Il saluto di Antonio Riolo |
"Perdiamo un amico e un punto di riferimento importante" ha scritto Susanna Camusso nel porgere il cordoglio della Cgil ai familiari di Francesco Renda e posso aggiungere che lui, come pochi, rimase legatissimo fino all'ultimo alla Cgil; del resto i suoi primi e decisivi passi li mosse nel secondo dopoguerra nella Federterra regionale ( amava ripetere che nella segreteria condivisa con Nicola Cipolla e Michele Russo erano poco più che ventenni), poi ispettore regionale della Federbraccianti, per passare,quindi, alla Camera del Lavoro di Agrigento( lì cementò l'amicizia con due straordinarie personalità del movimento comunista: Giuliana Saladino e Marcello Cimino)e,successivamente segretario regionale dei minatori e, nel 1956 segretario regionale della Cgil siciliana.
Negli ultimi dodici anni di assidua e amorevole frequentazione mi ha raccontato tutta l'importanza dell'esperienza vissuta nella Cgil e, spesso, ritornava sulla necessità di non smarrire, soprattutto oggi, il valore supremo dell'autonomia dai partiti politici e dell'unità sindacale."Antonio, non dimenticare mai di tessere la tela dei collegamenti con la società e, soprattutto, col mondo della conoscenza perchè la Cgil deve, prima di agire, conoscere la realtà sociale."E in questi moniti,sovente, si accompagnavano la voce e lo sguardo di ntonietta Marino che sapeva sempre dare il giusto incoraggiamento: In via Onorato, in quella officina del pensare e del fare, ho accompagnato i segretari generali della Cgil siciliana che si sono succeduti da Aldo Amoretti a Mariella Maggio e, scusate la presunzione, son sicuro che Renda avrebbe salutato con piacere il nostro giovane Michele Pagliaro sulle cui spalle ricade il gravoso impegno di condurre tutti noi in un viaggio difficile, in questa Sicilia maroriata dalla "crisi globale" e sempre più lontana e sola. L'officina Renda non ha mai chiuso, ha funzionato fino a due settimane fa; Francesco mi aveva chiesto di organizzare un ariunione per mettere mano ad una rivisitazione del suo libro "Sicilia e Mediterraneo"(Sellerio,2000) e, l'otto maggio scorso(ironia dellasorte, il giorno delo compleanno di Antonietta) Nicosia, Figurelli, La Rosa Lo Monaco, Vicari ed io avremmo dato avvio a quel lavoro. Francesco Renda ha avuto modo, negli ultimi anni, di arricchire la casa editrice della Cgil (Ediesse) con tre opere( le prime due sotto forma di dialogo col sottoscritto,"Portella della Ginestra e la guerra fredda", "Liberare l'Italia dalle mafie"e "Storia del Primo Maggio") che hanno ripreso in pieno l'insegnamento di Giuseppe Di Vittorio: fare con onestà il bilancio delle cose fatte e di quelle che non si è riusciti a fare, per realizzare così un ampio momento di partecipazione democratica dei lavoratori al cambiamento riformista della società. E, a tal proposito,ha scritto Guglielmo Epifani: "possiamo essere ancora una volta grati a Francesco Renda per avere messo a disposizione di tutti noi queste tre opere scritte per potere essere lette da lettori specialisti e non specialisti."Francesco mi ha insegnato ad amare la libertà di pensiero e guardare al futuro avendo come stella un'utopia. Era molto preoccupato e contento, al tempo stesso, per il nuovo incarico che ricoprirò in Cgil e, segnatamente,il lavoro presso l'Istituto di ricerche economico sociali della Cgil nazionale. Ad Adriana, negli ultimi giorni, ha detto che temeva il mio essre "disordinato", tradotto il monito, che porterò sempre con me, significa: concentrati sulle cose da fare evitando inutili dispersioni di energie.Ma l'impegno che vogliamo assumere,oggi e qui, Michele Pagliaro e tutta la Cgil siciliana è di continuare a scavare nel patrimonio inestimabile di un uomo che mi piace ricordare(lo dicevo anche a Marcello, Emilio, Silvia) come "uomo miniera", una miniera che nella letteratura siciliana ha dato frutti universali come "letteratura sulfurea" e nei tantissimi scritti di Francesco Renda ha dato e darà il giusto insegnamento alle future generazioni che, se vorranno,potranno cambiare la Sicilia, cambiamento che, ripeteva sempre Francesco, doveva riguardare il nostro modo di essere siciliani, i nostri comportamenti.L'anno scorso, il giorno dopo i festeggiamenti per i suoi novanta anni( segnati dal lungo e affettuoso colloquio che lui ebbe con Emanuele Macaluso, colpito e commosso quando ieri gli ho dovuto comunicare la morte di Francesco) mi ha voluto leggere poche righe della sua "Autobiografia politica": "senza utopia, senza progetti-speranza di cose grandi da fare in un futuro prossimo venturo, nella storia del genere umano non si è mai fatto nulla di nuovo. E il tempo che noi viviamo non è la fine della storia." Ed è con queste parole e con quelle scritte ieri nel messaggio di cordoglio ai familiari dal Presidente della Repubblica, onorevole Giorgio Napolitano, che vorrei, a nome di tutta la Cgil(investita come non mai da un gravoso compito) salutare un irripetibile combattente, un uomo che ha amato lavita( i figli, la nipote, Vittoria, Mario ed io ne siamo testimoni) fino all'ultimo respiro. Tutti noi saremo accompagnati dai insegnamenti nell'azione di ogni giorno. Grazie Francesco, grazie di cuore! Un abbraccio speciale e leale accompagni il il tuo viaggio a Mazzarino, dove Antonietta ti sta aspettando.
Antonio Riolo,
segretario regionale Cgil Sicilia
Palermo,13 maggio 2013
Palermo,13 maggio 2013
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