di DINO PATERNOSTRO
Che
il voto favorevole dei consiglieri di opposizione (tranne il sottoscritto) alla
delibera che ha portato l’aliquota Imu per le seconde abitazioni al massimo
previsto dalla legge (10,60%) sia stato un errore politico non ci sono dubbi! I
cittadini sono inferociti (e a ragione!) contro una classe dirigente che non sa
fare altro che mettere nuove tasse. E quando vede che anche i consiglieri di
opposizione, che dovrebbero contrastare queste scelte sbagliate, col loro voto
le avallano, allora cresce ancora di più rabbia e sfiducia. Nel caso concreto,
la soluzione alternativa all’inasprimento dell’Imu c’era, l’abbiamo elaborata e
illustrata all’amministrazione e al consiglio comunale: che si trovino gli
evasori dell’Ici degli anni 2008-2009 – abbiamo detto - e con le somme che si
potranno recuperare (circa 500 mila euro, secondo i tecnici) si potrà ampiamente
colmare il “buco” di 450 mila euro che si era aperto nel bilancio 2012. Non siamo
stati ascoltati.
Di conseguenza non potevamo che prendere le distanze dal
provvedimento e lasciare da sola la maggioranza (non più maggioranza, dato che
i 4 consiglieri della lista “Mi ci vedo” non si presentano più in aula).
Invece, sono stato io lasciato da solo dagli altri consiglieri di opposizione,
che hanno condiviso la motivazione della maggioranza, secondo la quale non
c’era il tempo di accertare gli evasori, nonostante i tecnici dicessero che,
potenziando l’ufficio, il tempo poteva bastare.
Mi
chiedo perché è accaduto questo. E l’abbiamo chiesto anche al consigliere Mario
Giarratana, componente del mio stesso gruppo consiliare, con cui abbiamo avuto
un incontro lo scorso lunedì, insieme a molti dei firmatari del documento pubblicato
sopra. Giarratana ha spiegato che temeva il crac finanziario del Comune, per
cui ha sentito il dovere di assumersi la responsabilità di votare a favore della
delibera. Una motivazione simile a quella degli altri consiglieri di
opposizione. Probabilmente sarà stato un eccesso di senso di responsabilità. Ne
prendiamo atto. E potevano prenderne atto anche gli amici e i compagni
firmatari del documento. Specie alla luce dell’impegno assunto da tutti i
presenti, in base al quale in futuro tutte le scelte importati saranno discusse
e decise insieme dai consiglieri e dal gruppo dei sostenitori della lista “Con
Cipriani per Corleone”. A cominciare dal voto da esprimere sul bilancio 2012
(se l’amministrazione Savona riuscirà a portarlo in consiglio comunale). D’altra
parte, in questi primi mesi di attività dell’amministrazione Savona da parte
nostra c’è stata un’opposizione netta, “senza se e senza ma”, come si dice
oggi. E tutti gli atti ispettivi sono stati firmati sia da me che da
Giarratana. Emblematica la battaglia contro la minacciata consegna delle chiavi
della città a Matteo Messina Denaro e la denuncia della sagra della ricotta.
Speriamo,
allora, che la discussione e il confronto possano estendersi anche ai
consiglieri del gruppo “Corleone operosa” e del gruppo dell’Udc. Un “incidente”
può accadere, ma sarebbe colpevole e sciagurato se – in futuro - l’opposizione
dovesse dividersi tra i “fans” (o le stampelle) del sindaco Savona e i “fans”
(o le stampelle) del presidente Gambino (longa manus di Iannazzo). La giunta
Savona sta cercando di amministrare la città (male, molto male, com’era
prevedibile), mentre gli oppositori interni di “Mi ci vedo” non hanno mai detto
a cosa si oppongono e perché non si presentano in consiglio comunale. E così
facendo ci lasciano pensare che si tratti di una squallida “guerra” di potere,
che non può non lasciarci indifferenti. L’opposizione deve mantenere la barra
dritta: ha un suo programma, definito durante la recente campagna elettorale, e
quel programma deve cercare di attuare. Deve mantenere la barra dritta e attenersi
sempre al merito dei problemi, senza cedimenti politicisti che i cittadini non capirebbero.
Questo non significa che non si potranno registrare convergenze con
l’amministrazione Savona, ma queste convergenze dovranno essere sempre alla
luce del sole e perseguire l’obiettivo primario del bene collettivo, degli
interessi dei cittadini.
Piuttosto
che lanciare anatemi o chiuderci a riccio, vogliamo sviluppare un dibattito,
anche pubblico, su questi temi? (dp)
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