La presidente della Camera Laura Boldrini a Portella |
"In un Paese democratico non è
accettabile che ci siano ancora troppe ombre e troppi silenzi su stragi come
quelli di Portella della Ginestra": Lo ha detto la presidente della
Camera, Laura Boldrini, che questa mattina ha deposto una corona di fiori al
Sasso di Barbato, dove si consumò il primo maggio '47 la strage di braccianti
per mano della banda di Salvatore Giuliano. "Bisogna togliere ogni velo e
ogni segreto sulla lunga catena di stragi che ha insanguinato la vita della
Repubblica", ha aggiunto Laura Boldrini: "Senza un pieno accertamento
della verità non è possibile riconoscersi in un terreno di valori e di memoria
condivisa".
La presidente della Camera ha fatto anche un'analisi del fenomeno mafia:
"Distinguere tra mafia buona e mafia cattiva è un ragionamento
assolutamente sterile. Questa differenza non esiste, e non è mai esistita. La
mafia antica, quella del codice d'onore - ha puntualizzato Laura Boldrini - è
la stessa di quella di oggi: sempre pronta ad accanirsi contro i lavoratori,
contro il cambiamento e contro le riforme".
Poi, i temi di attualità. "Mi aspetto che il governo Letta dia risposte concrete ai bisogni dei cittadini italiani", ha detto il presidente della Camera, sottolineando che "adesso anche le commissioni parlamentari sono in condizioni di lavorare ai problemi del Paese. A partire dal lavoro, che rimane l'emergenza di tutte le emergenze. Purtroppo - ha concluso la Boldrini - l'emergenza lavoro fa sì che la
Poi, i temi di attualità. "Mi aspetto che il governo Letta dia risposte concrete ai bisogni dei cittadini italiani", ha detto il presidente della Camera, sottolineando che "adesso anche le commissioni parlamentari sono in condizioni di lavorare ai problemi del Paese. A partire dal lavoro, che rimane l'emergenza di tutte le emergenze. Purtroppo - ha concluso la Boldrini - l'emergenza lavoro fa sì che la
vittima diventi carnefice, come
purtroppo è successo nei giorni scorsi davanti a Palazzo Chigi.
Boldrini spiega di aver scelto di celebrare il Primo maggio a Portella della Ginestra "perchè la sanguinosa strage che qui si consumò 66 anni fa racchiude tre simboli: la lotta alla mafia, la necessità di far emergere la verità sulle stragi e quella di dare dignità al lavoro. La mafia che sparò sui lavoratori nel 1947 si prestò a tutelare gli interessi più oscuri e quelli dei ceti privilegiati, di quei latifondisti che erano preoccupati dalla sempre maggiore domanda di riforme sociali".
Il presidente della Camera ha poi commemorato il presidente della Regione Piersanti Mattarella assieme al sindaco Leoluca Orlando, nella sala del consiglio comunale di Palermo. "Mattarella non fu solo un politico coraggioso, nel segno di quell'Aldo Moro che fu il suo maestro - dice Laura Boldrini - fu anche un amministratore moderno, un vero innovatore. Definì il suo progetto di 'Una regione con le carte in regola' per testimoniare l'importanza della legalità e della trasparenza nell'azione di governo". Mattarella fu ucciso il 6 gennaio 1980.
Boldrini spiega di aver scelto di celebrare il Primo maggio a Portella della Ginestra "perchè la sanguinosa strage che qui si consumò 66 anni fa racchiude tre simboli: la lotta alla mafia, la necessità di far emergere la verità sulle stragi e quella di dare dignità al lavoro. La mafia che sparò sui lavoratori nel 1947 si prestò a tutelare gli interessi più oscuri e quelli dei ceti privilegiati, di quei latifondisti che erano preoccupati dalla sempre maggiore domanda di riforme sociali".
Il presidente della Camera ha poi commemorato il presidente della Regione Piersanti Mattarella assieme al sindaco Leoluca Orlando, nella sala del consiglio comunale di Palermo. "Mattarella non fu solo un politico coraggioso, nel segno di quell'Aldo Moro che fu il suo maestro - dice Laura Boldrini - fu anche un amministratore moderno, un vero innovatore. Definì il suo progetto di 'Una regione con le carte in regola' per testimoniare l'importanza della legalità e della trasparenza nell'azione di governo". Mattarella fu ucciso il 6 gennaio 1980.
(La Repubblica, 01 maggio 2013)
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