di SIMONA MAFAI
Nata
e cresciuta in una famiglia palermitana con ascendenze nobiliari, Giuliana
Saladino aderì al PCI nell’immediato dopoguerra, a diciotto anni. Era un
periodo di grandi passioni e speranze, e un’intera generazione colta confluì
nel PCI. Tra gli altri anche Marcello Cimino, giovane storico di grandi
speranze, con cui Giuliana si sposò e visse tutta la vita.
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Inizialmente si lasciò coinvolgere nella organizzazione
delle donne, ma progressivamente la vita
di partito le risultò troppo stretta.
Ella aveva bisogno di indagare, capire, discutere, contestare, senza
lacci ideologici o, peggio, burocratici. Scrivere con verità - fu il suo modo
di agire per una società migliore. Cominciò a lavorare nel quotidiano
palermitano “L’Ora”, prima come segretaria di redazione, poi in ruoli sempre più importanti fino a
diventare una delle colonne portanti del giornale. Condusse inchieste sulla
vita della città, sulle donne di Palermo e di Catania, sugli emigrati, sul
terremoto del Belice, sui partiti politici siciliani, e, naturalmente, sulla
mafia.
Alla truce (e mai risolta) vicenda De Mauro, il giornalista de “l’Ora”,
sequestrato sotto casa e mai più ritrovato, dedicò nel 1972 il suo primo libro:
“De Mauro, una cronaca palermitana”.
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Nel
1957, dopo i fatti di Ungheria, non rinnovò più la tessera del PCI. Uscì dal
Partito senza clamore, ma non rinnegò l’esperienza fatta, illuminando – con
grande sincerità – le asprezze della strada scelta: i vicoli ciechi, le
deviazioni obbligate, i pantani della politica – ma anche le ineguagliabili
atmosfere di lotta popolare, di speranza, amicizia e solidarietà. Sono i temi dei suoi successivi libri: “Terra
di rapina” (1972) e “Romanzo civile” (pubblicato postumo). Nel 1976, sull’onda
di un periodo di grande risveglio della coscienza pubblica in Sicilia (che
aveva contribuito alla bocciatura
nazionale del referendum contro il
divorzio) collaborò alla stesura di un libro collettivo “Essere donna in
Sicilia”. Quando un gruppo di donne palermitane si lanciò nell’avventura di un
periodico femminile autogestito, Mezzocielo (1991), Giuliana regalò loro una sua
periodica colonnina di commenti politici “dalla parte delle donne”.
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Al
“pessimismo dell’intelligenza”, Giuliana affiancò sempre “l’ottimismo della volontà”. Disse una
volta: Bisogna comunque battersi, con le armi che si
hanno. Come negli ospedali in Africa. Gli strumenti non sono adeguati, mancano
i bisturi; forse non ci sono nemmeno lampade e perfino le fasce sono poche; ma bisogna cercare di salvare le vite umane, anche
senza ferri adatti, anche senza luce.
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Davanti
alle stragi di mafia, si fece protagonista del movimento della società civile
palermitana per il ripristino della legalità: prima animò il cosiddetto “popolo dei fax” per richiamare
ai suoi doveri il Presidente della Repubblica; poi, sviluppando un’idea della
figlia Marta, mise in piedi il Comitato dei lenzuoli, che investì tutta la
città e che col piccolo breviario dei “Sette consigli scomodi”, troppo presto
dimenticato, indicò la strada della responsabilità personale di ciascuna e
ciascuno per arrivare a contenere e debellare il fenomeno mafioso.
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Partecipò
con entusiasmo alla campagna elettorale del dicembre ’93, per il rinnovo del consiglio
comunale di Palermo – e dopo le elezioni accettò di ricoprire la carica di
Assessore alla Cultura nella Giunta Orlando, e in questa veste coordinò il
primo Incontro nazionale dei periodici
femminili autogestiti. Successivamente si dimise; le delusioni che certamente
aveva incassato e che avevano determinato l’abbandono, le tenne per sé.
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Tornò ai
suoi libri, alla sua campagna, alle interminabili e fertili discussioni con i
propri amici, all’amore discreto, mai invasivo, per le figlie Giuditta e Marta,
le sorelle, i nipoti. Le amiche di
Mezzocielo le mandarono - l’8 marzo 1999
(era già malata) un foglio pieno di auguri e di firme. Poche settimane
dopo, moriva.
Bibliografia:
De Mauro, una cronaca
palermitana, Feltrinelli
ed., 1972
Essere donne in Sicilia, collettaneo, Editori Riuniti, 1976
Terra di rapina, Einaudi ed.1977
Romanzo
civile, Sellerio, ed. 2000
Chissà
come chiameremo questi anni, Sellerio ed. 2010
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