Mohamed Morsi |
Come previsto, la rivoluzione degli “internauti” si è
fermata a Piazza Tahrir. In Egitto, il potere è nelle mani di Morsi e dei
Fratelli musulmani, con la compiacenza delle Forze armate del vecchio regime.
E’ successo quel che si temeva: in Egitto come in Libia, in Tunisia. Domani, il
copione potrebbe ripetersi in Siria. Insomma, è stata aperta la porta per
cacciare il tiranno ed è entrato il dragone!
L’opinione
pubblica, italiana ed europea, è sconcertata, preoccupata per le pretese di
predominio, anche ideologico, che intende attribuirsi il presidente egiziano
Morsi per conto della sua organizzazione “I fratelli musulmani”.
Molti, fra
governanti, analisti e inviati di grido, che hanno appoggiato, senza riserve,
le “rivolte” dello scorso anno, ora fingono di strapparsi le vesti per le
tradite promesse di libertà e laicità, di benessere economico e civile.
Evidentemente, la gran parte di tali soggetti continua a fingere, a ingannare
le opinioni pubbliche che, in buona fede, hanno incoraggiato le “rivoluzioni”,
le “primavere” arabe. Giacchè intuivano, sapevano, o avrebbero dovuto, quel che
si stava apparecchiando.
E dire che
lo intuimmo perfino noi che viviamo, appartati, in uno sperduto borgo
siciliano, come si può verificare da questo articolo (in: www.infomedi.it/rivolta-egitto.htm)
scritto agli inizi delle manifestazioni di piazza Tahrir, quando ancora
Mubarak non aveva abbandonato il potere.
Ora, il
problema non è di chi l’ha detto prima (anche se chi lo ha detto dopo non ha
titoli per rivendicare granché), ma di capire perchè tali ”soggetti”, che
sapevano quello che stava accadendo, e sarebbe accaduto dopo “piazza Tahrir”,
non l’hanno detto e/o scritto.
Probabilmente, per accompagnare la “rivoluzione” nella braccia dei Fratelli musulmani. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Non solo in Egitto, ma anche in Tunisia, in Libia. Ora, sia chiaro, nessuno desidera difendere l’operato dei “rais” destituiti e/o eliminati (per altro tutti “amici” e soci di vari governanti occidentali), ma solo tentare di ristabilire la verità dei fatti e delle intenzioni che vi stanno dietro.
Probabilmente, per accompagnare la “rivoluzione” nella braccia dei Fratelli musulmani. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Non solo in Egitto, ma anche in Tunisia, in Libia. Ora, sia chiaro, nessuno desidera difendere l’operato dei “rais” destituiti e/o eliminati (per altro tutti “amici” e soci di vari governanti occidentali), ma solo tentare di ristabilire la verità dei fatti e delle intenzioni che vi stanno dietro.
Lo scriviamo
da decenni: i diversi regimi arabi sono tutti, più o meno, autoritari,
assolutisti. Più che “Stati canaglia” sono “Stati-caserma”. E’ giusto quindi
che i giovani, le donne, i cittadini si ribellino a tali sistemi e pratiche
illiberali ed è altrettanto giusto che la comunità internazionale (non solo
alcuni paesi NATO) li aiuti a liberarsi dal giogo opprimente. Ma senza nuove
guerre e, soprattutto, con l'obiettivo di andare avanti, nel segno della
democrazia, del pluralismo, della libertà, della laicità e non per andare
indietro, come sta avvenendo in tutti i Paesi “liberati”.
Insomma,
appare evidente che in questi Paesi è in atto una drammatica regressione
politica e culturale (anche rispetto ai vecchi regimi) che nessuno dei grandi
media illumina, forse perché troppo concentrati sulla Siria a… spianare la
strada del potere ai Fratelli musulmani, amici dell’Arabia Saudita e degli
americani. Sappiamo che in Siria c’è una dittatura, ma deve essere quel popolo
a liberarsene con le proprie forze e con i propri mezzi e non con armi e forze
straniere come quelle provenienti dalla Francia e da altri paesi della Nato che
sembra sia stata trasformata in un nuovo gendarme del mondo.
Tutto ciò è
inaccettabile, anche perchè si interviene soltanto contro i dittatori
“disubbidienti” e si lasciano indisturbati i dittatori “amici”, in Medio
Oriente e in altre regioni del Pianeta. E', forse, questo il "nuovo ordine
mondiale"?
In realtà,
si tratta di pericolose ingerenze e di guerre costosissime per i bilanci dei
Paesi partecipanti, fra cui l'Italia, nel bel mezzo di una crisi economica e
finanziaria che sta seriamente intaccando i livelli di occupazione e di reddito
e il sistema di protezione sociale. Invece di fare guerre in casa d’altri, i
governi della Nato dovrebbero prima guardare in casa propria ed occuparsi
delle condizioni di vita della (nostra) gente, della (non più) libera
informazione, dei diritti civili e sociali (al lavoro, allo studio, alla
salute, ecc).
Per altro,
agiscono in nome della Nato che dovrebbe essere sciolta giacché, dopo il crollo
e la dissoluzione del Patto di Varsavia, non ha più alcun motivo di esistere.
Infatti, fu creata (nel 1949) per difendere l’Europa occidentale dal presunto
pericolo “comunista” dell’Unione Sovietica. Pericolo inesistente- come abbiamo
visto- poiché quei regimi, statalisti e autoritari, si sono autodistrutti da
soli. Un nuovo ordine mondiale è necessario, perfino urgente, ma deve
essere progettato e approvato, nel segno della pace e della cooperazione fra i
popoli, all’interno di una nuova Organizzazione delle Nazioni Unite e sulla
base dei nuovi equilibri maturati e di nuove regole rispettaose della libertà e
sovranità degli Stati.
Per intanto,
tornando alle “rivoluzioni” arabe, sarebbe il caso che Qualcuno risponda ad
alcuni, inquietanti interrogativi che l’opinione pubblica si pone.
Perchè le
potenze occidentali della Nato (Usa, Gran Bretagna, Francia e la povera Italia)
le hanno appoggiate, anche militarmente, pur conoscendo la realtà delle cose e
le conseguenze politiche cui si andava incontro?
Dove si
vuole andare a parare? Qual'è la (nuova) dottrina politica e militare? Forse,
nel mondo arabo si è deciso di cambiare cavallo: dal dittatore logoro, ormai
“scomodo”, alla potente organizzazione dei Fratelli musulmani che, per sua
natura e statuto, è contraria alle legittime e laiche rivendicazioni degli
internauti e dei progressisti in genere?
In ballo ci
sono, come sempre, non le libertà dei popoli arabi, ma il loro petrolio e i
grandi flussi di petrodollari che approdano comodamente in Europa e negli Usa.
Petrolio e petrodollari ossia due elementi molto appetibili che hanno fatto la
fortuna di petrolieri e banchieri d'Occidente e principi regnanti d'Oriente.
Vedremo. Ma
se così dovesse essere non si sta facendo un buon servizio per la pace e per la
libertà del mondo arabo, per la cooperazione e il progresso pacifico dell’area
mediterranea, per la stabilità dei Paesi del Sud Europa, e in generale per i buoni
rapporti fra Europa e mondo arabo.
Agostino Spataro
Agostino Spataro
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