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di Clarissa Arvizzigno
Il libro "Ecclesia sancti Martini"mostra essenzialmente il tentativo di fotografare uno "squarcio di storia",di celebrare un "tempio sacro",che oltrepassa la civiltà e al contempo diviene sua primitiva radice; così ,gli autori Francesco Marsalisi e Calogero Ridulfo analizzano scrupolosamente l'evoluzione artistica della Chiesa di S.Martino attraverso la rievocazione "dell'evento storico",al fine di pervenire ad una ricostruzione di carattere storico-artistico per dar luce a un'opera organica e unitaria che reca in sé il gusto del frammento dal sapore rievocativo.
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Culla di
civiltà,la Sicilia di Federico II di Svevia assiste alla cacciata dei
musulmani e all'affermarsi dell'elemento cristiano, portavoce di una cultura
di stampo non solo religioso ma anche artistico.Da qui l'esigenza di erigere
un tempio dello spirito dal sobrio colore normanno che attraversa i secoli
impreziosendosi di quegli elementi complementari tipici del barocco, da qui
l'esigenza dell'Ecclesia sancti Martini.
Particolarmente
rievocativa diviene dunque l'analisi condotta dagli autori, nella misura in
cui essa trova espressione "nell'uso meticoloso del dettaglio" che
si esplica sia nel desiderio di ricostruire minuziosamente la componente
artistica attraverso l'evoluzione della struttura architettonica ,della
superfice pittorica e scultorea, sia in quello di rinvenire, come frammento
dal sapore arcano una documentazione storica che si proponga come
"bussola" del fedele.
Alla
ricostruzione storica, segue poi un'accurata descrizione delle cappelle e
degli altari per poi approdare in una nuova grande costruzione del secolo
XVIII; ed ecco che nuovamente si riapre una "finestra", uno
squarcio storico di un'epoca fatta di "calce, di carrole, di
arena", di una civiltà che trova la sua meravigliosa espressione in un
popolo che carica "sugli omeri la pietra tutta" per la costruzione
di una chiesa che sembra sempre più un non finito, un abbozzo,una premessa di
un'opera monumentale e grandiosa. Tuttavia,quasi per un processo
meccanico-consequenziale,testimonianza del lento avanzare della storia nel
tempo,si ha il retrocedere di un'epoca; il "medioevo"
inevitabilmente lascia spazio alla "modernità", gli eventi sismici
del 1876 provocano la caduta della volta della torre della chiesa, rendono
instabile il campanile, viene persino abbattuta la scalinata della in marmo
bianco risalente alla metà del '700 e si assiste alla realizzazione di
un'altra in marmo ogliastro.
Gli
studiosi Marsalisi e Ridulfo ripercorrono così le tappe di un lento sviluppo
storico con un metodo di ricerca "certosino", facendo leva
sull'elemento artistico,storico, ma anche sociale.L'intento è infatti quello
di sottolineare come quest'ultimo sia intimamente connesso a quello
religioso, quasi a voler ripartire una scala con un consequenziale sviluppo
verticale di una società, tale che dall'associazione di cariche religiose a
censi si ottenga in un certo qual modo una "gradualità",indice di
una determinata organizzazione sociale.
"Filtrare
la storia attraverso l'arte al fine di conoscere noi stessi perchè l'uomo è
un bacino di conoscenza":questo è l'intento degli autori.
"Noi
le radici le abbiamo in noi stessi ,conoscerle,quindi significa conoscere noi
stessi .Il passato non è tramontato per sempre,il passato è vivo nel
presente, è la struttura costitutiva del presente"(Francesco Renda).
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