(Telejato, editoriale del 23 agosto 2012): “In conclusione, dato che siamo già all'ora di pranzo, perché non organizzare una bella “pizziata”. Apprendiamo che la Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato in collaborazione con il Museo della ndrangheta di Reggio Calabria, e sostenuti dalla Regione Sicilia e dal Comune di Cinisi, organizzano una serie di iniziative del ciclo "Memorie di Mafia"”. Mangiamo una bella capricciosa senza carciofi ed intanto parliamo di Peppino Impastato, l'antimafia, a dire di Giovanni Impastato, si è ridotta ad una allegra pizza con gli amici, come un simposio nel quale dialogare e divertirsi, meglio un Peppino ai 4 formaggi o magari ai frutti di mare?? Qualche consigliere nostrano direbbe che bisogna unire l'utero al dilettevole. Al peggio non c'è mai fine!”
Finora abbiamo taciuto e nemmeno in questo caso vogliamo dare
adito alla polemica che da qualche tempo ci riguarda per le offese (le accuse
sono ben altro) rivolte nei nostri confronti dall'emittente Telejato. Soltanto
alcune precisazioni.
Sappiamo che esiste la possibilità di critica e di disaccordo
visto che, a volte, persino all'interno del nostro gruppo di lavoro esistono
malumori, discordanze, ecc. ma riteniamo che questo faccia parte delle dinamiche
di qualsiasi realtà e delle normali difficoltà di far collimare i diversi modi
di fare, di concepire, i diversi punti di vista e, soprattutto, dell'incapacità
a volte di smussare gli angoli e ridurre i difetti caratteriali di ognuno per
poter collaborare.
Spesso è difficile, nella baraonda degli
incontri e degli scontri tra persone, tenersi saldi e non perdere il senso del
proprio percorso ed evitare di distogliere gli occhi dalla meta.
Non è semplice occuparsi di antimafia, e,
generalmente, non è ripagante e nemmeno divertente. Significa camminare sul
filo del rasoio trattando di tematiche scabrose, avendo a che fare con quanto
di peggiore possa esistere nella società. Ed è davvero complicato conservare la
propria umanità e allo stesso tempo diventare capaci di rintracciarla in tutta
la “merda” con la quale abbiamo spesso a che fare.
Ma è così...se non crediamo in questo, nella
sensibilità che si può avere per gli esseri umani è inutile continuare. La
strategia, l'attacco (che può essere anche sottile e tagliente con l'uso
dell'ironia) è fondamentale, ma mai bisogna abbandonare il rispetto, per lo
meno quello umano. Scherzare sulla malattia, sul cancro di Provenzano, ad
esempio (sappiamo benissimo di chi stiamo parlando) come ci è accaduto di vedere
e di ascoltare proprio dai microfoni e dalle telecamere di Telejato qualche
tempo fa, o scherzare sull'attentato alla Pizzeria Impastato (quando è stato
detto “per forza devono dimostrare che è stato un incendio doloso”), non soltanto è
poco divertente, ma è anche spaventoso, angosciante, dal nostro punto di vista;
da farsi correre un brivido lungo la schiena. Se qualcuno crede di imitare
Peppino o chi come lui in questo modo, ha capito ben poco (non siamo noi a
dirlo, basta ascoltare le trasmissioni di Radio Aut per verificarlo), invece ha
di sicuro creato un suo stile, che certo eviteremo di seguire. Quanto è stato
detto sul nostro conto, quindi, non è il peggio che sia venuto fuori da quel
canale. Ma non possiamo predicare
bene e razzolare male. Troppo spesso soggetti della cosiddetta “antimafia” (che
ormai raccoglie di tutto e di più, persino la stessa mafia, come dimostra
quanto accaduto a Villabate qualche anno fa) si credono paladini, al di fuori
della portata di qualsiasi critica o di qualsiasi biasimo, autorizzati a fare
ogni cosa ed utilizzare ogni mezzo, che siano esponenti delle forze dell'ordine
o meno, finendo per gettarsi nella stessa “merda” che dicono di voler eliminare
con una straordinaria capacità di imitazione della disumanità.
Ciascuno ha il suo metodo, il suo modo di
procedere e noi seguiamo il nostro, che non è fatto solo di iniziative in
pizzeria, ma di continuità, di testimonianza, di rapporti con la gente comune
(anche e soprattutto di Cinisi), di riflessione politica con alle spalle
(abbiamo questa enorme fortuna) un'analisi sociologica e storica sul
fenomeno mafioso di altissimo livello come quella portata avanti dal Centro
siciliano di documentazione di Palermo.
Per quanto ci riguarda, quindi, diciamo soltanto questo: non siamo
liberi da errori, da sviste, da cattivi comportamenti (errare humanum est...) e
lasciamo libertà di campo a chi si diverte a lanciarci pietre (invece di
rivolgere lo sguardo altrove, dove troverebbe, forse, bersagli più adeguati),
come in una guerra tra fazioni che, in realtà, non esistono. Per il resto
alziamo lo scudo e andiamo avanti, aperti a qualsiasi proposta, critica
(sperando sia costruttiva) o suggerimento. Le ingiurie restano a chi le usa, se
l'altro si rifiuta di accoglierle.
Casa Memoria "Felicia e Peppino Impastato"
( 18 settembre 2012 )
Nessun commento:
Posta un commento