martedì, gennaio 29, 2013

Palermo, presentata la proposta di legge di iniziativa popolare sulle aziende confiscate alle mafie. Già al via la raccolta di firme

Un momento dell'iniziativa a sala delle Lapidi
Palermo 29 gennaio 2013 - Presentata oggi dalla Cgil Palermo,  nella sala consiliare di palazzo delle Aquile, la legge di iniziativa popolare “Io riattivo il lavoro” che contiene le proposte per l’emersione alla legalità e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata.  Nel pomeriggio dalle 16 alle 18 sotto i portici di via Ruggero Settimo è già partita la raccolta di firme: l’obiettivo è raccogliere in Sicilia 40 mila firme. 
Un ampio arco di associazioni sostiene l’iniziativa assieme alla Cgil: l'ANM (associazione nazionale magistrati), Libera, l’Arci, le Acli, la lega delle Cooperative, Sos Impresa, Avviso pubblico, il Centro studi Pio la Torre, Addio Pizzo, Progetto legalità, Unicoop unione regionale Sicilia, Legacoop, Magistratura tra noi. 
I promotori hanno scritto ai candidati alla presidenza del consiglio e a tutti gli schieramenti politici chiedendo che «nella prossima legislatura venga assunto l’impegno a portare in Parlamento la discussione sulla legge di iniziativa popolare per favorire l’emersione dalla illegalità e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata, che sono un bene di tutti».
«Sono 1.663  le aziende confiscate in via definitiva in Italia e 80 mila i lavoratori coinvolti. E dal 2008 a oggi, in pieno periodo di crisi,  abbiamo avuto in Italia un aumento del 65 per cento dei sequestri di aziende legate a economie illegali - ha dichiarato Serena Sorrentino, della segreteria nazionale della Cgil -  Pensiamo sia giusto che lo Stato si doti di uno strumento necessario di sostegno  a chi si impegna per restituire alla collettività i beni e le aziende confiscate alla mafia. Le proposte contenute nella legge d’iniziativa popolare vanno in questa direzione, perseguono l’obiettivo di costruire attraverso le aziende confiscate alle mafie nuova e buona occupazione». «Oggi per il riutilizzo sociale delle aziende confiscate la strada è ancora molto lunga: la maggioranza dei sequestri e delle confische non è andata a buon fine, molte aziende sono state chiuse o non sono sopravvissute a lungo - ha dichiarato il segretario della Cgil di Palermo Maurizio Calà -  Lavoro e legalità sono al centro della nostra azione e da Palermo chiediamo un passo avanti rispetto alla legge La Torre con degli impegni precisi per modificare la legislatura esistente inserendo alcuni punti come gli ammortizzatori sociali per i dipendenti, l’accorciamento dei  tempi tra i sequestri e le confische, l’istituzione  di un fondo  di rotazione presso il ministero per sostenere i costi dell’emersione, finanziato con parte della liquidità confiscata alla criminalità. La Cgil si è fatta carico dell’elaborazione del testo assieme  a tutte le associazioni che combattono per la legalità».
Durante l’incontro, diverse le testimonianze, dall’amministratore giudiziario di Ati Group e Villa santa Teresa Andrea Dara, a Vincenzo Capuana (Flai-Cgil) per l’Abbazia S.Anastasia di Castelbuono,  a Giuseppe Monti, responsabile amministrativo dell’Hotel San Paolo. Sono intervenuti il presidente del Centro Pio la Torre Vito Lo Monaco, il presidente di Libera Giovanni Pagano, che ha parlato anche per conto della Legacoop, la rappresentante Unicoop Marilù Monti, il segretario della Fillea Cgil Mario Ridulfo. 
   

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