Giovanni Impastato nel casolare |
di SALVO
PALAZZOLO
Giovanni
Impastato ha gli occhi lucidi quando entra nel casolare dove uccisero suo
fratello, 35 anni fa: "Qui dentro c'è l'ultimo respiro di Peppino",
dice. "E anche il suo ultimo urlo. Mi sembra di sentirlo ancora. Dove lo
trascinarono e poi lo finirono con una pietra c'è adesso un cumulo di rifiuti.
Provo tanta rabbia dentro. Questo è ormai un luogo dimenticato dallo Stato e
oltraggiato da tante persone, che evidentemente considerano mio fratello un
personaggio scomodo". Eppure, nonostante la discarica, il casolare di
contrada Feudo, a Cinisi, continua ad essere meta di un pellegrinaggio
silenzioso. "Ogni settimana accompagno decine di persone sul luogo dove i
mafiosi uccisero mio fratello - racconta Giovanni Impastato -
il sentimento più diffuso che raccolgo è l'indignazione. Tutti mi chiedono come
sia possibile che in questo luogo simbolo della Sicilia e della lotta alla
mafia non ci sia neanche un piccolo segno che ricordi il sacrificio di Peppino
Impastato. Non so più cosa rispondere".
GUARDA / Il casolare trasformato in discarica
Due anni fa, dopo una denuncia di Giovanni su Repubblica.it, la Regione Siciliana aveva deciso di acquisire il casolare di contrada Feudo, per trasformarlo in luogo della memoria. Ma è rimasto solo un buon proposito. Perché, poi, il proprietario del fondo, ha rifiutato l'offerta di acquisto della Regione. E la procedura di esproprio si è persa fra i meandri della burocrazia. Intanto, il casolare dove venne ucciso Peppino Impastato e il terreno circostante, dove fu imbastita la messinscena dell'attentato terroristico suicida, sono diventati una discarica.
Dice ancora Giovanni: "Mi vado sempre più convincendo che la memoria di Peppino non interessa più a nessuno. Neanche a quelli che dicono di volerla difendere, fra le istituzioni e la cosiddetta società civile. La verità è che siamo stati abbandonati da tutti". Giovanni è davvero amareggiato. Promesse attorno a quel casolare ne ha sentite tante, ma fino ad oggi - dopo 35 anni - non c'è neanche una targhetta che ricordi il sacrificio di Peppino Impastato.
GUARDA / Il casolare trasformato in discarica
Due anni fa, dopo una denuncia di Giovanni su Repubblica.it, la Regione Siciliana aveva deciso di acquisire il casolare di contrada Feudo, per trasformarlo in luogo della memoria. Ma è rimasto solo un buon proposito. Perché, poi, il proprietario del fondo, ha rifiutato l'offerta di acquisto della Regione. E la procedura di esproprio si è persa fra i meandri della burocrazia. Intanto, il casolare dove venne ucciso Peppino Impastato e il terreno circostante, dove fu imbastita la messinscena dell'attentato terroristico suicida, sono diventati una discarica.
Dice ancora Giovanni: "Mi vado sempre più convincendo che la memoria di Peppino non interessa più a nessuno. Neanche a quelli che dicono di volerla difendere, fra le istituzioni e la cosiddetta società civile. La verità è che siamo stati abbandonati da tutti". Giovanni è davvero amareggiato. Promesse attorno a quel casolare ne ha sentite tante, ma fino ad oggi - dopo 35 anni - non c'è neanche una targhetta che ricordi il sacrificio di Peppino Impastato.
(La
Repubblica, 02 marzo 2013)
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