Matteo Renzi |
«Andare al governo con Gasparri fa spavento, lo so. Non a
caso io sono pronto a votare subito - spiega Renzi -. Ma se il Pd ha paura
delle urne deve dialogare con chi ha i numeri. Il Pd avanzi la sua proposta,
senza farsi umiliare andando in streaming a elemosinare mezzi consensi a
persone come la capogruppo dei 5 Stelle, che hanno dimostrato arroganza e
tracotanza nei nostri confronti». C'è stata la diretta streaming
dell'incontro... «Mi veniva da dire: 'Pierluigi, sei il leader del Pd, non
farti umiliare così!'. Ho pensato - conclude Renzi - a cosa doveva provare una
volontaria che va a fare i tortellini alla festa dell'Unità: credo ci sia
rimasta male nel vedere il suo leader trattato così, alla ricerca di un
accordicchio politico».
«Non si deve partire dagli equilibri tattici, ma dalle persone. Si trovi una candidatura forte; poi chi ci sta ci sta. Allo stesso modo, per il governo si deve partire dalle cose da fare», afferma il sindaco di Firenze rispondendo a una domanda sull'elezione del prossimo presidente della Repubblica. Renzi critica poi anche l'iniziativa di Napolitano che ha convocato dieci 'saggi' per trovare soluzioni allo stallo politico. «Cosa ci possono dire di nuovo Violante e Quagliariello? Non sono certo la soluzione, al più possono essere concausa della crisi - osserva Renzi -. Lo dico con grande rispetto per il presidente Napolitano: dare la colpa a lui per l'impasse è come dare la colpa al vigile se in città c'è traffico».
«Non si deve partire dagli equilibri tattici, ma dalle persone. Si trovi una candidatura forte; poi chi ci sta ci sta. Allo stesso modo, per il governo si deve partire dalle cose da fare», afferma il sindaco di Firenze rispondendo a una domanda sull'elezione del prossimo presidente della Repubblica. Renzi critica poi anche l'iniziativa di Napolitano che ha convocato dieci 'saggi' per trovare soluzioni allo stallo politico. «Cosa ci possono dire di nuovo Violante e Quagliariello? Non sono certo la soluzione, al più possono essere concausa della crisi - osserva Renzi -. Lo dico con grande rispetto per il presidente Napolitano: dare la colpa a lui per l'impasse è come dare la colpa al vigile se in città c'è traffico».
«Anziché vivacchiare, rendiamo utile questo tempo. Bersani
riunisca fin dalla prossima settimana i gruppi parlamentari. Non l'ennesima
direzione che diventa una seduta di autocoscienza; i gruppi parlamentari, che
tra l'altro sono quasi tutti bersaniani. Giovani in gamba, persone di valore,
che però si sono riuniti finora, credo, solo tre volte».
«Lanciamo una proposta forte - spiega -. Il sindaco d'Italia: una nuova legge elettorale, grazie a cui si sa subito chi ha vinto. Abolizione del Senato, che diventa la Camera delle autonomie, con i rappresentanti delle Regioni e i sindaci delle grandi città che vanno a Roma una volta al mese e lavorano senza ulteriori indennità; così il Parlamento è più efficiente e costa la metà». «In sei mesi - aggiunge - si può fare. Come anche l'abolizione delle Province; per davvero però, non per finta come si è fatto finora. Se invece riteniamo che lo spazio per parlare con il centrodestra non ci sia, allora andiamo a votare. Ma in fretta».
«Ora il Pd deve avere un sussulto di orgoglio: via il Senato, via le province, legge elettorale dei sindaci - conclude Renzi -. Una gigantesca operazione di deburocratizzazione, con una grande scommessa sull'on line. E un piano per il lavoro, che dia risposte al dolore delle famiglie e alle sofferenze delle imprese. Vedo invece che hanno ancora rinviato il decreto per pagare i debiti della pubblica amministrazione, e mi chiedo: ma questi da quanto tempo non vanno in un'azienda?».
«Lanciamo una proposta forte - spiega -. Il sindaco d'Italia: una nuova legge elettorale, grazie a cui si sa subito chi ha vinto. Abolizione del Senato, che diventa la Camera delle autonomie, con i rappresentanti delle Regioni e i sindaci delle grandi città che vanno a Roma una volta al mese e lavorano senza ulteriori indennità; così il Parlamento è più efficiente e costa la metà». «In sei mesi - aggiunge - si può fare. Come anche l'abolizione delle Province; per davvero però, non per finta come si è fatto finora. Se invece riteniamo che lo spazio per parlare con il centrodestra non ci sia, allora andiamo a votare. Ma in fretta».
«Ora il Pd deve avere un sussulto di orgoglio: via il Senato, via le province, legge elettorale dei sindaci - conclude Renzi -. Una gigantesca operazione di deburocratizzazione, con una grande scommessa sull'on line. E un piano per il lavoro, che dia risposte al dolore delle famiglie e alle sofferenze delle imprese. Vedo invece che hanno ancora rinviato il decreto per pagare i debiti della pubblica amministrazione, e mi chiedo: ma questi da quanto tempo non vanno in un'azienda?».
L'Unità, 4 aprile 2013
Nessun commento:
Posta un commento