Le due tombe di Rizzotto e Verro affiancate |
Alla tomba di Verro la polizia è arrivata seguendo le tracce di un incerto riferimento del pentito Antonino Calderone e di quanto avevano scritto Attilio Bolzoni e Giuseppe D'Avanzo nel libro ''Il capo dei capi'', pubblicato dopo la cattura di Riina. Ma la svolta è arrivata quando il comune di Corleone ha donato alla Cgil due sepolture: una per i resti del sindacalista Placido Rizzotto, ritrovati dopo 63 anni in una foiba di Roccabusambra, e l'altra per quelli di Bernardino Verro contenuti in un modesto loculo del cimitero. Le traslazioni sono state fatte nel maggio dell'anno scorso dopo i funerali di Stato per Rizzotto. E subito si è scoperto che nel loculo intestato a Verro c'erano due teschi: si è pensato a una prassi in uso nei paesi, quella di mettere più corpi di persone imparentate in una stessa sepoltura. Qualche mese fa un anonimo ha però scritto al sindaco Leoluchina Savona per segnalare che in realtà i resti di Verro si trovano sin dal marzo 1959 nella tomba di famiglia al cimitero dei Rotoli di Palermo. Era stata la figlia a organizzare la traslazione. A chi appartengono allora quei due teschi?
L'ipotesi privilegiata è che uno dei due ''abusivi'' sia
Calogero Bagarella, fratello di Leoluca e cognato di Totò Riina, di cui si sono
perse le tracce da oltre 43 anni. Faceva parte del commando di sicari
travestiti da poliziotti che il 10 dicembre 1969 fece irruzione negli uffici
dell'impresa Moncada, in viale Lazio a Palermo, per eliminare il boss Michele
Cavataio. Nella sparatoria morirono cinque persone. Prima di essere finito con
un colpo alla testa, Cavataio riuscì a impugnare la sua pistola e a colpire uno
degli aggressori, Bagarella appunto, portato poi via dai compagni tra i quali
Bernardo Provenzano. Mistero fitto sull'identità del secondo ''abusivo''.
A dare al giallo un tocco più fosco è poi la circostanza che
nel 1976 e' stato ucciso l'impresario di pompe funebri Francesco Coniglio. Si è
sempre pensato che fosse stato eliminato perchè depositario di segreti
ingombranti sul cimitero di Corleone. La sua morte per ora resta sullo sfondo.
Più conducente appare agli investigatori accertare se davvero uno dei corpi
senza nome appartenga a Bagarella. Il procuratore di Termini Imerese, Alfredo
Morvillo, che ha disposto un esame medico-legale, spiega: ''Bisogna prima di
tutto stabilire se la data di quelle ossa sia compatibile con l'epoca della
strage di viale Lazio del 1969''. (ANSA).
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