martedì, maggio 28, 2013

ANTEPRIMA DEL VOTO SICILIANO: ASTENSIONE ALTA, M5S IN CADUTA LIBERA


Ma allora, il partito democratico è un morto che parla: 31 e 47 per i giocatori del lotto. Oppure sta percorrendo l’ultimo miglio prima di esalare l’ultimo sospiro. C’è poi la terza opzione: i sondaggi, ancora una volta, non ci hanno azzeccato. E con loro fior fior di politologi. Il Pd sopravvive alle sue sventure e non sembra intenzionato a tirare le cuoia. Tutt’altro. La partita non è chiusa, me se si prendono per buone leproiezioni di Roma, ben due milioni di elettori, e la Val d’Aosta, qualche idea ce la possiamo fare in ordine alla tendenza dell’elettorato. La prima, la più importante, riguarda l’astensionismo che viaggia nell’ordine del 15-20 per cento di votanti in meno rispetto alle precedenti amministrative. Poi le scelte: il Pd a Roma sfiora il 40 per cento con il suo candidato, Ignazio Marino, e si assicura una partecipazione al ballottaggio, che dovrebbe vederlo vincitore, visto che ad uscire fuori dal primo turno sono il Movimento 5 Stelle, e l’indipendente di sinistra Alfio Marchini.

Il Pdl con Alemanno si assesta al 31,1 per cento (seconda proiezione), seguito da Marcello De Vico (M5S), al 13,5 e Marchini (9,7). In Val D’Aosta si confermano gli autonomisti, che mantengono saldamente il governo della regione, ed esce nientemeno dal consiglio regionale il Pdl, che supera di poco il 4 per cento dei suffragi. Anche qui, una secca scrematura dei consensi grillini, meno undici per cento (dal 20 al 9 per cento circa).
I primi commenti sono rivolti alla debacle grillina. Se le cose dovessero rimanere così, al dato romano e valdostano, passerebbe dal 25-27 per cento al 13-14 per cento. Paga l’inerzia politica, la non scelta, l’insistenza su scontrini e ricevute e il rifiuto del dialogo con altre forze politiche, in definitiva la sua sostanziale “assenza” nei tre mesi successivi alle consultazioni politiche.
Il successo di Ignazio Marino, tuttavia, va “letto” in un contesto interno al Pd, che trova il candidato sindaco della capitale in una posizione di netto dissenso. Marino non ha votato la fiducia alle larghe intese, non ha accettato il sostegno formale del Pd, ma quello di Zingaretti, il presidente della Regione del Pd. In più, sono note le sue posizioni sui diritti civili, è un cattolico laicissimo, favorevole alla procreazione assistita, eutanasia (entro certi limiti) e testamento biologico.
Il dato che, tuttavia, fa discutere di più è l’alta percentuale di astensioni, segno di una disaffezione dell’elettorato molto alta. Ma non sono solo i partiti, stavolta, i soggetti penalizzati, ma anche il Movimento 5 Stelle, che si aspettava una conferma della performance di febbraio.
I ballottaggi – Roma pare ormai certo, andrà allo “spareggio” – si svolgeranno in concomitanza del primo turno delle amministrative in Sicilia, il 9 e 10 giugno. Il risultato del rinnovo di sindaci e consigli in Italia costituisce un’anteprima per l’Isola. O, se volete, il voto siciliano, è “la coda” del primo test elettorale dopo la nascita del governo Letta.
 SiciliaInformazioni, 28 maggio 2013

Nessun commento: