La “lunga giornata” del Venerdì Santo a Corleone
è iniziata a mezzogiorno sul sagrato della Matrice, dove sono arrivati i
confrati, mentre in chiesa tutto era già pronto per la solenne liturgia «In Passione Domini». Dopo la cerimonia, il
corpo del Cristo è stato adagiato sul lenzuolo che l’ha sostenuto nella salita
al Calvario. Le tristi note della banda musicale “Pietro Cipolla” hanno
accompagnato l’inizio della toccante salita al Calvario. Il simulacro del
Cristo, adagiato su un lenzuolo bianco, è stato condotto verso il luogo della
crocifissione dai sacerdoti. Alla processione hanno partecipato i numerosi
membri delle confraternite “Bianche”, istituzioni laiche, la cui presenza a
Corleone è documentata fin dal XIII secolo, ma riconosciute dalla Chiesa solo
due secoli più tardi. Tre bambini “fratelli” della compagnia dei “Santi Giuseppe
d’Arimatea e Nicodemo” hanno trasportato su
altrettanti vassoi gli strumenti del supplizio: tre chiodi acuminati, la corona
di spine, i martelli.(GUARDA L'ALBUM FOTOGRAFICO)
I gravi movimenti di confrati e fedeli erano accompagnati
dalle note di un’austera marcia funebre, composta tra il 1935 ed il 1936 dal
maestro corleonese Pietro Cipolla. Quando il corteo è arrivato alla sommità del
colle dove è issata la Croce, due sacerdoti sono saliti sulle scale appoggiate
alla croce, dove il Cristo è stato issato lentamente e inchiodato. I fedeli,
che numerosi assiepavano e circondavano il colle, hanno assistito commossi,
intonando tristi canti. Alle 4 del pomeriggio, un ripetuto sparo di mortaretti
(a ‘maschiata) ha ricordato che in
quell’ora il Cristo morì. A sera, la statua del Cristo morto, posta sul lenzuolo
bianco, è stata portata in processione, questa volta dai confrati, percorrendo
al contrario l’itinerario fatto di giorno. Disadorna e senza la corona, l’Addolorata
ha incontrato sul sagrato del Santuario il Cristo deposto. L’incontro della
Madre con il Figlio non più in vita è stato uno dei momenti più suggestivi e
commoventi dell’intera giornata: la corale, i confrati e tutti i fedeli hanno
intonato canti e lamenti caratteristici corleonesi, accompagnando l’evento in
preghiera e in raccoglimento.
Particolarmente coinvolgente è stata anche quest’anno la processione
serale del Venerdì Santo, che si è snodata lungo le vie del paese. Essa è stata
aperta dalla croce illuminata da due fanali, seguiti dai fedeli che invece illuminavano
il percorso con i ceri. Seguivano le
confraternite bianche, la vara col Cristo morto, la confraternita maschile e
femminile dell'Addolorata, il simulacro dell'Addolorata e le autorità. Si
procedeva nel massimo raccoglimento, pregando e intonando canti tipici del
Venerdì Santo: grandissima è stata la partecipazione dei fedeli. A notte inoltrata
la processione si è conclusa e l'Addolorata è rientrata nel proprio Santuario,
mentre la vara è rientrata nel vecchio Ospedale dei Bianchi. I confrati e i
fedeli hanno baciato il corpo del Cristo. È stato questo l'ultimo atto del
Venerdì santo! Un atto apparentemente formale che invece vuole esprimere
"devozione" e "ringraziamento". Dal Venerdì fino alla notte
del Sabato santo è regnato sovrano il
silenzio, fino all'annuncio della Pasqua, cioè della resurrezione di Cristo.
Questa sera - Domenica di Pasqua - presso la piazzetta dell'Addolorata si
compirà l'ultimo rito della Settimana Santa corleonese: l'incoronazione della
Vergine Addolorata. La statua verrà predisposta sul sagrato del Santuario. Due
angeli porranno sul suo capo una corona, segno della dignità di Maria
"Regina degli Angeli". Si concluderà così la Settimana Santa:
un anno ancora e la gente di Corleone si ritroverà unita a celebrare il Mistero
della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo. Con immutata devozione
percorrerà le strade che lambiscono chiese, vetusti palazzi, vecchie e nuove
dimore, nelle quali è scritta la storia di questa città, di questa comunità che
guarda al suo glorioso passato per conservarne la memoria e su di essa
costruire il proprio riscatto.
D.P.
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