La conferenza-stampa di Crocetta |
Dopo l’annuncio fatto domenica in tv e la riunione di giunta di ieri sera, Rosario Crocetta ha presentato la proposta del suo governo per l’abolizione delle Province: al loro posto, entro sei mesi dall’eventuale approvazione della legge in Aula, verranno istituiti liberi Consorzi che comprenderanno aree con un minimo di 150 mila abitanti. Ognuno di questi avrà un presidente, una giunta e un Consiglio consortile come accadeva con le Province, ma con l’unica differenza che i componenti saranno tutti sindaci dei comuni del Consorzio, e che quindi non avranno nessun ulteriore compenso, se non il rimborso delle spese per gli spostamenti tra un comune ed un altro.
Gli attuali capoluoghi di Provincia, poi, diventeranno ‘capofila’ dei nuovi Consorzi,
fatta esclusione per le tre aree metropolitane di Palermo, Messina e
Catania, che costituiranno realtà a se stanti. Cinquanta milioni annui è
la stima del risparmio che ne conseguirebbe, se la riforma venisse
approvata, per le casse della Regione, cifra derivante dal trasferimento
delle competenze e del personale ai comuni e alla Regione stessa. Più
di 10 milioni (che comprendono indennità dei presidenti, dei consiglieri
e della giunta), inoltre, sarebbero risparmiati nell’immediato.
Poi, tanto per dire che della lotta alla mafia non si dimentica mai,
Crocetta ha anche annunciato di avere trasferito Franco Schillaci,
dirigente della Segreteria generale che si occupava di Fondi
strutturali, perché genero del capofamiglia di Villabate Nino Mandalà.
Ma la “rivoluzione” del presidente della Regione non poteva fermarsi
qui, e Crocetta, “più grillino dei grillini”, scherza sul calendario
delle riforme da mettere in atto chiamandolo “pacchetto tsunami”.
Nell’ ‘agenda del cambiamento’, al primo posto dopo l’abolizione delle Province,
c’è l’istituzione del fondo contro la povertà è l’emarginazione. Non
solo fondi ai comuni per impiegare 40 mila disoccupati, ma anche la
creazione di un “salario di sussistenza”, non reddito di cittadinanza,
ma garanzia per le famiglie a reddito zero di avere “almeno 5 mila euro
l’anno”. “Non sono molti – ha spiegato Crocetta – , ma a noi non piace
la demagogia, e per adesso non possiamo promettere più di questo”.
Ma ancora non è tutto: l’assessore all’Economia Luca Bianchi ha dato mandato alla Serit
di riscuotere le tasse delle imprese che operano in Sicilia (“che
devono essere pagate qui”, ha sempre detto il presidente della
Regione”), poco importa se ancora il decreto nazionale non sia stato
firmato. “Siamo stanchi degli annunci – ha detto Crocetta – . Adesso
riscuotiamo noi, poi vediamo cosa succede con il Nazionale”.
Quest’operazione dovrebbe portare alla Regione più di un miliardo e
mezzo di euro all’anno, ma la ‘spendig review’ del governatore se la
prenderà anche con le società partecipate, che da quindici diventeranno 5
maxi partecipate, con gli enti Ircac e Crias che verranno soppressi e
accorpati all’Irfis, e con l’Istituto autonomo case popolari, che verrà
abolito: la gestione passerà ai comuni, e in preparazione c’è anche una
legge di riordino di tutta l’edilizia sociale. L’Irfis, poi, si occuperà
anche dell’emissione dei ‘Trinacria bond’, buoni a sostegno delle
imprese.
E ancora, niente nuovi corsi di formazione,
stop ai maxi stipendi dei dirigenti, che verranno riformati e accorpati
in un contratto unico con quelli della Regione, e a tutti gli sprechi
dei Palazzi che tanto fanno arrabbiare il presidente della Regione. “La
fantasia di questa casta supera l’inimmaginabile”, commenta.
Nel frattempo, però, la riforma delle Province ha sollevato non poche critiche,
anche nella maggioranza. Molti dei provvedimenti del ‘pacchetto
tsunami’ dovranno essere approvati in Aula, e c’è già chi sospetta che
su alcuni punti il governo non troverà l’appoggio di Palazzo dei
Normanni. Ma Crocetta guarda al passato, quando tutti “criticavano il
‘modello Crocetta’ (ora ‘modello Sicilia’)”. “Adesso – dice il
governatore soddisfatto – il New York Times ne parlerà in otto pagine
come nuovo modello politico”.
SiciliaInformazioni, 05 marzo 2013
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