venerdì, gennaio 04, 2013

La lenzuolata democratica del Pd contro le elites al lavoro intorno all'Agenda Monti

Stefano Fassina (a sx) con Pierluigi Bersani
di STEFANO FASSINA*
Sabato e domenica, una seconda lenzuolata di democrazia. Dopo le primarie per la scelta del candidato premier per l'alleanza progressista, le primarie per selezionare i candidati al Parlamento del Pd e di Sel. Il 29 e 30 dicembre, giornate di "distrazioni" familiari e religiose, di abbandoni delle città, oltre 1,2 milioni di cittadini elettori del Pd hanno votato. Nella legislatura in chiusura, il Pd ha fatto il massimo sforzo possibile per cambiare l'orrendo porcellum. L'ostinazione, prima dissimulata, poi sempre più evidente, di Silvio Berlusconi per poter tenere in mano la scelta della pattuglia di deputati e senatori da portare in Parlamento a difesa dei suoi interessi, ha bloccato il cambiamento.
* responsabile economico del PD
Il Pd aveva stretto un patto morale e politico con gli elettori: senza una riforma in grado di restituire ai cittadini la scelta dei rappresentanti parlamentari, la via da percorrere sarebbero state le primarie. Nonostante enormi difficoltà organizzative dovute al brutale anticipo della fine della legislatura e all'impossibilità di andare oltre il 30 Dicembre per il voto, i contraenti hanno rispettato il patto: il Pd ha riaperto circoli e gazebo; gli elettori sono tornati protagonisti.
I risultati sono stati straordinari: rinnovamento profondo e qualificato delle liste. In particolare, una rivoluzionaria affermazione delle donne, soprattutto giovani donne. Nel prossimo Parlamento della Repubblica, il Pd sarà presente con una delegazione femminile senza precedenti per quantità, qualità, età nella storia dell'Italia repubblicana. Attraverso la leva delle primarie, la "Terza Repubblica" nasce trainata da giovani e donne e da un partito, il Pd, animato dalla forza etica e politica dell'articolo 49 della Costituzione "più bella del mondo", come ha magistralmente raccontato Roberto Benigni.
Dal 25 Novembre a ieri abbiamo dato lievito alla ricostruzione della politica. Silenziato i grillismi. Evidenziato, per differenza, lo squallore del berlusconismo al declino e del leghismo annaspante. La lezione di democrazia offerta all'Italia dalle donne e dagli uomini del centrosinistra deve avere impatto sistemico. Una democrazia funziona soltanto se funziona come sistema sussidiario: di partiti, di soggetti della cittadinanza organizzata, di forze economiche e sociali rappresentative, di intellettualità appassionata di civismo.
Purtroppo, i ritardi e la riproposizione di riti esausti sono preoccupanti. Intorno alla cosiddetta "agenda Monti", è in corso un'operazione elitaria al chiuso di segrete stanze, portata avanti da una supponente casta tecnocratica senza attenzione alla separazione tra funzioni istituzionali e funzioni politiche. Nemmeno nei passaggi più bui della Prima Repubblica le liste elettorali si compilavano a Palazzo Chigi per mano delle più importanti funzioni di governo. Il Presidente del Consiglio ha persino assegnato a Mister spending review e Commissario alla Sanità della Regione Lazio, così indaffarato da far saltare gli incontri con la proprietà, i lavoratori senza stipendio da mesi e le famiglie oramai disperate dei piccoli pazienti del San Raffaele, il compito di selezionare i componenti della "Lista Rotary". Per accedere alla pre-selezione i requisiti sono stringenti. Le esperienze richieste sono: almeno la vice-presidenza di una grande banca italiana in rappresentanza di un fondo sovrano del Qatar e un reddito superiore al milione di euro l'anno.
Con spirito costruttivo e riconoscenza, vorremmo segnalare al presidente Monti di guardare all'Europa oltre l'angusto angolo della finanza pubblica. Il primo "compito a casa" da completare in Italia è europeizzare il sistema politico. Non aiuta collocare la politica in una dimensione metafisica alla quale salire per promuovere un presunto interesse generale privo di radici di parte. L'interesse generale è sempre la risultante, esplicita o nascosta, della prevalenza di alcuni interessi su altri. Proporre come unico possibile europeismo la versione declinata dagli interessi più forti, oltre a aggravare gli squilibri economici, impoverisce la democrazia e da fiato all'anti-politica e a chi vuole tornare indietro.
L'augurio per il 2013 a tutti gli italiani è un Pd contagioso per la ricostruzione etica e popolare della politica in Italia.
L'HUFFPOST POST, 31.12.2012

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