Palermo 12 aprile 2013 - La mobilitazione dei forestali, che
protestano per i tagli annunciati nel bilancio regionale, parte già da oggi con le assemblee nei posti
di lavoro della provincia di Palermo, indette da Fai Cisl, Uila Uil e Flai Cgil,
e con un volantinaggio programmato in tutti i principali comuni, con su
scritto: «E noi non ci stiamo». Per alcuni forestali la decurtazione sarà di un
terzo dello stipendio: i “centounisti”, che nel 2012 avevano svolto 151 ore lavorative, quest’anno torneranno a farne 101. «È un taglio che mette in ginocchio le
famiglie che hanno già redditi bassi. Al posto di 6 mesi lavoreranno solo per 4
mesi», dice Tonino Russo, Flai Cgil.
I sindacati
dicono basta alla «precarizzazione» del lavoro forestale e chiedono il rispetto dei contratti di lavoro e la
tutela del patrimonio ambientale siciliano. «Saranno effettuati volantinaggi
nelle piazze dei comuni, nei parchi e nelle aree attrezzate, si svolgeranno
assemblee dei lavoratori in tutti i comuni della provincia di Palermo dove c’è
una forte concentrazione di lavoratori forestali. E lunedì 17 aprile è stato
programmato, a Palermo, un attivo unitario di tutti i delegati e capi lega
forestali, durante il quale avrà luogo una conferenza stampa», annunciano
Giuseppe La Bua (Uila Uil), Adolfo Scotti
(Fai Cisl) e Tonino Russo (Flai Cgil).
A partire dal 22 aprile, in concomitanza con la discussione all’Ars
della finanziaria, si svolgeranno manifestazioni e sit-in di protesta davanti
alla presidenza della Regione, dove parteciperanno i lavoratori di tutte le
province siciliane. Il 24 aprile
toccherà ai lavoratori della provincia di Palermo.
L’esecutivo regionale dei forestali nei giorni scorsi ha
disapprovato il metodo seguito dal governo e criticato il comportamnto del
presidente della Regione Rosario Crocetta che «che ha rifiutato il confronto
col sindacato e la possibilità di discutere
in termini innovativi di temi come la tutela dell’ambiente la difesa del
suolo, lo sviluppo agro-forestale, anche nell’ottica dell’implementazione dei
servizi e dell’utilizzo della forza lavoro».
Il livello di
esasperazione dei lavoratori - denunciano i sindacati - è alto.
I ritardi nei pagamenti, la mancanza di progetti, l’incertezza dei
finanziamenti, il vuoto contrattuale, la messa in discussione di accordi
esistenti, la violazione dei diritti, la carenza di una interlocuzione
politica: tutti questi motivi, chiedono i sindacati, non possono essere
sottovalutati. Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil chiedono il rispetto dell’accordo
del 2009, il reperimento nel bilancio 2013 delle poste finanziarie occorrenti,
l’istituzione di una cabina di regia che monitorizzi le risorse disponibili da
destinare alla salvaguardia dell’ambiente, il pagamento degli arretrati
contrattuali, l’istituzione di un capitolo unico per i lavoratori a tempo
indeterminato.
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