Roma, 14 dicembre -
L'emendamento alla legge di stabilità presentato ieri dal ministro Cancellieri
che prevede la vendita di beni confiscati alla mafia è “un inspiegabile
colpo di mano” e “va ritirato”. E' quanto affermano in una nota il segretario
confederale della Cgil, Serena Sorrentino, e i segretari generali della Fillea
e della Flai, Walter Schiavella e Stefania Corsi. Secondo i tre dirigenti
sindacali, infatti, “la proposta del ministro Cancellieri, presentata come
emendamento alla legge di stabilità a poche ore dall'approvazione della stessa,
è un inspiegabile colpo di mano. Smentisce infatti le dichiarazioni dello
stesso Ministro in merito al percorso di ascolto e partecipazione che avrebbe
dovuto portare a interventi migliorativi del Codice Antimafia, a partire da
maggiori garanzie per lo sviluppo produttivo delle imprese, per la tutela dei
lavoratori dipendenti e per la restituzione ai territori interessati di questi
beni e delle imprese bonificate. L'emendamento proposto ieri sera va nella
direzione opposta”.
Per questo, aggiungono,
“chiediamo al ministro Cancellieri e al ministro Severino, di ritirare
l'emendamento e riprendere il percorso di ascolto e dialogo annunciato solo due
mesi fa con le tante realtà, tra cui la Cgil, che in questi mesi hanno proposto
diverse soluzioni correttive al Codice, purtroppo tutte disattese dall'emendamento
presentato ieri sera. Interventi estemporanei mirati - concludono - alla
svendita dei beni mobili e immobili sequestrati e confiscati, indeboliscono
l'azione dello Stato in merito all'attacco dei patrimoni mafiosi. Ma non solo
perché da una parte si svilisce lo spirito della legge Rognoni-La Torre e della
legge 109/96 che ha permesso il riutilizzo sociale di tanti beni e la creazione
di tanti posti di lavoro nel rispetto della legalità; dall’altra non si
determina un cambiamento di tendenza nelle gestione delle imprese e dei beni
oggi fortemente penalizzato a causa di una gestione non adeguata”.
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