Agromafie |
L’analisi
dei risultati conseguiti dalle Forze di Polizia evidenzia come l’intero
comparto agroalimentare sia caratterizzato da fenomeni criminali legati al
contrabbando, alla contraffazione ed alla sofisticazione di prodotti alimentari
ed agricoli e dei relativi marchi garantiti, ma anche dal fenomeno del “caporalato”,
che comporta lo sfruttamento dei braccianti agricoli irregolari, con
conseguente evasione fiscale e contributiva. I danni al sistema sociale ed
economico sono pertanto molteplici, dal pericolo per la salute dei consumatori
finali, all’alterazione del regolare andamento del mercato agroalimentare.
Nel caso specifico del settore agroalimentare italiano, secondo il
Rapporto Eurispes-Coldiretti, il valore aggiunto complessivo (in media 52,2
miliardi di euro su base annua nel quinquennio 2005-2009) rappresenta per la
criminalità un forte incentivo, sul piano della massimizzazione del profitto,
all’investimento dei proventi delle attività illecite nei comparti
dell’agricoltura, caccia e silvicoltura (valore aggiunto medio 26,2 miliardi di
euro, 1,9% del Sistema Paese), dell’industria alimentare, delle bevande e del
tabacco (valore aggiunto medio 24,6 miliardi di euro, 1,8% del Sistema Paese),
della pesca, piscicoltura e servizi connessi (valore aggiunto medio 1,4
miliardi di euro, 0,1% del Sistema Paese); la minore appetibilità, in termini
di profittabilità degli investimenti, del settore agroalimentare rispetto ad
altri settori a più alto valore aggiunto (attività immobiliari, costruzioni,
trasporti, sanità e assistenza sociale) è compensata dalla persistenza e, in
taluni casi, dall’aggravarsi, di molteplici fattori di criticità (effetto
moltiplicatore), quali: un calo del 15,9% del numero di occupati e del 35,8%
del reddito reale agricolo per occupato tra il 2000 e il 2009; il crollo
significativo e generalizzato dei prezzi alla produzione; l’assoluta prevalenza
di imprese individuali (87,2% delle attive) rispetto a società di persone e di
capitali (rispettivamente 8,9% e 2,4% delle attive); l’elevata diffusione di
piccole e medie imprese, spesso a conduzione familiare, e del fenomeno del
sommerso.
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