mercoledì, agosto 01, 2012

Corleone, campi di lavoro. Nella "TANA DEL LUPO" con Enrico Bellavia

Con Enrico Bellavia, nella "tana del lupo"
di MELISSA VASI
Domenica 29 Luglio,in via Francesco Crispi nella sede della Coop. Lavoro e non solo,a Corleone,si è tenuto un incontro con Enrico Bellavia,giornalista e scrittore interessato e impegnato nell'informazione contro la Mafia. La scelta di fare coincidere e svolgere questo incontro nella "TANA DEL LUPO",non è stata casuale,perchè non si tratta di un luogo qualunque,ma di un edificio che in passato apparteneva ad uno dei nipoti prediletti di "TOTO' RIINA",sicuramente frutto di Cosa Nostra e di traffici illegali. Oggi questa sede offre ospitalità a ragazzi provenienti da tutta Italia,coinvolti nel lavoro dei terreni confiscati alla Mafia.Ed è proprio a questi giovani che Enrico Bellavia si è rivolto,chiarendo i loro dubbi e rispondendo alle loro domande e a quelle di Pippo Cipriani.
Alla base di ogni interrogativo,facevano da fondamento e da sfondo tre domande in particolare :"Perchè non siamo ancora riusciti a distruggere totalmente e definitivamente la Mafia?","Perchè Mafia e politica,spesso e volentieri,vanno d'amore e d'accordo?"e,"Quali sono i rischi di un giornalista che sceglie di scrivere e di parlare di Mafia e antimafia?".Enrico risponde con chiarezza e prontezza,partendo dalle origini della Mafia in Sicilia ,dalle rivolte popolari e contadine che si opponevano ad uno stato di cui sentivano la mancanza,facendo riferimento agli "uomini d'onore" che,invece,a poco a poco,iniziarono ad estendere il proprio controllo su latifondi e territori,manipolando e sottomettendo la gente,ricorrendo alla violenza e,tentando un appoggio e una collaborazione con lo stato e le istituzioni.Ecco perchè la Mafia sopravvive avcora,dice enrico,perchè,al di là di ogni forma di violenza che può abbracciare,essa trova la sua chiave di espansione e di forza,nel potere.Il potere di guadagnare e ottonere di più,prima con lo spaccio di droga,poi,negli anni sessanta,durante il "boom economico",con il controllo dell'edilizia,del territorio,degli appalti pubblici.Una Mafia che,nel corso degli anni,si è fatta "amica" dello Stato e dei grandi politici,i quali,dietro il loro bello aspetto in giacca e cravatta,sono stati complici delle varie associazioni mafiose,che sono scesi a compromessi con loro,che hanno eliminato prove e camuffato processi,che hanno dato via libera a "Cosa Nostra",alla "Camorra",alla "ndragheta",alla "Sacra Corona Unita",con tutte quelle norme legislative che andavano a loro favore;una Mafia che ha impiantato le sue radici nello stato,e un governo che si è lasciato corrompere e intimidire da essa!Perchè ne sia diventato complice?Per arricchirsi economicamente e potenzialmente!Enrico ha spiegato anche come sia rischioso per un giornalista parlare di Mafia,per chi,però,vive nei piccoli paesi e incontra il mafioso "faccia a faccia",per strada,al bar,dal barbiere,e non tanto per chi vive nelle grandi città,e si scontra con la Mafia solo a Palazzo di Giustizia!Così,Enrico Bellavia ha potuto rendersi portavoce per questi ragazzi che ogni anno raggiungono Corleone per sapere e conoscere di MAFIA e ANTIMAFIA!

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