di Mario Mallia
L’autonomia della regione siciliana è il prodotto di
vicende storiche che affondano le radici nella storia particolare della
Sicilia. La Sicilia, per la sua collocazione geografica caratterizzata dal suo
essere una grande isola al centro del Mediterraneo, è stata una terra sempre al
centro delle vicende politiche europee fino a quando, con la scoperta e
conquista dell’America l’asse dell’economia- mondo non si è spostato nel Nord
Atlantico. Dalla costituzione del regno di Sicilia, ad opera dei normanni, fino
alla caduta del fascismo, la Sicilia ha sempre mantenuto proprie peculiarità
che hanno determinato un rapporto non lineare con le potenze che nel corso
della storia l’hanno dominata. Si può ben dire che la Sicilia oltre ad essere
stata parte delle tante configurazioni statuali alle quali è stata congiunta ne
è anche stata una controparte, almeno così si sono quasi sempre poste le sue
classi dirigenti costituite per tanto tempo dai baroni feudali e dalle elites
intellettuali ad essi collegati.
Le ragioni indipendentiste sono state
enfatizzate in diversi momenti della storia, infatti la rivendicazione
dell’Autonomia siciliana ha avuto l’andamento di un fiume carsico le cui acque
sprofondano nelle viscere della terra e riemergono in superficie in altri
tratti del suo corso. L’intellettuale e dirigente politico comunista italiano
Antonio Gramsci, uno dei più importanti uomini di cultura del novecento,
parlando della Sicilia l’ha considerata una quasi-nazione, a causa delle
caratteristiche storiche , politiche e culturali del suo popolo. IL fascismo,
avendo edificato uno Stato dittatoriale ed accentratore aveva tolto non solo la
libertà all’intero popolo italiano ma aveva anche spento ogni proposito
autonomistico siciliano. IL 10 e 11 Luglio 1943, tra Gela e Licata, sbarcarono
le truppe militari anglo-americane e la Sicilia fu il primo lembo di terra
europea ad essere liberata dal nazi-fascismo.
IL 25 Luglio dello stesso anno
Benito Mussolini rassegnava le dimissioni da capo del Governo italiano. Il
fascismo era crollato e la Sicilia era amministrata dall’AMGOT (amministrazione
militare anglo-americana). Il re Vittorio Emanuele III nominò Il generale
Pietro Badoglio nuovo capo del Governo italiano e l’otto settembre fu firmato
con gli anglo-americani l’armistizio che divennero , da quel momento, i nostri
alleati contro il nazi-fascismo. Nel Gennaio del 1944 in Sicilia ebbe inizio la
ripresa delle attività politiche dei partiti democratici antifascisti
coalizzati nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN). Esplose anche un nuovo
movimento indipendentista siciliano che voleva staccare la Sicilia dall’Italia,
nell’illusione assai velleitaria di agganciare la nostra isola agli Stati Uniti
d’America, facendone la cinquantesima stella. Si trattava, in realtà, di un
disegno reazionario che le forze politiche democratiche ed antifasciste
riuscirono a sconfiggere proponendo in alternativa uno Statuto dell’Autonomia
siciliana. I partiti democratici compresero che la via del riscatto e della
rinascita del popolo siciliano non poteva certamente essere quella offerta dal
movimento indipendentista. Per questa via la Sicilia sarebbe andata verso un
isolamento politico-istituzionale-culturale, sociale e civile che ne avrebbe di
certo ostacolato la crescita democratica. Contro l’avventura del separatismo si
impose, dunque, la solidità del progetto delle grandi forze storiche che
assieme avevano combattuto la dittatura fascista e assieme andavano
conquistando all’Italia intera la sua nuova ed autorevole dignità nazionale. Il
disegno separatista certamente sarebbe passato e avrebbe vinto se le forze
politiche democratiche ed antifasciste fossero rimaste isolate dal grande
fermento di rinnovamento civile e sociale che i partiti riuniti nei Comitati di
Liberazione Nazionale, ed ancora impegnati a quel tempo a liberare il paese
dalla tirannide nazi-fascista, andavano unitariamente maturando per l’avvenire
dell’Italia. Lo Statuto dell’Autonomia siciliana è stato emanato il 15 maggio
del 1946 con Regio Decreto Legislativo dal re d’Italia Umberto II. Quindi la
Sicilia divenne Autonoma prima che l’Italia diventasse Repubblica. Da questo
punto di vista lo Statuto siciliano ha anticipato, nelle intuizioni che lo
hanno sorretto, nella filosofia politica che lo ha determinato, nella strategia
che ha indirizzato coloro che lo hanno formulato, lo spirito autentico della
nuova Carta costituzionale dell’intera nazione. Infatti il 2 Giugno del 1946 si
svolse il referendum istituzionale per scegliere se mantenere la monarchia o
fare dell’ Italia una Repubblica democratica. L’esito fu a favore della
Repubblica. Nella stessa data del referendum fu eletta l’Assemblea Costituente
per redigere la nuova Costituzione italiana. L’Assemblea costituente concluse i
suoi lavori nel Dicembre del 1947 e la nuova Carta costituzionale entrò in
vigore il 1 Gennaio del 1948. Con Legge Costituzionale 26 Febbraio 1948 n° 2 lo
Statuto dell’Autonomia siciliana è diventato parte integrante della Costituzione
italiana. Con Legge Costituzionale del 31 gennaio 2001 n° 2 sono state
introdotte alcune modifiche istituzionali che ne hanno in parte ridisegnato la
forma di governo con la statuizione dell’elezione diretta del Presidente della
Regione.
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