lunedì, gennaio 28, 2013

Palermo, parte la campagna di raccolta di firme della Cgil "Io riattivo il lavoro" per le aziende confiscate


La Cgil lancia martedì 29 gennaio a Palermo la campagna per la raccolta di firme per il disegno di legge di iniziativa popolare "Io riattivo il lavoro", a tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alle mafie. La presentazione alle 9,30 a Palazzo delle Aquile
Palermo 26 gennaio 2013 - La Cgil lancia martedì 29 a Palermo la raccolta firme per il disegno di legge di iniziativa popolare “Io riattivo il lavoro” a tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla mafia. La Cgil presenta l’iniziativa insieme ad altre associazioni impegnate nella lotta alla criminalità organizzata alle ore 9,30 nella sala consiliare di palazzo delle Aquile. Introduce Vito Lo Monaco, presidente del centro studi Pio la Torre e conclude Serena Sorrentino, della segreteria nazionale della Cgil. Una banchetto per la raccolta di firme per chiedere che vengano restituiti alla collettività i patrimoni mafiosi sempre martedì sarà allestito in via generale Magliocco, sull’asse di via Ruggero dalle 16 alle 18.

    “Le aziende confiscate sono un bene di tutti”: questo lo slogan scelto dalla Cgil per la sua campagna di lancio. La volontà dei promotori del disegno di legge è quella di riattivare il circuito che si interrompe quando le imprese sottratte ai clan, cessano la loro attività lasciando le maestranze senza lavoro, senza reddito e senza prospettive. «A Palermo partiamo da   un’esperienza ormai consolidata nella confisca dei beni e delle aziende e l’elaborazione di questa legge nasce dalla lunga serie di attività sul campo soprattutto di tipo sindacale nella gestione delle aziende dopo il sequestro o la confisca. L’obiettivo è salvaguardare il bene e i posti di lavoro - dichiara Maurizio Calà, segretario della Cgil di Palermo - Nel corso di questi anni è cresciuta la consapevolezza che la presenza della mafia nell’organizzazione sociale, in quella produttiva e finanziaria rappresenta un cappio che strangola la crescita del Paese».
       Un ampio arco di associazioni sostiene l’iniziativa assieme alla Cgil: l’associazione nazionale magistrati, Libera, l’Arci, le Acli, lega delle Cooperative, Sos Impresa, Avviso pubblico, Centro studi Pio la Torre, Addio Pizzo, Progetto legalità, Unicoop unione regionale Sicilia, Legacoop, Magistratura tra noi.  I promotori hanno scritto ai candidati alla presidenza del consiglio e a tutti gli schieramenti politici chiedendo che «nella prossima legislatura venga assunto l’impegno a portare in Parlamento la discussione sulla legge di iniziativa popolare per favorire l’emersione dalla illegalità e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata, che sono un bene di tutti». La Banca d'Italia, la Direzione nazionale antimafia e la Corte dei Conti, nei loro studi più recenti, stimano in oltre 200 miliardi di euro l'anno gli affari delle mafie, con oltre 80 miliardi di utili al netto degli investimenti, e in 60 miliardi annui il peso che la corruzione esercita sui costi della pubblica amministrazione.

Nessun commento: