Natale Giunta |
"Mettiti a posto. A posto significa che qua dentro non verrà più
nessuno... duemila euro a Pasqua e duemila a Natale". Alla classica
richiesta di pizzo un noto ristoratore palermitano, Natale Giunta, ha risposto
con un diniego per "motivi di crisi economica", poi è andato dai
carabinieri e ha denunciato. E così all'alba di oggi sono scattate le manette
per quattro estorsori nei confronti dei quali il gip, accogliendo la richiesta
del procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dei sostituti Francesca Mazzocco e Caterina
Malagoli, ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare.
I fatti risalgono allo scorso marzo quando i quattro uomini, Antonino Ciresi, Maurizio Lucchese, Alfredo Perricone e Giuseppe Battaglia, si sono presentati contestando a Giunta, impegnato anche nel servizio catering, di aver aperto la sua attività senza chiedere il permesso alla cosca che controlla la zona e sottolineavano subito di essersi presentati con atteggiamento benevolo senza aver preannunciato il loro arrivo con danneggiamenti. Al "no" del ristoratore, le prime minacce: un biglietto con su scritto "mettiti a posto 'un fare u sbirru picchì ti finisci mali", seguito da due danneggiamenti del locale e poi da una tanica di benzina veniva collocata all'esterno dell'attività commerciale. Ai quattro arrestati, due dei quali incensurati, è stato contestato il reato di tentata estorsione aggravata dalle finalità mafiose (La Repubblica, 27 febbraio 2013)
I fatti risalgono allo scorso marzo quando i quattro uomini, Antonino Ciresi, Maurizio Lucchese, Alfredo Perricone e Giuseppe Battaglia, si sono presentati contestando a Giunta, impegnato anche nel servizio catering, di aver aperto la sua attività senza chiedere il permesso alla cosca che controlla la zona e sottolineavano subito di essersi presentati con atteggiamento benevolo senza aver preannunciato il loro arrivo con danneggiamenti. Al "no" del ristoratore, le prime minacce: un biglietto con su scritto "mettiti a posto 'un fare u sbirru picchì ti finisci mali", seguito da due danneggiamenti del locale e poi da una tanica di benzina veniva collocata all'esterno dell'attività commerciale. Ai quattro arrestati, due dei quali incensurati, è stato contestato il reato di tentata estorsione aggravata dalle finalità mafiose (La Repubblica, 27 febbraio 2013)
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