di Giulio
Giallombardo
Scanzano come Niscemi? L’ombra del Muos si
affaccia su Palermo a poche ore dalle manifestazioni di protesta che
domani attraverseranno l’Italia. L’ipotesi di utilizzare il sito di Scanzano
a Piana degli Albanesi, in crisi aziendale, per trasformarlo in base
satellitare americana divide l’opinione pubblica. L’idea – al momento solo
fantascienza – è nata ieri pomeriggio durante un incontro tra l’assessore alle
Attività produttive del Comune, Marco Di Marco e i sindacalisti e
lavoratori cassintegrati della Telespazio, azienda di Finmeccanica.
NO MUOS: “SCONCERTANTE” - Ma se da un lato l’assessore
del Comune guarda al Muos come ad una risorsa per salvare un’azienda in crisi,
dall’altro gli attivisti che da anni si battono contro la stazione a stelle e
strisce, hanno promesso nuove battaglie qualora l’ipotesi possa farsi più
concreta. “Ieri abbiamo letto la notizia – commenta Fabio del Comitato No
Muos – e siamo rimasti sconcertati. Come è successo mille altre volte in
questo Paese, si ritiene che il lavoro venga prima di tutto. Capiamo che è un
momento di crisi, ma per anni abbiamo dovuto tollerare la storia che il lavoro
viene prima dei rischi ambientali. Abbiamo l’impressione che i rappresentanti
sindacali dei lavoratori Telespazio non sappiano di cosa parlino quando
dicono che il Muos vorrebbero farlo da loro, non è solo una questione di
salute, si tratta di una cosa ben più complessa”.
CHE FINE FANNO LE ANTENNE? – Ma se la Telespazio si candida a
diventare base di terra, le antenne dove andrebbero installate? Dubitiamo che i
residenti di Piana degli Albanesi, Corleone o Marineo sarebbero felici di
trovarsi sotto al naso i temuti ripetitori, a pochi chilometri dalla riserva
naturale della Ficuzza. Ma potrebbe anche darsi che base satellitare e
antenne si trovino a distanza. Davanti a quest’ultima ipotesi, gli
attivisti sono ancora più scettici: “Non sarebbe una mossa intelligente da
parte degli americani, li costringerebbe ad avere dei costi ulteriori perché
dovrebbero mettere in contatto le due basi con la fibra ottica, che è poco
sicura”.
STOP AND GO - C’è poi il nodo della Regione siciliana
con cui il Comune di Palermo rischia di creare qualche attrito. È noto che il
presidente Rosario Crocetta non ha mai nascosto i suoi dubbi sul
progetto Muos. Pochi giorni fa, causando malumori nel governo nazionale e nella
Marina statunitense, ha deciso di bloccare i lavori per l’installazione
dell’antenna a Niscemi, perché vuole vederci chiaro, aspettando che gli
esperti, con prove inconfutabili, escludano eventuali rischi per la salute.
A questo punto, la proposta del Comune di Palermo, nonostante le buone
intenzioni, sembra andare in direzione diametralmente opposta rispetto a quella
del governo regionale. Tutto questo avrà conseguenze? Non lo sappiamo. L’unica
cosa certa è che il progetto del Muos a Palermo non nasce sotto buone stelle.
Se poi sono quelle americane, le cose si complicano ancora di più.
Siciliainformazioni,
18 gennaio 2013
Nessun commento:
Posta un commento