di DINO PATERNOSTRO
SCIACCA - In Sicilia l’antimafia è antica quanto la mafia. È nata, infatti, come immediata reazione delle forze popolari all’oppressione che Cosa Nostra aveva cominciato ad esercitare sulla società. Per circa un secolo (dalla seconda metà dell’Ottocento alla seconda metà del Novecento), è stata un’antimafia animata dal movimento contadino, organizzato dalla Cgil e dalle forze della sinistra. Un secolo di scontri, a volte durissimi, nel corso dei quali furono assassinati tanti dirigenti di quel movimento, ma anche tanti semplici contadini, tanti uomini, donne e bambini.
SCIACCA - In Sicilia l’antimafia è antica quanto la mafia. È nata, infatti, come immediata reazione delle forze popolari all’oppressione che Cosa Nostra aveva cominciato ad esercitare sulla società. Per circa un secolo (dalla seconda metà dell’Ottocento alla seconda metà del Novecento), è stata un’antimafia animata dal movimento contadino, organizzato dalla Cgil e dalle forze della sinistra. Un secolo di scontri, a volte durissimi, nel corso dei quali furono assassinati tanti dirigenti di quel movimento, ma anche tanti semplici contadini, tanti uomini, donne e bambini.
Basti pensare a personaggi come
Lorenzo Panepinto a S. Stefano Quisquina (1911), Bernardino Verro a Corleone (1915),
Nicolò Alongi a Prizzi (1920), Nicolò Azoti a Baucina (1946), Accursio Miraglia
a Sciacca (1947), Epifanio Li Puma a Petralia Soprana, Placido Rizzotto a
Corleone, Calogero Cangelosi a Camporeale (1948); e poi ancora Salvatore
Carnevale a Sciara (1955) e Carmelo Battaglia a Tusa (1966). Insieme a loro, le
tante vittime delle stragi di cui è costellata la storia della Sicilia: da Caltavuturo
a Giardinello, da Lercara Friddi a Pietraperzia, da Gibellina a Marineo, da
Santa Caterina Villarmosa a Troina e a Modica. E, infine, la famosa strage di
Portella della Ginestra del 1° maggio 1947. Tanti, troppi caduti, i cui nomi
rischiano ormai di essere dimenticati dalla società civile siciliana e dalla
stessa Cgil. Ma, proprio per impedirlo, la Flai-Cgil siciliana ha organizzato
una due-giorni per ricordarli tutti, leggendo uno dopo l’altro i nomi dei
caduti. Si è cominciato quest’anno, il 27 settembre, a Sciacca, patria di
Accursio Miraglia, alla presenza dei familiari delle vittime, del segretario
generale nazionale della Flai Stefania Crogi. «Per la nostra organizzazione – ha
detto Salvatore Tripi, segretario generale della Flai Sicilia, che aprirà i
lavori – è un dovere coniugare la memoria dei nostri caduti nella lotta contro
la mafia con l’impegno antimafia di oggi. Infatti, abbiamo ricordato i caduti,
ma anche lanciato la campagna per la raccolta delle firme sulla legge di
iniziativa popolare che riguarda le aziende sequestrate e confiscate alla
mafia». Memoria e impegno, quindi, in questa giornata siciliana, che il sindacato
vuole ripetere ogni anno, come un appuntamento fisso. E per dare ulteriore
concretezza e contenuti ideali all’iniziativa, la Flai ha invitato anche tutte
le cooperative sociali che lavorano sui terreni confiscati alla mafia. Dalla
“Lavoro e non solo” alla “Placido Rizzotto”, dalla “Pio La Torre” alla “Rosario
Livatino”. E il pranzo è stato allestito con i prodotti di queste cooperative,
che hanno una vitamina in più: la vitamina “L” della Legalità. A cucinarli sono
stati gli studenti dell’Istituto alberghiero di Sciacca, che hanno condiviso in
questo modo un percorso di antimafia sociale, capace di riscattare la Sicilia.
Infatti, la nascita di queste cooperative sociali, i cui soci lavorano sui
terreni dove, fino a pochi anni fa, scorazzavano indisturbati i boss della
mafia, rappresenta una svolta nel modo di fare antimafia. Dimostra, infatti,
che l’antimafia può creare lavoro e sviluppo nella legalità e può offrire un
futuro diverso e migliore alle nuove generazioni.
Dino Paternostro
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L'ELENCO DEI CADUTI I CUI NOMI SONO STATI LETTI A SCIACCA
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L'ELENCO DEI CADUTI I CUI NOMI SONO STATI LETTI A SCIACCA
► 20 gennaio 1893, Caltavuturo (Pa), 11
caduti durante una manifestazione dei braccianti agricoli e dei contadini poveri
del fascio, che chiedevano la divisione delle terre demaniali: Giovanni Ariano
di 28 anni, Giuseppe Bonanno di 28 anni, Calogero Di Stefano di 22 anni,
Vincenzo Guarnieri di 18 anni, Mariano Guggino di 45 anni, Nicolò Iannè di 60
anni, Giuseppe Modaro di 34 anni, Giuseppe Renna di 30 anni, Pasquale Cirrito
di 17 anni, Liborio Frisa di 38 anni, Francesco Inglese di 68 anni.
► 10 dicembre 1893, Giardinello (Pa),
durante una manifestazione contro le tasse, promossa dalla sezione del Fascio,
vengono uccise
11 persone.
► 25 dicembre 1893, Lercara Friddi (Pa),
durante una manifestazione contro le tasse, organizzate della sezione del
Fascio, vengono uccisi
7 manifestanti.
► 1° gennaio 1894,
Pietraperzia (Enna), 8 caduti durante una manifestazione organizzata
dal fascio contro le tasse comunali.
► 2 gennaio 1894,
Gibellina (Tp), 14 caduti durante una manifestazione del
fascio contro le tasse comunali.
► 3 gennaio 1894,
Marineo (Pa), 17 caduti durante una manifestazione del fascio
contro le tasse comunali: Concetta Lombardo Barcia di 40 anni, Giorgio Dragotta di
26 anni, Matteo Maneri di 36 anni, Filippo Barbaccia di 65 anni, Giovanni Greco
di 34 anni, Antonino Francaviglia e Filippo Triolo di 43 anni, Ciro Raineri di
42 anni e Michele Russo di 25 anni.
Morirono nei giorni successi Anna Oliveri di 1 anno, Maria Spinella e Antonino Salerno entrambi di 2 anni, Giuseppe Daidone di 40 anni, Antonino Manzello di 32 anni, Giuseppe Taormina di 46 anni, Cira Russo e Santo Lo Pinto di 9 mesi.
Morirono nei giorni successi Anna Oliveri di 1 anno, Maria Spinella e Antonino Salerno entrambi di 2 anni, Giuseppe Daidone di 40 anni, Antonino Manzello di 32 anni, Giuseppe Taormina di 46 anni, Cira Russo e Santo Lo Pinto di 9 mesi.
► 5 gennaio 1894, Santa
Caterina Villarmosa (Cl), 14 caduti durante una manifestazione del
fascio contro le tasse comunali.
► 18 febbraio 1898,
Troina (Ct), vengono uccisi 5 persone durante una manifestazione
contro l’aumento del prezzo del pane.
► 22 febbraio 1898,
Modica (Rg), altri 5 lavoratori vengono uccisi perché
manifestavano contro il carovita.
► 14 ottobre 1905,
Corleone (Pa), LUCIANO NICOLETTI, bracciante agricolo allievo
di B. Verro fin dai tempi del Fascio, impegnato nella lotta per le affittanze
collettive.
► 13 gennaio 1906,
Corleone (Pa), ANDREA ORLANDO, consigliere comunale
socialista, impegnato nella lotta per le affittanze collettive.
► 16 maggio 1911, Santo
Stefano Quisquina (Ag), LORENZO PANEPINTO, dirigente del movimento dei
Fasci dei lavoratori di fine ‘800, impegnato nella lotta per le affittanze
collettive.
► 20 maggio 1914, Piana
dei Greci (Pa), MARIANO BARBATO e GIORGIO PECORARO, dirigenti
socialisti del movimento contadino e bracciantile.
► 3 novembre 1915,
Corleone (Pa), BERNARDINO VERRO, dirigente del movimento
contadino sin dall’epoca dei Fasci di fine ‘800, fondatore della cooperativa
“Unione agricola”, impegnato nelle affittanze collettive, primo sindaco
socialista di Corleone.
► 29 gennaio 1919,
Corleone, GIOVANNI
ZANGÀRA, assessore socialista della giunta di B. Verro, dirigente del
movimento contadino e bracciantile.
► 6 luglio 1919,
Resuttano (CL), COSTANTINO STELLA, prete sociale, impegnato a
favore dei contadini e dei braccianti, era stato accoltellato il 29 giugno sulla
porta di casa.
► 22 settembre 1919,
Prizzi (Pa), GIUSEPPE RUMORE, allievo di Nicolò Alongi, segretario
della Lega dei reduci e combattenti.
► 27 ottobre 1920, Vita
(Tp), GIUSEPPE MONTICCIOLO, capo lega del movimento contadino
e bracciantile.
► 19 dicembre 1919,
Barrafranca (Enna), ALFONSO CÀNZIO, presidente della Lega di
miglioramento, organizzatore delle lotte agricole per l’esproprio dei latifondi.
► 29 febbraio 1920,
Prizzi (Pa), NICOLÒ ALONGI, dirigente del movimento
contadino e bracciantile di Prizzi e della Provincia di Palermo.
► 30 settembre 1920,
Raffo di Petralia Soprana (Pa), PAOLO LI PUMA e CROCE DI GANGI,
consiglieri comunali socialisti.
► 3 ottobre 1920, Noto
(Sr), PAOLO MIRMINA, sindacalista socialista.
► 14 ottobre 1920,
Palermo, GIOVANNI ORCEL, dirigente del sindacato degli
operai metallurgici della Cgil, convinto sostenitore (con Nicolò Alongi)
dell’unità tra il movimento operaio delle città e il movimento contadino e
bracciantile delle campagne.
► 27 ottobre 1920, Vita
(Tp), GIUSEPPE MONTICCIUOLO, dirigente del movimento
contadino e presidente della Lega di miglioramento.
► 27 novembre 1920,
Gibellina (Tp), STEFANO CARONÌA, sacerdote e organizzatore
della locale sezione del Partito popolare, aveva contrastato fortemente la
mafia.
► 29 gennaio 1921,
Vittoria (Rg), GIUSEPPE COMPAGNA, consigliere comunale
socialista.
► 19 febbraio 1921, Salemi
(Tp), PIETRO PONZO, contadino socialista, presidente
della cooperativa agricola.
► 28 aprile 1921, Piana
dei Greci (Pa), VITO STASSI detto “Carusci”, presidente della
Lega dei contadini poveri e dei braccianti ed ex consigliere comunale
socialista.
► 4 maggio 1921, Piana
dei Greci (Pa), VITO CASSARÀ e GIUSEPPE CASSARÀ, militanti
socialisti.
► 16 gennaio 1922,
Paceco (Tp), DOMENICO SPATOLA, MARIO SPATOLA, PIETRO PAOLO
SPATOLA, protagonisti delle lotte nelle campagne.
► 16 febbraio 1922,
Dattilo (Tp), ANTONINO SCUDERI, consigliere comunale
socialista e segretario della cooperativa agricola.
► 10 giugno 1922, Erice
(Tp), SEBASTIANO BONFIGLIO, sindaco
socialista, organizzatore delle lotte contadine.
► 26 maggio 1944,
Regalbuto (Enna), SANTI MILISENNA, segretario della Federazione
comunista di Enna.
► 6 agosto 1944,
Casteldaccia (Pa), ANDREA RAJA, militante comunista e componente
del comitato di controllo sui granai del popolo.
► 28 marzo 1945,
Corleone (Pa), CALOGERO COMAIANNI, guardia campestre, che
aveva arrestato il giovane Luciano Liggio.
► 7 giugno 1945, Trabia
(Pa)
NUNZIO
PASSAFIUME, organizzatore delle lotte contadine e bracciantili.
► 11 settembre 1945,
Ficarazzi (Pa), AGOSTINO D’ALESSANDRIA, segretario della
Camera del lavoro, lottava contro il controllo mafioso dell’acqua dei pozzi
necessaria per l’irrigazione degli agrumeti.
► 18 novembre 1945,
Cattolica Eraclea (Ag), GIUSEPPE SCALÌA, segretario della Camera del
lavoro.
► 4 dicembre 1945,
Ventimiglia di Sicilia (Pa), GIUSEPPE PUNTARELLO, segretario
della sezione del Partito comunista, impegnato nelle lotte dei contadini e dei
braccianti agricoli.
► 7 marzo 1946, Burgio
(Ag), ANTONINO GUARISCO, segretario della Camera del
lavoro.
► 7 marzo 1946, Burgio
(Ag), MARINA SPINELLI, una passante, rimane uccisa nell’agguato
che costò la vita a Guarisco.
► 16 maggio 1946,
Favara (Ag), GAETANO GUARINO, sindaco socialista e
dirigente del movimento contadino e bracciantile.
► 28 giugno 1946, Naro
(Ag), PINO CAMILLERI, sindaco socialista e dirigente
del movimento contadino e bracciantile.
► 22 settembre 1946,
Alia (Pa), GIOVANNI CASTIGLIONE e GIROLAMO SCACCIA, militanti del
movimento dei lavoratori delle campagne, muoiono a seguito di una bomba che fa
saltare in aria la casa del segretario della Camera del lavoro dov’erano
riuniti per preparare l’occupazione delle terre.
► 2 ottobre 1946, Santa
Ninfa (Tp), GIUSEPPE BIONDO, mezzadro iscritto alla
Federterra, lottava per l’applicazione della legge sulla divisione del prodotto
a 60 e 40.
► 2 novembre 1946,
Belmonte Mezzagno (Pa), GIOVANNI SANTANGELO, VINCENZO SANTANGELO e GIUSEPPE SANTANGELO,
impegnati nel movimento delle campagne, avevano costituito una cooperativa
agricola per l’assegnazione delle terre incolte.
► 25 novembre 1946,
Joppolo (Ag), GIOVANNI SEVERINO, segretario della Camera del
lavoro.
► 28 novembre 1946,
Comitini (Ag), PAOLO FERINO, contadino impegnato nella lotta
per la terra.
► 21 dicembre 1946,
Baucina (Pa), NICOLÒ AZOTI,
segretario della Camera del lavoro, organizzatore delle lotte contadine e
bracciantili.
► 4 gennaio 1947,
Sciacca (Ag), ACCURSIO MIRAGLIA, segretario della Camera del
lavoro, dirigente comunista.
► 17 gennaio 1947,
Ficarazzi (Pa), PIETRO MACCHIARELLA, militante comunista,
impegnato nelle lotte dei contadini e dei braccianti agricoli.
► 1° maggio 1947, Piana
degli Albanesi (Pa), strage
di Portella della Ginestra. Vengono uccisi: MARGHERITA CLESCERI, GIOVANNI GRIFÒ,
GIORGIO CUSENZA, CASTRENZE INTRAVÀIA, VINCENZINA LA FATA, SERAFINO LASCÀRI,
GIOVANNI MEGNA, FRANCESCO VICARI, VITO ALLOTTA, GIUSEPPE DI MAGGIO, FILIPPO DI
SALVO, VINCENZO LA ROCCA, VINCENZA SPINA, PROVVIDENZA GRECO.
► 9 maggio 1947,
Partinico (Pa), MICHELANGELO SALVIA, contadino, militante
comunista.
► 22 giugno 1947,
Partinico (Pa), GIUSEPPE CASÀRRUBEA e VINCENZO LO IACONO, militanti
della sinistra.
► 22 ottobre 1947,
Terrasini (Pa), GIUSEPPE MANÌACI, segretario della
Confederterra e militante del Pci.
► 4 novembre 1947, San
Giuseppe Jato (Pa), CALOGERO CAJOLA, militante del movimento
contadino e bracciantile, testimone della strage di Portella della ginestra.
► 8 novembre 1947,
Marsala (Tp), VITO PIPITONE, segretario della Confederterra,
impegnato nelle lotte contadine e bracciantili.
► 2 marzo 1948, Raffo
di Petralia Soprana (Pa), EPIFANIO LI PUMA, dirigente contadino delle
lotte per l’occupazione delle terre incolte.
► 10 marzo 1948,
Corleone (Pa), PLACIDO RIZZOTTO, segretario della Camera del
lavoro, dirigente socialista, ex partigiano e presidente dell’Anpi.
► 15 marzo 1948,
Corleone (Pa), GIUSEPPE LETIZIA, pastorello, testimone del
delitto Rizzotto.
► 2 aprile 1948,
Camporeale (Pa), CALOGERO CANGELOSI, segretario della
Confederterra.
► 7 agosto 1952,
Caccamo (Pa), FILIPPO INTILE, militante del movimento
contadino e bracciantile.
► 16 maggio 1955,
Sciara (Pa), SALVATORE CARNEVALE, dirigente sindacale,
impegnato nelle lotte contadine ed operaie della zona.
► 13 agosto 1955,
Cattolica Eraclea (Ag), GIUSEPPE SPAGNUOLO, dirigente del movimento
delle campagne e sindaco comunista del paese.
► 20 settembre 1960,
Lucca Sicula (Ag), PAOLO BONGIORNO, dirigente del movimento
contadino e bracciantile.
► 24 marzo 1966, Tusa
(Me), CARMELO BATTAGLIA, assessore comunale
socialista, dirigente della cooperativa “Risveglio alesino”.
(Elenco
redatto sulla base della documentazione esistente, a cura di Dino Paternostro)
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