Luigi de Magistris |
Sindaco,
partiamo proprio da qui. A che punto siamo col suo soggetto politico?
«Sgombriamo subito il
campo da equivoci: il mio non sarà un partito ma un luogo di partecipazione, un
movimento che tenterà di mettere in relazione le realtà presenti sui territori,
dalle esperienze di economia dal basso alle lotte per i beni comuni. Farà
politica e cercherà di coinvolgere i disillusi. Parlerà di contenuti e non di
alleanze o tatticismi. Dialogherà coi partiti, sarà un plusvalore. A fine mese
presenteremo il manifesto e a metà ottobre costruiremo a Napoli la prima iniziativa
pubblica: mi interessa l’immagine del Quarto Stato, di un popolo in cammino per
cambiare il Paese».
Il
partito dei sindaci invece è morto sul nascere per le divisioni interne?
«Non è mai esistito
questo partito. C’è una rete dei sindaci che si sta sempre più stringendo e che
vuole far sentire la propria voce in campagna elettorale».
Che
ne pensa delle primarie? Vendola si dovrebbe candidare o meno?
«Le vere primarie in
Italia non le abbiamo mai conosciute. Negli Usa sono un momento di confronto
civile e di coinvolgimento popolare. Da noi sono un regolamento di conti
interni. Producono lacerazioni, non unità. Di queste primarie sono un
osservatore esterno, non mi suscitano passione e non sosterrò nessuno. Non mi
sento di dare consigli a Vendola».
Il
leader di Sel ha espresso il desiderio di paternità. Qual è il suo giudizio
sull’omogenitorialità? E sui matrimoni gay?
Sono temi su cui è
necessario quanto prima legiferare, si avverte un vuoto normativo che risulta,
oltre che ingiusto di principio, anche anacronistico essendo il Paese maturo
per una nuova stagione di diritti e piena democrazia. Appare insopportabile, ed
è comunque un tentativo monco, il ruolo di supplenza che le amministrazioni
locali in molti casi stanno portando avanti su questo fronte cercando di
colmare un gap legislativo nazionale: penso alla mia stessa città, ma ce ne
sono tante altre, e all’istituzione del registro delle unioni civili che
abbiamo varato. Credo sia giunto il momento di un pieno riconoscimento dei
diritti, quindi anche della possibilità di unirsi in matrimonio e di vivere la
genitorialità, per quelle coppie formate da persone dello stesso sesso. Piccola
parentesi: lo dico da cristiano, da cattolico, da uomo che crede e che tiene
sul suo comodino il Vangelo, che apprezzo ed amo anche per il carattere
rivoluzionario, per esempio in termini sociali, che da secoli esso veicola.
Cosa
si sente di dire a quella componente del Pd (Fioroni in primis) che invita
Vendola a rientrare nei “ranghi”?
Francamente incontro
una profonda difficoltà a capire la resistenza etica e morale su questo
discorso: il riconoscimento del matrimonio gay non è né una offesa né una
diminuzio di quello civile tra persone di sesso diverso. Paradossalmente trovo
molto meno cristiano il mantenimento dello stato attuale: l’esistenza di amori
di serie a e quelli di serie b che discrimina gli esseri umani e le persone
offendendone la dignità.
Più
volte ha attaccato il governo Monti. Il Pd ha scelto di sostenerlo e di
votare provvedimenti come il fiscal compact o la manomissione dell’articolo 18.
È possibile un dialogo coi democratici?
«Questo non è un
governo tecnico ma politico, sostenuto dai grandi partiti Pd-Udc-Pdl e
che sta attuando misure dolorose e non condivisibili. Potevo comprendere
l’opzione Monti per dare una “spallata” a Berlusconi, il problema è appoggiarlo
per quasi un anno: il Pd ha votato andando contro l’alternativa alle cricche e
alle ingiustizie sociali. Questo ragionamento nel Pd non è minoritario: molti
elettori – e anche dirigenti del partito – invocano una svolta e chiedono una
sinistra moderna. Il tempo stringe e il Pd deve accelerare i tempi per
smarcarsi dal montismo e assumere un nuovo volto. L’obiettivo è cercare un
percorso comune».
Intanto
si deve costruire l’alternativa?
«Certo. Vendola, Di
Pietro e gli altri devono rompere gli indugi – come fatto per i referendum
sugli articoli 8 e 18 – e lavorare per un nuovo soggetto antiliberista, aperto
a movimenti vari e realtà locali: penso alla Fiom, al popolo referendario per
l’acqua pubblica etc… Per il tipo di legge elettorale che stanno vagliando non
escludo nemmeno l’avvento di un Monti-bis, per arginare le forze del
cambiamento dal basso».
E
il leader di questa coalizione dell’alternativa chi potrebbe essere?
«Non faccio nomi. Dico
solamente che le persone sono importanti. In ballo c’è un’innovativa proposta
politica e bisogna capire su quali gambe si faccia camminare tutto questo. I
cittadini vogliono un volto nuovo, che trasmetta loro sicurezza».
De
Magistris?
«Non lascio Napoli. Ho
la mia missione politica: fare la rivoluzione governando».
La
Fiom potrebbe avere un ruolo determinante per la nascita di un nuovo soggetto?
«La Fiom è un
sindacato che ha ridato dignità alla classe operaia su temi fondamentali a
sinistra. Deve assolutamente partecipare alla costruzione dell’alternativa».
Lei
ha attaccato frontalmente Grillo accusandolo di avere dietro “poteri forti”. Ma
chi sono? Casaleggio è potere forte?
«Intendevo dire che
Casaleggio è una persona che non proviene dall’ambiente degli studenti, dei
centri sociali, della cooperazione dal basso. Ma dal mondo agiato, dai
cosiddetti poteri forti. Casaleggio conduce ed indica la linea politica.
Quel che è uscito fuori ultimamente – come il caso Favia e il problema della
democrazia interna al M5S – non fa altro che confermare le mie idee su
Grillo».
Da
ex-pm, cosa ne pensa del conflitto tra Napolitano e la magistratura? Chi ha osato
criticare il Quirinale è giusto venga tacciato di “populismo giudiziario”?
«Ho firmato petizioni
e sottoscritto il discorso di Roberto Scarpinato in via d’Amelio. Come non
stare con coloro che ostinatamente cercano verità scomode come i magistrati con
la “schiena dritta” che si stanno battendo per fare luce sulle inchieste di
Palermo? Inoltre Nicola Mancino è stato il presidente che ha presieduto quella
sezione disciplinare del Csm che mi ha “strappato” la toga da pm quando stavo
facendo il mio mestiere ed indagando. Una triste pagina».
Giacomo
Russo Spena
(24-09-2012)
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