Si è
chiusa a San Vito Lo Capo con un bilancio di circa 250 mila visitatori la
quindicesima edizione del Cous Cous Fest, il festival internazionale
dell’integrazione culturale, organizzato dal Comune di San Vito Lo Capo in
collaborazione, da oltre dieci anni, con l’agenzia di comunicazione Feedback.
Per una settimana nella cittadina del trapanese è andata in scena una festa non
solo di musica, degustazioni e spettacoli ma anche di culture. E’ anche
attraverso il cibo, infatti che popoli, religioni e etnie diversi possono stare
insieme e nutrirsi reciprocamente attraverso lo scambio e il confronto. E’ la
“magia” del cous cous, piatto povero nato nei deserti del Maghreb, diventato a
San Vito Lo Capo simbolo di pace e integrazione.
E’ stato un compleanno da
ricordare quello della rassegna sanvitese che quest’anno ha spento 15 candeline
con un programma che ha visto la presenza di grandi ospiti, come Edoardo Bennato, Fiorella Mannoia,
Goran Bregovic, Mario Venuti, Vladimir Luxuria, Andy Luotto e Fede&Tinto.
Il pubblico ha premiato un
programma qualificato che quest’anno ha ospitato anche la Giornata europea della cooperazione
territoriale, promossa dalla Commissione Europea e organizzata
dal Programma Interact in tutta Europa per diffondere i principali risultati
della cooperazione territoriale, evidenziando il valore aggiunto del contributo
dell’Unione Europea allo sviluppo dei territori e al benessere delle
popolazioni coinvolte.
“Siamo fieri di questo risultato
– ha detto Matteo
Rizzo, sindaco di San Vito Lo Capo – che conferma il Cous Cous
Fest come uno degli eventi di maggiore rilievo nel panorama nazionale. La
manifestazione ha un’identità forte e molto qualificata, la sua fama è sempre
crescente e attira turisti da tutto il mondo. Gli “ingredienti” su cui si basa
sono semplici ma unici: integrazione, pace e amicizia che creano a San Vito Lo
Capo un’atmosfera speciale”.
Sono stati oltre 38mila i ticket di degustazione
venduti durante i cinque giorni, record storico di incassi di una
manifestazione che vede coinvolte nell’organizzazione 400 persone tra chef,
autisti, personale di sala, hostess, sommelier, addetti al villaggio e alla
sicurezza, accompagnatori e interpreti. Anche quest’anno è stata grande
l’attenzione mediatica con articoli, tra gli altri, sulla stampa spagnola,
francese, tedesca e giapponese.
Ed oltre 10 mila litri di vino siciliano sono stati consumati al
villaggio gastronomico, insieme a quasi 2 mila litri d’olio, 6 tonnellate di
semola di grano duro e quasi 40 mila porzioni di dolce siciliano tra
cassatelle, cannoli e sfince. Il centro storico di San Vito Lo Capo, complice
anche il caldo record che completava la suggestione africana, è stato invaso da
un fiume di visitatori e turisti: tantissimi gli stranieri, i russi, i
tedeschi, i danesi. Soddisfazione è stata espressa anche dai main sponsor
istituzionali, la multinazionale internazionale Electrolux, Unicredit, Bia
Italia Spa e Sicilconad.
“E’ il cous cous la star
della festa – ha detto Vladimir
Luxuria, tornata con passione a San Vito Lo Capo – noi siamo
solo contorni che servono a esaltarne il sapore. A dispetto dell’egoismo, della
speculazione e delle economie virtuali il cous cous è generosità e concretezza
di gusto che fa impazzire ogni papilla gustativa. Il cous cous, qui, non è in
crisi.” Le fa eco il giornalista Paolo
Marchi, al timone della giuria internazionale che quest’anno ha
premiato nuovamente la Francia, rappresentata dalla chef Alice
Delcourt, “il cous cous a San Vito è una religione. In questa cittadina il
Cous Cous Fest, con i suoi cento volti e i milioni di sorrisi, permette a tutti
di capire quanto è vivo e profondo il mondo, profumato da questa bontà che la
cucina creativa contemporanea ancora sfiora. Ho colto uno spirito allegro e un
impegno diffuso perché la stagione turistica duri il più a lungo possibile,
tanto per sfatare tanti luoghi comuni sul Meridione d’Italia. Ci sono posti al
Nord che dovrebbero andare a lezione dai sanvitesi. Qui si vive e altrove si
vivacchia, che è un po’ morire”.
SiciliaInformazioni.it, 30 settembre 2012
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