I volontari a Portella con Calogero Parisi |
Volontari Arci Tavarnelle Val di Pesa
e Comitato Soci Coop Amelia –Unicoop Tirreno
e Comitato Soci Coop Amelia –Unicoop Tirreno
Una riflessione su Portella di Sara, 20 anni
Io non so come l’aria si forma, ma so come l’aria condensa e fa spazio ad
una densità sociale ancora più ampia. Io non so perché cade la pioggia, ma
riconosco il momento in cui la terra sputa fuori da sé le lacrime raccolte nei
giorni di guerra.
So cosa significa capire e allo stesso tempo non capire ciò
che non hai vissuto, e so cosa vuol dire sentire e insieme non sentire le
sensazioni e le esperienze marchiate a fuoco sulla pelle di persone che hanno
alzato la testa e hanno gridato “ basta”. Posso conoscere i fatti
di cui non ho provato su di me la vera ingiustizia. Ma, anche
l’uomo che non sa ha le capacità di vedere; di vedere le cose che si trasformano
e diventano limpide, di vedere i colori più semplici trasformarsi nelle
sfumature più belle e complesse. E una cosa semplice è vedere tante persone
tutte insieme; la cosa complicata è osservare come queste si abbracciano senza
toccarsi, come esse ondeggiano, mentre sentono l’odio che brucia e la
solidarietà che s’accende.
Questo è accaduto oggi e questo è ciò che accade quando una folla che
non è solo pubblico si riunisce in un luogo che ha visto la paura impadronirsi
degli occhi di chi c’era; ma anche un posto, che ha visto la partecipazione con
la “P” maiuscola e la lotta per diritti che non c’erano e che ancora oggi si
perdono; un posto che ha visto il coraggio, la forza di protestare, il
tentativo di affermare un amore che ama l’uomo e non se stesso. Non si
descrive la mente di un uomo che spara su un bambino, la fuga da un luogo senza
uscita, il momento in cui ti giri e vedi un compagno cadere.
Possiamo solo inchinarci di fronte alle morti innocenti di Portella;
possiamo solo tacere di fronte a chi testimonia l’inferno di quel giorno,
possiamo solo unirci come fossimo un solo corpo, senza distinzioni.
Non siamo più madri, padri, figli, studenti, disoccupati, sposati, felici,
ansiosi, depressi; siamo solo terra e ricordo, siamo l’espressione della
libertà che ci appartiene. La libertà è piantare fiori fra le spine e non
lasciare che abbassino la corolla. La libertà è non smettere di attraversare
questa terra. Non si può riportare alla vita, ma si può permettere che altra ne
nasca in memoria di quella scomparsa.
Sara, 20 anni , volontaria dell’ARCI TAVARNELLE V.P
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