Palermo, la manifestazione aper Favour e Loveth |
"Ciao Tonio,
succede che a Palermo il pastore valdese Vivien, nigeriano, una delle persone
più impegnate contro la tratta, ha subito un attentato alla sua vita, gli hanno
distrutto due volte l'auto, riceve di continuo minacce. È alla testa di un
Coordinamento contro la tratta nato alla fine dello scorso anno dopo che a
Palermo sono state assassinate, una dopo l'altra, due giovani nigeriane. Padre
Vivien guida la sua comunità e accoglie moltissime ragazze in quello che è noto
col nome di Pellegrino della Terra, uno dei tanti servizi che assicura ai
migranti. Il Coordinamento è nato, e io ne sono parte, perché mi hanno chiamata
e subito sono andata contro la tratta e a sostegno, in particolare, del lavoro
di padre Vivien e di altri (suor Valeria Gandini) particolarmente attivi.
Sono
rimasta una decina di giorni, sono andata nelle scuole, nelle Università, nelle
librerie, nelle sedi delle associazioni, per parlare e per presentare
documenti, film e sostenere quel che molte associazioni che sono entrate nel
coordinamento sostengono e, cioè, che la tratta è un problema drammatico e che
a Palermo dove si tenta di arginarla sul serio, chi è impegnato rischia molto
perché a gestirla è una vera e propria mafia.
Mentre ero a
Palermo una giovane nigeriana è stata massacrata di botte, voleva lasciare il
suo black boy, voleva denunciare chi la vuole in strada e così le hanno dato
una lezione. La cosa è successa mentre in Comune il Sindaco Leoluca Orlando,
con un gesto molto speciale, riconosceva la cittadinanza onoraria alle due
giovani assassinate. In Ospedale per parlare con la ragazza ci sono andata io,
insieme a padre Vivien, fino a quando ha accettato di entrare in una struttura
protetta; ma siccome non è possibile tagliarla fuori dal mondo, attraverso il
telefono e altre ragazze è continuamente sollecitata con le buone o con le
minacce a ritrattare tutto e prima o poi lo farà...
Padre Vivien
è tornato qualche giorno in Nigeria per salutare i suoi genitori, per
continuare il lavoro di informazione e sensibilizzazione e per spezzare il
legame tra gente di là e gente di qua che gestisce il traffico delle persone: è
lì che gli sono entrati in casa cercandolo, hanno sfasciato i mobili e hanno
aggredito i suoi genitori perché lui non c'era. Il resto succede a Palermo e
siccome al telefono anche io a Genova sono minacciata, credo che la situazione
sia grave. Quando sono andata a Palermo ho vissuto giorni belli e bruttissimi
al tempo stesso: sono stata nei luoghi degli omicidi, dove ci sono semplici
targhe che le ricordano ed ho avuto uno choc emotivo; l'emozione è stata molto
intensa per tutti... Claudio e le donne di Palermo mi ricordano che le mie parole
erano BASTA, NON NE POSSO PIU' DI TUTTE QUESTE MORTI...ma la scossa è stata
molto forte.
Le ragazze
nigeriane che ancora si prostituiscono sono scese in strada a protestare, le
altre le ho riunite al Pellegrino della terra per progettare qualcosa tutte
insieme... a "Joy" la chiamo così ma non è il suo nome, che
zoppicherà per tutta la vita perché le hanno sparato addosso e ad altre con
storie anche peggiori, e ad altre che le storie manco le possono raccontare.
Come Izogie, assassinata a Catania e ritrovata con addosso documenti con gli
stessi dati di quelli riportati sul documento con il quale nel 2000
trafficarono me.
Al mio
rientro a Genova sono stata chiamata perché a Terni hanno ucciso un'altra
ragazza, a Bologna dove ne hanno trovata in strada una morta "non si
sa" perché... e a Reggio Emilia dove hanno fatto i funerali di un'altra...
di Milano, morta in uno strano incidente stradale: un'auto di nigeriani va
addosso ad un pulmino pieno di nigeriane e nigeriani, sei/setto/otto morte e morti...
In un modo o
nell'altro il dramma continua e chi, come padre Vivien, va in prima fila
rischia; oggi a Palermo molti chiedono che sia protetto, ma nessuno protegge le
sue, le mie ragazze che se denunciano, come sarebbe teoricamente giusto
facessero, dovrebbero essere tutelate, ma non è così: chi tutela le famiglie
rimaste in Nigeria, chi tutela le ragazze stesse che dopo la denuncia restano
sole, sole contro la comunità nigeriana, contro i trafficanti, contro le
famiglie che chiedono "perché non mandi più soldi e ci metti in
pericolo?".
Io sono furiosa, ma non voglio ammalarmi per questo, sono stanca di soffrire e
di non sapere offrire a quelli come padre Vivien altro che la mia parola; posso
condividere i rischi e i pericoli perché in Sicilia opero con lui, non mi tiro
indietro, e lo faccio anche altrove, in tante città italiane...
Ma spero che
parlando di padre Vivien si possa cambiare qualcosa; suor Eugenia Bonetti ha
fondato l'associazione Slaves no more, e a Palermo insieme a suor Valeria
Gandini anche altre "chiese" si muovono,... suor Valeria che ha
lasciato Verona dove la situazione era troppo brutta e venire a Palermo dove è
anche peggio, ma dove Nino, Stella, Pasqua, Tindara e altre splendide persone
che non posso mettere tutte in elenco, sono quotidianamente schierate contro la
mafia nigeriana!
Sto mandando
questo messaggio a persone che contano. L'ho mandato a Roberto Saviano, ora lo
mando a te sperando che tu e magari don Ciotti, possiate magari andare a
Palermo, fare un gesto simbolico e pubblico a sostegno di padre Vivien, a
lanciare un segnale alla mafia nigeriana, magari invitare padre Vivien alla
giornata di marzo, se non potete andare voi a Palermo.
Scusa se ti
dico cose in fretta che Claudio sta trascrivendo in diretta da quel che gli
dico e da quel che sto dicendo al telefono con alcuni di Palermo.
Un abbraccio
Isoke Aikpitanyi
Isoke è autrice di "Le ragazze di Benin City. La tratta delle nuove schiave, dalla Nigeria ai marciapiedi d'Italia", Melampo Editore
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