La Cgil lancia martedì 29 gennaio a Palermo la campagna per la raccolta di firme per il disegno di legge di iniziativa popolare "Io riattivo il lavoro", a tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alle mafie. La presentazione alle 9,30 a Palazzo delle Aquile
Palermo 26
gennaio 2013 - La Cgil lancia martedì 29 a Palermo la raccolta firme per il
disegno di legge di iniziativa popolare “Io riattivo il lavoro” a tutela dei
lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla mafia. La Cgil presenta
l’iniziativa insieme ad altre associazioni impegnate nella lotta alla
criminalità organizzata alle ore 9,30 nella sala consiliare di palazzo delle
Aquile. Introduce Vito Lo Monaco, presidente del centro studi Pio la Torre e
conclude Serena Sorrentino, della segreteria nazionale della Cgil. Una
banchetto per la raccolta di firme per chiedere che vengano restituiti alla
collettività i patrimoni mafiosi sempre martedì sarà allestito in via generale
Magliocco, sull’asse di via Ruggero dalle 16 alle 18.
“Le aziende confiscate sono un bene di
tutti”: questo lo slogan scelto dalla Cgil per la sua campagna di lancio. La
volontà dei promotori del disegno di legge è quella di riattivare il circuito
che si interrompe quando le imprese sottratte ai clan, cessano la loro attività
lasciando le maestranze senza lavoro, senza reddito e senza prospettive. «A
Palermo partiamo da un’esperienza ormai
consolidata nella confisca dei beni e delle aziende e l’elaborazione di questa
legge nasce dalla lunga serie di attività sul campo soprattutto di tipo
sindacale nella gestione delle aziende dopo il sequestro o la confisca.
L’obiettivo è salvaguardare il bene e i posti di lavoro - dichiara Maurizio
Calà, segretario della Cgil di Palermo - Nel corso di questi anni è cresciuta
la consapevolezza che la presenza della mafia nell’organizzazione sociale, in
quella produttiva e finanziaria rappresenta un cappio che strangola la crescita
del Paese».
Un ampio arco di associazioni sostiene
l’iniziativa assieme alla Cgil: l’associazione nazionale magistrati, Libera,
l’Arci, le Acli, lega delle Cooperative, Sos Impresa, Avviso pubblico, Centro
studi Pio la Torre, Addio Pizzo, Progetto legalità, Unicoop unione regionale
Sicilia, Legacoop, Magistratura tra noi.
I promotori hanno scritto ai candidati alla presidenza del consiglio e a
tutti gli schieramenti politici chiedendo che «nella prossima legislatura venga
assunto l’impegno a portare in Parlamento la discussione sulla legge di
iniziativa popolare per favorire l’emersione dalla illegalità e la tutela dei
lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata,
che sono un bene di tutti». La Banca d'Italia, la Direzione nazionale antimafia
e la Corte dei Conti, nei loro studi più recenti, stimano in oltre 200 miliardi
di euro l'anno gli affari delle mafie, con oltre 80 miliardi di utili al netto
degli investimenti, e in 60 miliardi annui il peso che la corruzione esercita
sui costi della pubblica amministrazione.
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