mercoledì, aprile 10, 2013

Davide Faraone: "Bene la scelta di Ingroia, ma chi risanerà Riscossione Sicilia?"


Mi convince l'idea di "moralizzare" SERIT/RISCOSSIONE SICILIA, ricordo che da parlamentare regionale fui io a denunciare casi di cattiva gestione. Da questo punto di vista ottima la scelta Ingroia”. Questo è quanto scrive Davide Faraone, deputato nazionale del Pd, sul suo sito internet circa la nomina di Antonio Ingroia nel cda di Riscossione Sicilia. “Tuttavia, come spesso accade nelle scelte del presidente della Regione Rosario Crocetta, ci si preoccupa di questo – evidenzia Faraone -  e magari si cerca anche un po’ di clamore mediatico, ma non si tiene conto di fattori altrettanto importanti. Serit/Riscossione Sicilia, negli ultimi anni ha subito un peggioramento dei suoi conti a causa di amministratori non preparati nel settore e per la mancanza di un piano industriale. 

Tutto ciò ha portato nel 2011 a una perdita pari a 24.000.000 di euro, con la conseguente erosione del capitale sociale. E non ci sono dati ufficiali sul bilancio 2012. 
Dunque la prima cosa da fare – propone il deputato - sarà la rimessa in bonis della società onde prevenirne il fallimento, e il disegno di un piano industriale che individui - anche attraverso azioni legislative - come mantenerne gli equilibri economici, attraverso azioni chiare di risanamento e di contenimento dei costi.
Su questo credo si sia riflettuto poco nella nomina dei componenti del cda. 
Inoltre mi preoccupa, dopo aver ascoltato Ingroia in campagna elettorale, la natura politica e programmatica della sua nomina e il rapporto che questa società con lui a capo avrà con i cittadini. 
La lotta all'evasione si fa con azioni di sensibilizzazione e nei casi recidivi, anche con azioni repressive. Io eviterei, però, di utilizzare soltanto la leva repressiva, non trasformerei la Sicilia in Cipro. Si lotti l'evasione – conclude Davide Faraone - i cittadini paghino le tasse, ma il governo Crocetta garantisca che al pagamento delle tasse corrispondano servizi all'altezza. Oggi in Sicilia non è così”.

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