di Chiara
Billitteri
“La rivoluzione continua, e la portiamo a Roma”. Con
queste parole Rosario
Crocetta, presidente della Regione, ha presentato la sua lista per il Senato: ‘Il
Megafono’. Ventiquattro “facce nuove”, così li ha chiamati il governatore,
capeggiate da quella, un po’ meno nuova, di Giuseppe Lumia, ex
presidente della commissione parlamentare Antimafia, ora capolista al Senato.
“Ma Beppe si è sempre distinto per il suo impegno nella lotta alla mafia, per
questo non poteva essere lasciato fuori”, ha spiegato Crocetta.
In tutto, quindi, venticinque. Tra questi tanti giovani (“giovani
si fa per dire – scherza Crocetta – ma per entrare al Senato devi avere minimo
40 anni”), artisti come il promotore della Fiumara d’Arte Antonio Presti,
esponenti del mondo dell’antimafia come Placido Rizzotto, nipote del
sindacalista ucciso dalla mafia, e il pm, ora assessore all’Energia Nicolo’
Marino. Tante, poi, le donne: circa il 40% della lista.
“Il nostro movimento nasce per portare al Senato una vera forza autonomista – ha
detto Crocetta – , e sarà la prima lista in Sicilia. Siamo stanchi di chi ha
gridato ‘autonomia’ per anni e adesso è alleato con Bossi”. Il riferimento
è a Gianfranco Miccichè e Raffaele Lombardo, che hanno da poco siglato
una nuova alleanza con Silvio Berlusconi, e quindi anche con la Lega, in vista
delle Politiche di febbraio. “Lombardo si sarà confuso un po’ per via del
cognome – continua il presidente – ma gli ricordo che lui è siciliano, e che
l’alleanza con la lega nord, che odia la Sicilia, è un tradimento. Vergogna!”.
E in un teatro affollatissimo pieno di folla
acclamante, il
presidente della Regione non ha risparmiato nessuno, e il pubblico, contagiato
dal suo entusiasmo, si è esibito in continue standing ovation e grida di
approvazione. Ne ha avute proprio per tutti: da Antonio Ingroia, il magistrato
ora candidato premier con la sua lista ‘Rivoluzione Civile’, che “ha fatto una
fuga solitaria rischiando così di favorire la destra”, ad Angelino Alfano, ieri
a Palermo, che Crocetta ha definito “surreale”. “Un giorno è candidato premier,
un giorno no. Un giorno è vicepresidente, l’altro non si sa. Alla fine si è
scoperto che Alfano è solo il maggiordomo di Berlusconi: se Bersani mi avesse
trattato così avrei già fatto la marcia su Roma”.
Ma le critiche sono trasversali, e ce n’è anche per
Grillo. “Per
cambiare non abbiamo bisogno di nuotate nello Stretto, ne’ di salvatori. Quello
Stretto migliaia di cittadini lo attraversano ogni anno per andare via, noi
vogliamo poterli fare restare”.
Fiero, quindi, del suo progetto tutto per la Sicilia, Crocetta ha anche tirato le somme
della sua attività di governo, per quanto piccole siano ad appena tre mesi
dall’insediamento. Sblocco dei fondi europei per la programmazione, legge sui
rifiuti e per la doppia preferenza di genere, così come quella
sull’incompatibilità (“appena verrà approvata saranno dolori” ha detto il
governatore), patto dei sindaci, interventi per ritirare le autorizzazioni del
Muos di Niscemi, sono solo alcune delle cose fatte. Poi la rotazione nei
dipartimenti regionali: “stiamo mandando tutti a casa”. E proprio a questo
proposito, oggi la Cisl ha definito i trasferimenti operati dal governo
“deportazioni di un dittatore”. Ma, tralasciando il paragone un po’ infelice
vista la ricorrenza di oggi (è la giornata della memoria delle vittime della
shoah), Crocetta ha replicato che la rotazione è prevista dalla legge e lui, in
sostanza, può fare quello che vuole. “Che ipocrisia – ha commentato – . Da anni
dicono che la macchina regionale è bloccata, poi però non si può toccare
nessuno. Se questo vuol dire essere un dittatore, allora lo sono”. Poi
sdrammatizza: “vi ringrazio, almeno per le prossime elezioni so di avere la
vittoria già in tasca”.
Siciliainformazioni, 27 gennaio 2013
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