lunedì, marzo 04, 2013

Province, nove colossi da 700 milioni che in Sicilia non si riesce a tagliare

Sala Martorana, sede del consiglio prov.le di Palermo
di DARIO PRESTIGIACOMO 
ANTONELLA ROMANO
Politica, burocrazia, clientele: dossier su quanto costano e a cosa servono i nove "enti intermedi" più costosi d'Italia per lo Stato. Alfano vuole le elezioni a maggio: "Siamo pronti alle barricate". L'assemblea di Palazzo Comitini: "Riforma entro l'autunno", l'ira di Grillo: "Stop stipendifici"
PALERMO - "Stop alle Province, inutili stipendifici": è stato Beppe Grillo in persona, sabato, tra un attacco a Vendola e uno al possibile governissimo con Pd e Pdl, a mettere al centro del dibattito il tema dell'abolizione delle Province siciliane retwittando un post di Matteo Mangiacavallo, deputato all'Ars di M5S.
Se i grillini puntano i piedi per cancellare i nove enti e istituire i liberi consorzi "che non incidono su spesa pubblica e tasche dei cittadini", oggi il Pdl, in occasione del bilancio del voto che farà Alfano a Palermo, lancerà la sua campagna per far votare per i Comuni e le Province a fine maggio "anziché rimandare a data da destinarsi. Si risparmierebbero 12 milioni. Siamo pronti alle barricate". Il Consiglio provinciale di Palermo ha chiesto ieri una riforma delle Province "entro autunno" e non fra un anno come vorrebbe Crocetta, che oggi ha convocato la giunta per varare l'abolizione. Le nove Province siciliane costano oltre 700 milioni di euro all'anno.

La casta - Dai presidenti ai Consigli un'indennità a 350 eletti
Presidenti, assessori, consiglieri. Una pletora di rappresentanti che nel complesso supera le 350 unità, per una spesa complessiva di circa 23 milioni di euro all'anno. Sono i costi della politica delle nove Province siciliane. Andando al dettaglio delle indennità (calcolate al lordo), il presidente delle Provincia di Palermo prende uno stipendio mensile di 8.459 euro, il vice di 6.344 euro, mentre gli assessori e il presidente del Consiglio 5.948 euro. I consiglieri, sempre nel caso della Provincia di Palermo, ricevono gettoni di presenza che non possono superare il 30 per cento dello stipendio del presidente: il tetto massimo mensile, dunque, è di poco superiore ai 2.500 euro.

Le partecipate - La rete del sottogoverno fra enti, società e consorzi 
Sono ben 216 le società, gli enti, i consorzi e le associazioni cui a vario titolo partecipano le nove Province siciliane. Stando ai dati comunicati nel 2011 al ministero della Funzione pubblica, le partecipate costano più di 53 milioni di euro all'anno. Di questi, ben due milioni servono a coprire i gettoni di presenza degli oltre 250 tra presidenti e membri dei consigli di amministrazione. La partecipazione più onerosa è quella della Provincia di Catania alla Pubbliservizi spa, che nel 2011 è costata 18,1 milioni di euro. Supera i sei milioni, invece, il contributo della Provincia di Palermo per Palermo Energia, ex cooperativa che doveva occuparsi di caldaie: oggi i suoi 200 dipendenti si occupano di attività di supporto e pulizia.

I consulenti - Trecento incarichi esterni, Corte dei conti in agguato
Una sfilza di esperti di comunicazione e marketing, consulenze giuridiche, docenze in vari progetti, oltre alle classiche figure tecniche. In totale, sono stati 303 i contratti per incarichi esterni comunicati dalle Province siciliane al ministero della Funzione pubblica nel 2011. Stando a questi dati, il costo complessivo per le casse provinciali è stato di 4.186.155 euro. Non mancano i casi che hanno sollevato polemiche e sui quali sono intervenuti i magistrati contabili, come quello dei nove esterni dello staff del presidente della Provincia di Palermo, Giovanni Avanti, cui la Corte dei conti un anno fa ha contestato un danno erariale di 1,7 milioni di euro.

Il personale - Scuole, parchi, uffici: 244 milioni in stipendi 
Il personale rappresenta quasi il 50 per cento della spesa corrente delle Province siciliane: un costo di 244 milioni di euro annui, stando ai dati Istat sui bilanci 2009. La spesa maggiore è sostenuta per le funzioni generali di amministrazione (139 milioni). Altri 24 milioni vanno al personale delle scuole secondarie e degli altri istituti gestiti direttamente dalle Province. Nel settore della viabilità, gli addetti costano nel complesso 33,4 milioni di euro, mentre per turismo e sport si pagano stipendi per un totale di 5,8 milioni. Per il personale dislocato nei parchi e nelle altre aree protette si spendono poco più di 3,5 milioni, contro i 2,7 per gli addetti a biblioteche, musei e siti di interesse storico e artistico.

Le tasse - Balzelli su luce e Rc auto, ogni siciliano paga 60 euro 
Addizionale sul consumo di energia elettrica, imposta provinciale di trascrizione, imposta sulle assicurazioni Rc auto, tributo per i servizi di tutela, protezione e igiene dell'ambiente, compartecipazione Irpef: sono le tasse che i siciliani pagano e che finiscono in tutto o in parte nelle casse delle Province. Tra il 2007 e il 2010 l'incasso complessivo da tributi per le nove Province è stato di 307 milioni di euro all'anno. In media, ogni siciliano ha pagato tasse per 60,93 euro: la seconda spesa pro capite più bassa d'Italia dopo il Friuli. La media italiana è di circa 80 euro a testa. I più tartassati sono i laziali, con una spesa pro capite di 105 euro.

Le entrate - L'Isola conquista il record dei trasferimenti statali 
Ogni anno lo Stato spende per le Province siciliane circa 295 milioni. In termini assoluti, si tratta del trasferimento di risorse più imponente in Italia: alle Province campane vanno circa 196 milioni, a quelle calabresi 157 milioni, mentre quelle lombarde ricevono appena 36 milioni. Il contributo statale permette di bilanciare lo scarso contributo della Regione siciliana, che si attesta in media sui 127 milioni annui, per una spesa pro capite di 25 euro. Nel resto d'Italia i trasferimenti delle Regioni fanno registrare una spesa di 68 euro per ogni cittadino.

Le spese correnti - La struttura amministrativa assorbe metà delle uscite 
La spesa corrente delle Province siciliane nel 2009 è stata di 579 milioni di euro. I costi maggiori sono stati sostenuti per le funzioni generali di amministrazione, gestione e controllo, che assorbono quasi metà della spesa. A seguire, ci sono i costi per il settore dell'istruzione (132 milioni) e quelli per viabilità e urbanistica (68 milioni). Altri 36 milioni sono stati investiti per la tutela ambientale (rifiuti, scarichi, difesa del suolo e parchi), mentre per il settore sociale la spesa è stata di 31 milioni. Al turismo e allo sport sono andati 19 milioni, contro i 12 per il settore dei beni culturali. Infine il trasporto pubblico, con una spesa di 764 mila euro.

Le spese produttive - Investimenti all'anno zero solo la Sardegna fa peggio 
Nelle Province siciliane latitano le risorse per gli investimenti, quella che gli economisti chiamano spesa in conto capitale: secondo uno studio della Bocconi, tra il 2007 e il 2010 la spesa delle Province dell'Isola si è attestata su una media annua di 128 milioni di euro. Guardando al complesso degli investimenti sostenuti in Sicilia dai vari enti locali (dalla Regione ai Comuni), le Province partecipano con un contributo di appena il 4 per cento. Nel resto d'Italia, solo le Province sarde fanno peggio. In Toscana, la percentuale degli investimenti fatti dalle Province è del 15 per cento. In Emilia-Romagna si arriva addirittura al 18 per cento.
(La Repubblica, 04 marzo 2013)


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