di Enzo
Coniglio
“Negli ultimi mesi è diminuito in me il vigore sia del
corpo, sia dell’animo [a tal punto da] dover riconoscere la mia incapacità di
amministrare bene il ministero a me affidato”. Che cosa è successo negli ultimi mesi di
così grave da provocare un tale terremoto fisico e psicologico da far
credere al Papa di essere “incapace”? Nessuna grave malattia e certamente
nessuna crisi mistica o mancanza di fiducia verso la divina provvidenza.
Qualcosa di peggio: l’essersi reso conto di non potersi fidare del suo
stesso maggiordomo e degli uomini più vicini alla sua persona nella sua
funzione di Governo: un Re dimezzato. Ritrovarsi assolutamente solo di
fronte a Dio, suo Capo e non potersi fidarsi di nessun uomo. Ed è per questo
motivo che ha tenuto solo per sè, fino al Concistoro di oggi, la notizia delle
dimissioni.
E’ bene a tal proposito ricordare che è stato
attribuito ad un Cardinale siciliano di Acireale, diplomatico di carriera,
Arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, enunciare la profezia della fine del
Pontificato, divenuta impressionante certezza, durante un suo viaggio in Cina:
Papa Benedetto XVI non sarebbe stato papa dopo 12 mesi. Era l’11 febbraio 2012
quando il quotidiano “Il Fatto quotidiano” pubblicava la notizia: “Complotto
contro Benedetto XVI entro 12 mesi morirà”
Certo non c’è stato alcun complotto per
ucciderlo, ma fa comunque impressione che a quella distanza esatta, oggi, 11
febbraio 2013, Papa Ratzinger abbia deciso di rassegnare le dimissioni. Così
come è altrettanto certo che un documento dai contenuti esplosivi
sull’argomento, è stato consegnato dal Cardinale colombiano Darío Castrillón
Hoyos alla segreteria di Stato e al segretario del Papa nei primi giorni di
gennaio 2012.
E’ bene ricordare che Sua Eminenza Darío Castrillón
Hoyos di Medellin, fu considerato uno dei prelati più papabili dopo la morte di
Giovanni Paolo II per il grande prestigio che godeva all’interno della Curia
cardinalizia e che conosceva molto bene il Cardinale Paolo Romeo, essendo
egli stato per ben otto anni, Nunzio apostolico in Colombia. Non appare quindi
casuale la circostanza che vede associati i due prelati nella formulazione
della “profezia” e nella denuncia, ancora oggi misteriosa nei suoi contorni.
Ma certamente il colpo di grazia psicologico a Papa
Ratzinger l’avrà dato negli ultimi mesi, quanto è emerso nel processo al
suo maggiordomo di fiducia, Paolo Gabriele che così ha espresso, la sua
decisione di fotocopiare e di far conoscere il contenuto di certi documenti
riservati: “Non ho preso soldi o altri benefici… ho agito per lo stato
d’animo e lo sconcerto di fronte a una situazione diventata insopportabile e
diffusa ad ampio raggio in Vaticano… Nel corso di questi anni non sono
stato solo io a fornire documenti alla stampa”.
Il tribunale ha chiuso in fretta il processo con una
“doverosa condanna” del maggiordomo. Si è guardato bene dall’indagare su
eventuali altri complici e su quella situazione “insopportabile” di cui parla
Gabriele.
Papa Benedetto XVI, con le sue dimissioni sembra
confermare e rafforzare la situazione insopportabile a cui fa riferimento il
suo maggiordomo. Certamente questo insieme di circostanze non gli ha fatto
bene, né al corpo, né alla mente e, per preservare lo spirito suo personale e
del messaggio cristiano che egli incarna nella sua funzione storica, ha fatto
la cosa più saggia da fare in queste circostanze: dimettersi. E noi non
possiamo che esprimere rispetto per tale coraggiosa e coerente decisione.
Joseph Aloisius Ratzinger, era divenuto il 19 aprile
200, il 265° Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica con il nome di
Benedetto XVI. Le sue dimissioni hanno provocato uno choc, se non altro perchè
inattese, al di là delle “voci”, perchè nessun Papa prima di lui aveva
preso una decisione del genere. C’era la convinzione che solo la morte può
mettere fine ad un pontificato.
A ben vedere ed esercitando la rara virtù della
riflessione, Papa Ratzinger aveva tanti buoni motivi per ritirarsi lodevolmente
a vita privata, primo tra tutti la veneranda età di 86 anni;, ma non solo, come
lui stesso ha voluto ricordare durante il Concistoro di oggi, alla presenza dei
soli Cardinali: “nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da
questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di
san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo,
sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito
in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene
il ministero a me affidato“.
E in fondo, con questa dichiarazione, è il Papa
stesso ad offrirci con estrema onestà di buon cattolico e di buon tedesco,
la chiave di lettura. Riconosce che sono tanti e tali le problematiche che
investono direttamente la Chiesa cattolica in un mondo in rapido cambiamento e
agitato da questioni di grande rilevanza che non si può certo pensare di farli
affrontare a chi è ormai alla soglia dei novanta anni!
Ma Papa Ratzinger, ci tiene a offrirci lui stesso una
seconda chiave di lettura complementare delle dimissioni: ““Negli ultimi
mesi è diminuito in me il vigore sia del corpo, sia dell’animo [a tal punto da]
dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me
affidato“.
SiciliaInformazioni,
11 febbraio 2013
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