Antonio Ingroia |
Il testo dell’appello fa riferimento alla decisione del Csm di trasferire ad Aosta il magistrato
palermitano. “Noi tutti sappiamo benissimo – si legge – con quale tracotanza e
violenza la mafia condiziona la nostra vita. E, pur comprendendo la norma di
legge che vieta l’esercizio del Magistratro nelle sede ove è stata oggetto di
candidatura politica, siamo qui a suggerire a codesto CSM, di esaminare
l’opportunità, oltre a revocare il trasferimento, di voler assegnare il Giudice
Antonio Ingroia, presso la Direzione Nazionale Antimafia”.
I firmatari fanno riferimento alla “esperienza
antimafia acquisita da decenni e decenni dal dottor Ingroia” che definiscono
“una risorsa del Paese e delle Istituzioni per quello che ha fatto ed ha
rappresentato come Pm antimafia in tutti questi anni”.
Un appello per scongiurare che l’ex pm “si dimetta
dalla magistratura. Dalle sue parole in alcune interviste si capisce che è
tentato di dimettersi perché ritiene che il Csm lo abbia trattato in modo
deteriore, non mettendolo in condizione, dopo la sfortunata esperienza
elettorale, di essere utile come magistrato antimafia”.
“Siamo convinti – si legge ancora – che lo Stato
italiano debba dimostrare di apprezzare i sacrifici che questo uomo delle
Istituzioni ha affrontato per difendere i cittadini onesti contro le mafie e
per l’accertamento della verità nella stagione delle stragi degli anni ’90. Per
questo, chiediamo al Csm di revocare la decisione di trasferire il dott.
Ingroia ad Aosta e di destinarlo alla Direzione Nazionale Antimafia dove
potrebbe riprendere la sua lotta contro le mafie. Non facciamo disperdere
questo patrimonio dell’Antimafia, non rinunciamo al suo contributo alla lotta
alle mafie”.
Primi firmatari dell’appello sono Giuseppe Giordano
(ispettore della Dia in pensione) e Francesca Munno (esponente calabrese
del movimento “Agende rosse”), cui seguono le firme di Don Luigi Ciotti
(Presidente dell’Associazione “Libera”), Gabriella
Stramaccioni, Mario Gallina, Antonio Gorgoglione, Francesco
Saccomanno, Giuseppe Casarrubea e l’adesione di “Antimafia Duemila”.
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