Giuseppe Burgarella |
di GIACOMO DI GIROLAMO
TRAPANI. Il suo nome l’ha
scritto, di suo pugno, in fondo alla lista dei «morti di disoccupazione» che
aveva stilato. Poi Giuseppe Burgarella, 61 anni, operaio edile rimasto senza
lavoro, ha compiuto l’estremo gesto, stringendosi la corda attorno al collo. Il
fratello, Giovanni, da qualche anno in pensione dopo una vita trascorsa nei
cantieri prima come operaio e poi come sindacalista della Cgil, lo ha trovato
impiccato ad una trave, nel giardino della villetta che condividevano nella
frazione di Guarrato. «Niente faceva pensare ad uno stato di disagio così forte
- dicono gli amici di Giuseppe Burgarella -. Ma ora che abbiamo saputo delle
lettere che aveva scritto, pensiamo che ce lo abbia nascosto perché,
evidentemente, la sua decisione l’aveva maturata da tempo». Giuseppe Burgarella
era un «nostalgico» del Pci. Per lui il fratello Giovanni che, accanto al
percorso nel sindacato, ha compiuto quello della politica approdando, infine,
al Pd (un percorso che lo ha portato anche sedere sui banchi del consiglio
provinciale), dicono ancora i vicini di casa, era «un moderato». Anche se per
le sue denunce aveva avuto assegnata una «tutela» da parte delle forze
dell’ordine. Si è trovato impotente alla vista del cadavere del fratello.
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