Un momento dell'iniziativa a sala delle Lapidi |
Un ampio arco di
associazioni sostiene l’iniziativa assieme alla Cgil: l'ANM (associazione nazionale
magistrati), Libera, l’Arci, le Acli, la lega delle Cooperative, Sos Impresa,
Avviso pubblico, il Centro studi Pio la Torre, Addio Pizzo, Progetto legalità,
Unicoop unione regionale Sicilia, Legacoop, Magistratura tra noi.
I promotori hanno scritto ai candidati alla
presidenza del consiglio e a tutti gli schieramenti politici chiedendo che
«nella prossima legislatura venga assunto l’impegno a portare in Parlamento la
discussione sulla legge di iniziativa popolare per favorire l’emersione dalla
illegalità e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate
alla criminalità organizzata, che sono un bene di tutti».
«Sono 1.663 le aziende confiscate in via definitiva in
Italia e 80 mila i lavoratori coinvolti. E dal 2008 a oggi, in pieno periodo di
crisi, abbiamo avuto in Italia un
aumento del 65 per cento dei sequestri di aziende legate a economie illegali -
ha dichiarato Serena Sorrentino, della segreteria nazionale della Cgil - Pensiamo sia giusto che lo Stato si doti di
uno strumento necessario di sostegno a
chi si impegna per restituire alla collettività i beni e le aziende confiscate
alla mafia. Le proposte contenute nella legge d’iniziativa popolare vanno in
questa direzione, perseguono l’obiettivo di costruire attraverso le aziende
confiscate alle mafie nuova e buona occupazione». «Oggi per il riutilizzo
sociale delle aziende confiscate la strada è ancora molto lunga: la maggioranza
dei sequestri e delle confische non è andata a buon fine, molte aziende sono
state chiuse o non sono sopravvissute a lungo - ha dichiarato il segretario
della Cgil di Palermo Maurizio Calà -
Lavoro e legalità sono al centro della nostra azione e da Palermo
chiediamo un passo avanti rispetto alla legge La Torre con degli impegni
precisi per modificare la legislatura esistente inserendo alcuni punti come gli
ammortizzatori sociali per i dipendenti, l’accorciamento dei tempi tra i sequestri e le confische,
l’istituzione di un fondo di rotazione presso il ministero per
sostenere i costi dell’emersione, finanziato con parte della liquidità
confiscata alla criminalità. La Cgil si è fatta carico dell’elaborazione del
testo assieme a tutte le associazioni
che combattono per la legalità».
Durante l’incontro,
diverse le testimonianze, dall’amministratore giudiziario di Ati Group e Villa
santa Teresa Andrea Dara, a Vincenzo Capuana (Flai-Cgil) per l’Abbazia
S.Anastasia di Castelbuono, a Giuseppe
Monti, responsabile amministrativo dell’Hotel San Paolo. Sono intervenuti il
presidente del Centro Pio la Torre Vito Lo Monaco, il presidente di Libera
Giovanni Pagano, che ha parlato anche per conto della Legacoop, la
rappresentante Unicoop Marilù Monti, il segretario della Fillea Cgil Mario
Ridulfo.
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