giovedì, settembre 06, 2012

Torna ancora Passator Scortese: DELL'ANNUNCIAZIONE...


Le nozze di Canna… bis… bene… bravo… bis. Col permesso dei fascisti, degli amici e di Benito ovvero… Dell’Annunciazione Angelica e Marinara….“della Sacra dei Pecori Strippi e del miraculo  della Ricotta senza Latte.”
 In quel tempo dopo il Corso e  in attesa del Ricorso della Storia,   Lei si muoveva tra il fiume Belice e la Città devastata. Il mago Cipriano era lontano non faceva fatture e se le faceva erano false e in ogni caso emetteva e si pagava le sue. Mentre il sissore bancario s’Arrifardiava dimettendosi con regolare raccomandata con R.R.  lui, L’Angelo venuto dal mare (Marino) andò da Lei annunciandoci Le Dimissioni.


                        L’ANNUNCIAZIONE
“ Un angelo apparve  a Lei e le disse: “ Leù, Leù, Leù …Io sono troppo buono, troppo bello, per contrastare  con voi 4 forse 6. Per la quale ti annuncio che mi dimetterò in pari data con il bollo dell’Ufficio Postale”. Così,  dopo aver ben predicato l’Angelo prima di razzolare male, dopo tutti i comizi, le convention paesane cui aveva partecipato, realizzò di essere il più migliore e di non poter più oltre incugnare con i suoi compagni di processione medesimi che Lui e Lei avevano scelto. “Mi addimetto  perché …tengo famiglia e non da aora ma mi cci voglio dedicare a tempo pieno sacre-stie permettendo.” Ancilino, da bravo messaggero Malufirusu, affidò questa sua volontà alle Poste Taliane tanto per avere una arricevuta e chi sé visto…sé visto.
In quel tempo tra una incendio e un’altro Lei si muoveva sotto il Castello Sottano. Il fetore del fiume effondeva i suoi miasmi per il quartiere di San Niculò. Pensate che anche la Statua della Beddamatri, come direbbe il detenuto Cuffaro, aveva preso il sacro fazzolettino e si tappava il naso; tanto forte era la puzza del fiume che però confrontata con quella di alcuni politici locali era apparsa ad “Ancilino, il purissmo detto “sacrestia”, come “Chanel5”. L’immagine della Madre Santa, cara all’iconografia classica, democristiana,  appariva sofferente e splendente al tempo stesso dopo il restauro. Il fetore era fetente e fortissimo tanto che i devoti del santuario e gli angioletti si tenevano con le mani giunte il naso tra i polpastrelli dei sacri indici come pure le statuette in gesso del serpotta (che nel santuario non c’erano).  Lei, insieme ai suoi consulenti ed al Profeta Mariano I° era stata a “Lourdese”  senza calzari, per parlare con la Beddamatri; ma aveva trovato chiuso. Dopo aver parlato con la capitale dell’impero RRRRRRRRRRRoma e con i proconsoli, la Madre Santa, non solo si rifiuto di apparirgli  e fece chiudere i battenti, li diffidò dal tornare e smise di dettare messaggi ai Kossovari.  “Ditegli - fece scrivere nell’ultimo messaggio a Beddamatri –  di non tornare se prima non ha tolto la puzza dal santuario che si affaccia sul fiume puzzolente”. L’opera doveva essere realizzata dall’azienda “Acque Imputabili Siciliane” che investiva nell’acquedotto solo per clientele e rapinava con le sue bollette i cittadini complici che s’offrivano della sindrome di Stoccolma a tal punto che li avevano rivotati. In quel tempo, non c’era verso di fare ritornare l’acqua pubbrica con buona pace del Preferendum, di Nicola Cipolla e dell’altro comunistazzu tintu che faceva riferimento al Padre Nostro e a Crocetta. Nel paese, devoto alla Madre Santa, ai Mammasantissima, ed ai devotissimi fratuzzi della Mafalda, non si riusciva a cavare un ragno dal buco. Così mentre il Ragno (Spiderman) cercava di nascondersi il didietro per non essere tappato, il buco nella condotta non veniva attappato e da mesi perdeva acqua preziosa anche per San Niculò.
Così,  pensando le belle pensate fatte dagli amici che ad uno ad uno dopo Messina si arrifardiarono tutti, i devoti di  Lei  con un uomo di Lione (Gallia) tale Gian Da Lione   provarono financo a  fare la intrummatina dell’acquedotto fognario alla rete idrica per far  diminuire la puzza e diluire la melma bollente. Nonostante la sua pluriennale esperienza con gli amici e gli amici degli amici la cosa non Garbò al profeta Mariano I° che decise di andargli in sogno con una profetata interessata ad uno dei consulenti di Lei.

Primo avvertimento del profeta Mariano I° Primo a Lei ed ai suoi accoliti!

Grande “Stinco”! Attenta Lei!  E al  tuo amico Gian Da Lione + altri.  “Mi appare che astate preparando uno reato che tra duemila anni  si nomerà  “Peculatio  per distrai mento e/o truffamento ”. Ma noi stiamo attenti dissero tutti in coro! Come i nipotini di Paperino.
“Non mi appare - disse Mariano Primo – So che Mimmo dal Grande Stinco, disse che i piccioli ci sono ma di stare attenti ai Sbirri”.  (Anche se in lingue diverse la palora Sbirri anche in Aramaico attico aveva un solo significato… Scruscio di Catene.  Il parrino dal naso fino, Padre Pino, nella sinagoga-santuario  gettava anatremi ed arringhi…ava i fedeli.
Era intanto arrivato il mese caro all’imperatore  Agustu che con Rigusto è Capo D’Inverno. Allora  Lei,  Mariano I° , Gian Da Lione,  Ciro Nutella, senza  L’Angelo venuto dal Mare si preparavano al triplice miraculo……… l’ultimo? Ma improvvisamente  con una raccomandata R.R.  anche Lui  sparì  come un suo nannAvo…. Vanni Marinu.  Lei, fu invitata alle nozze con i suoi amici  in una località vicino Partinico, detta Canna due volte (Canna Bis). Nel più bello della giuntata mentre da buoni Democristi stavano mangiando  videro  che il padre della  sposa Ninuzzu Al Iannazz un riccooooo mercante arabo era in difficoltà. I camerieri avevano finito la ricotta. La zabbina di pecora strippa era un piatto delicato, pieno di colostro che discioglieva i villi dell’intestino e aveva un effetto tipicamente lassativo……… Faceva cacare. Niente Zabbina e fine Zabbobbia sarebbe stata una Malafiura!”: “Hanno finito il latte di pecora per fare la Zabbina”.  Come fare per fare la “Sagra della Ricotta”?...Pensò l’arabo......
Mariano disse…… non è ancora venuto il mio tempo. E non posso fare miraculi ma solo profetate a posteriori anche perché Le pecore sonno Strippe”  “E non possiamo mungere i Becchi”.
Qualcuno tra gli apostoli pensò di fare intervenire un luminare sguizzero  (Tubo di lume). Tale:  Leo Cri Shi One,  che durante il regno di Nicculò voleva risolvere con Enzo Zabbina e i sinistri, alleati   in piena  Està i Probremi della città già allora devastata con la Zabbina appunto e le arance agostane di Corleone (mai esistite come la ricotta di pecore strippe nda). “ Minchiate! pensò Mariano I° che era apostolo ma non scemo. “Potremmo, ad esempio  in attesa dell’accompagno e che sia inventata l’In.P.S  chiamare uno che con le Pecore ci sa fare – disse Car Letto Vint a  Loro (a tia sulu - NDA) – Il pensionatore pensava ad uno Stregone  degli Animali che operava nella vicina Chiusa di Betania. Era costui un tipo vicino al mondo agropastorale: un cerusico alla buona,  ma, con tutta la buona volontà  la realtà era  dura non c’era verso di mungere i “pecori strippi” anche con le più moderne tecnicologie di magia. Così gli amici  organizzarono il primo miracolo. 4000 dracme furono date alla Chiusa di Betania e girate come un assegno ad  una Bovaria della Città Armentizia ”.  Lei invocò il padre Ninuzzu Ha Iann Azz  e disse all’apostolo Ciro Schiripiripinzi, detto il  Greco,  di  capitare almeno   un litro di latte di pecora strippa….  Chiusa Lino che lo avrebbe benedetto e mortipricato miscelandolo con l’Acqua di San Niculò”.
Il probrema restava ma Mariano I° aveva fede. Invocò i Nann’avi degli Amici  e il padre Niculò Niculò. E fu così che durante il banchetto riempirono gli Otri ed i Pitoi con il litro di Latte di Pecora strippa Chiusalina diluito in acqua di Lourdese mischiata con quella di San Niculò, vi aggiunsero come al solito  Acqua Benedetta salata con sale inglese ed il miracolo avvenne. Quando buttarono il latte miracoloso misto al colostro  di Pecora incinta  nel siero  bollente, la ricotta affiorò copiosa”- e i cittadini ne mangiarono a sazietà.” Come mai? – dissero gli ospiti ad agosto c’è latte e ricotta?  C’era  stato forse un miracolo? Avvenne così la moltipricazione del latte e dell’IR*PF senza che se ne accorgesse nessuno”.                                                                                                                          

 Si evitò una Malafiura gigantesca a Ninuzzu Al Iannazz  e  Così fu salva la Sacra. Il popolo  assistette senza accorgersene al primo miracolo: la sparizione di 4000 Sesterzi. Che da una località di Betania arrivarono in Città e diventarono evanescente Ricotta di Pecore Strippe. Mariano I° era soddisfatto e sudato “Natranno -  disse -  facciamo una sacrestia Sacra come a Busacchino che Anno la cipolla, a Roccamela che Anno il Mulune Purceddu a Partinico che hanno bissato la Canna e non come qua che abbiamo solo i Purceddi senza i Muluna e i Pecori Strippati senza Latte e le Canne non bissate”. Si evitò la malafiura grazie al Miraculo dell’acqua fitusa trasformata in Latte.
Lei capì che tutto è bene quel che finisce bene e che  finchèlabarcava lasciala antare  ma anche che doveva evitare di pregare troppo a San Niculò.
 “Il rischio è grante…..diesse Mariano I°…. se si sveglia Cipriano o se quelli di “Non ci vedo” aprono gli occhi ci ritroviamo tutti a vendere muluna rossi sulle rive del Belice sinistro con una molletta nel naso!”.
Questo accadeva prima della venuta di Mariano VI° che venne dopo il V° dopo il IV°, dopo il III° e il secondo senza Contorno che non era stato eletto a Busacchino nel 2012. Avanti popolo. Intanto la raccomandata dell’Angelo del mare non si trovò per giorni. Questo gettò l’angoscia tra gli apostoli che cercavano la ricevuta. Un consigliori disse “perché non facciamo finta di riceverla nel 2017? C’e stata posta recapitata anche dopo trent’anni……….perchè non può accadere ancora? E aspettiamo che finisce la Consigliatura?  Noi intanto non apriamo buste e non apriamo a nessuno anche se il postino bussa due volte. Teniamo chiuso tutto, chiudiamo tutto e non apriamo niente”.  Ma la posta arrivò uscì l’angelo puro e trasì Vincenzino Labruzzo. Così andava in illo tempore da Betania al tempio di Niculò  e mentre la puzza aumentava tanto che L’Angelo del Mare che era abituato all’aria pura sentì sciavuru d’abbruscu e si mandò per sicurezza altre 20 raccomandate dove diceva a tutti  “è stato un piacere tanti saluti  alla sacrestia e alla  bella compagnia”  mentre con la mano sinistra anche lui come gli altri “angioletti” si attappava i naschi ma non per il fetore del Fiume fognario.
Scusate!...
Il Passator Scortese

1 commento:

Anonimo ha detto...

grande!! un bel modo per raccontare le gesta di questa "barca sfasciata"....purtroppo non sarà mai capita dai bigotti locali che hanno voluto questa gente al comune