detto Chionetti -. Siamo tutti con il cuore
gonfio di tristezza".
"Si era visto già nel primo pomeriggio che le
condizioni di don Andrea Gallo erano estremamente gravi": questa la
dichiarazione ai microfoni dell'emittente ligure Telenord del professor Franco
Henriquet, presidente dell'associazione Gigi Ghirotti di Genova, che da giorni
assisteva don Andrea gallo. La situazione clinica di don Gallo, ha detto
Henriquet, è peggiorata in modo significativo negli ultimi giorni: "E'
stato improvviso. Dopo il ricovero al San Martino si pensava che le sue
condizioni fossero migliorate e invece in questi ultimi giorni sono
precipitate". A creare problemi è stato il cuore, a cui si è aggiunto un
versamento pleurico. Nella serata di ieri don Gallo aveva avuto un lieve
miglioramento: "Una fugace ripresa momentanea – ha spiegato il professore
-. Ha avuto ancora un momento di lucidità, ha riconosciuto i presenti, chi gli
era vicino. Poi però si è riaddormentato".
Nato a Genova il 18 luglio del 1928, don Andrea Gallo entro' nel 1948 nel
noviziato di Varazze, poi prosegui' a Roma i suoi studi filosofici. Quindi
missioni in Brasile, a San Paolo, dove compi' studi teologici, poi cappellano
militare sulla nave scuola Garaventa, riformatorio per minori. Fino a fondare,
nel 1975, la comunita' di San Benedetto al porto, ''aperta a tutti gli ultimi
del mondo'' usava dire. ''Questo libro stava per essere dato alle stampe quando
l'11 febbraio è giunto strepitoso l'annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI
- scrive don Gallo nel primo capitolo del libro, intitolato 'Povertà,
giustizia, pace' -. Un evento straordinario che ha scosso tutti. Non si
verificava da secoli. Nella serata burrascosa di quel lunedì, un fulmine ha
improvvisamente illuminato la cupola di San Pietro. Semplice coincidenza o
immagine premonitrice?''. ''Ora è arrivato papa Francesco a farci sperare di
nuovo in una Chiesa dei poveri - continua don Andrea Gallo -. Un sollievo dopo
tanta pena. Sapranno i cattolici accogliere l'invito inequivocabile e sofferto
a un rinnovamento radicale per ritornare a essere 'Lumen gentium, 'luce delle
genti', un popolo di Dio in cammino per annunciare il Vangelo di liberazione
per tutti, con il sostegno dello Spirito del Cristo risorto e vivo? Con l'elezione
di Francesco tutto è possibile. I primi segnali sono di rottura con il passato
e con un'idea di Chiesa arroccata e chiusa in se stessa. Le questioni che il
nuovo papa dovrà affrontare sono tante e gravi''. Quattro secondo don Gallo le
''parole chiavi'' per quello che dovrà essere ''il cammino di Francesco'': ''La
prima parola è 'partecipazione attiva'... La seconda parola è 'sinodalita''. Mi
auguro che la Chiesa diventi un cantiere aperto. La terza parola è 'ascolto':
dei precetti, da assimilare, proclamare, studiare, approfondire. La quarta è
'dialogo'''.
(ANSA, 22.05.13)
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