Via alle manifestazioni per l'anniversario del sisma.
Messaggio di Napolitano: "Ripristiniamo i tessuti economico-sociali".
Il vescovo Mogavero accusa: "Rituale stanco, non c'è stata un'azione
saggia per fare diventare questa ferita un problema nazionale"
Sono passati
quarantacinque anni dal terremoto che devastò il Belice e ancora si parla di
ricostruzione e di sviluppo. Con la celebrazione eucaristica nella chiesa della
Santissima Trinità, a Salaparuta, presieduta dal vescovo della Diocesi di Mazara
del Vallo, Domenico Mogavero, si sono aperte le celebrazioni per il 45°
anniversario del terremoto del 15 gennaio 1968, che si concluderanno martedì a
Gibellina. La messa doveva essere celebrata ai ruderi, sulle macerie della
vecchia matrice, ma la pioggia ha costretto a cambiare programma.
Chiesa gremita di cittadini e in prima fila rappresentanti delle istituzioni: il presidente dell'Assemblea regionale Siciliana Giovanni Ardizzone ("il problema della Valle del Belice non può essere confinato qui", ha detto Ardizzone), i deputati Giovanni Lo Sciuto, Antonella Milazzo, Nino Oddo, Giuseppe Marinello, Paolo Lucchese, i senatori Tonino D'Alì (che ha letto il messaggio del presidente del Senato Renato Schifani) e Maria Pia Castiglione e i sindaci di alcuni paesi del Belice.
"Qui la terra porta ancora i segni di quelle ferite profonde - ha detto il vescovo nell'omelia - ma ancor di più l'animo di tanti suoi figli fu inaspettatamente e dolorosamente segnato da quello sconvolgimento della terra che cancellò una storia, che ancora oggi non si riesce a riscrivere. Perchè - ha detto ancora Mogavero - agli sforzi di tanti non è corrisposta l'adesione fattiva e solidale di chi avrebbe dovuto esercitare un'azione saggia e promozionale finalizzata a far diventare la tragedia della Valle una ferita del Paese, approntando con intelligenza progettuale le risorse per la ricostruzione strutturale dei paesi terremotati e soprattutto per ricostruire il tessuto umano e produttivo del Belice. E invece, anno dopo anno, la ricorrenza-anniversario assume sempre più i tratti di un rituale stanco e ripetitivo di commemorazioni, appelli e rimostranze".
Quarantacinque anni dopo la ricostruzione non e' stata ancora conclusa: mancano 390 milioni di euro. Ma si guarda allo sviluppo "oltre il terremoto", ha detto il coordinatore dei sindaci, Nicola Catania. Quest'ultimo ha letto il messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "Le drammatiche conseguenza di quel sisma impongono un responsabile impegno a ripristinare con celerità ed efficacia i tessuti sociali ed economici devastati - ha scritto il capo dello Stato - Si operi affinchè i processi di trasformazione del territorio siano realizzati con l'attenzione dovuta a sicurezza, incolumità, rispetto dell'ambiente e le sue insostituibili risorse".
(13 gennaio
2013)
Nessun commento:
Posta un commento