Benedetto XVI |
Quando fu eletto papa, diciamo la verità, almeno noi
che ci professiamo laici e di sinistra, avevamo la puzza sotto il naso. Gliene
abbiamo dette di tutti i colori. Lo chiamavamo il pastore tedesco, il duro, il
Rottweiler di Dio. E dicevamo pure che era stato un nazista solo perché nel
1941, a quattordici anni, lo avevano fatto entrare nella gioventù nazista,
dandogli una divisa. Quando tutti in Italia erano fascisti e in Germania non
c’era stata persona che non avesse avuto il Mein Kampf di Hitler sul
comodino. Diciamo pure che la stessa cosa non era successa con Giovanni Paolo
II, che appariva a tutti un simpatico prete operaio, che dopo la sua nomina sul
trono di Pietro, aveva fatto le umane e divine cose per finanziare, con i fondi
dello Ior, o chissà come procurati, il movimento politico e sindacale di
Solidarnosc di Lech Walesa, il primo colpo di ariete al potere sovietico nella
Polonia di Jaruzelski.
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