Con Enrico Bellavia, nella "tana del lupo" |
Domenica 29 Luglio,in
via Francesco Crispi nella sede della Coop. Lavoro e non solo,a Corleone,si è
tenuto un incontro con Enrico Bellavia,giornalista e scrittore interessato e
impegnato nell'informazione contro la Mafia. La scelta di fare coincidere e
svolgere questo incontro nella "TANA DEL LUPO",non è stata
casuale,perchè non si tratta di un luogo qualunque,ma di un edificio che in
passato apparteneva ad uno dei nipoti prediletti di "TOTO'
RIINA",sicuramente frutto di Cosa Nostra e di traffici illegali. Oggi questa sede offre
ospitalità a ragazzi provenienti da tutta Italia,coinvolti nel lavoro dei
terreni confiscati alla Mafia.Ed è proprio a questi giovani che Enrico Bellavia
si è rivolto,chiarendo i loro dubbi e rispondendo alle loro domande e a quelle
di Pippo Cipriani.
Alla base di ogni interrogativo,facevano da fondamento e da
sfondo tre domande in particolare :"Perchè non siamo ancora riusciti a distruggere
totalmente e definitivamente la Mafia?","Perchè Mafia e
politica,spesso e volentieri,vanno d'amore e d'accordo?"e,"Quali sono
i rischi di un giornalista che sceglie di scrivere e di parlare di Mafia e
antimafia?".Enrico risponde con chiarezza e prontezza,partendo dalle
origini della Mafia in Sicilia ,dalle rivolte popolari e contadine che si
opponevano ad uno stato di cui sentivano la mancanza,facendo riferimento agli
"uomini d'onore" che,invece,a poco a poco,iniziarono ad estendere il
proprio controllo su latifondi e territori,manipolando e sottomettendo la
gente,ricorrendo alla violenza e,tentando un appoggio e una collaborazione con
lo stato e le istituzioni.Ecco perchè la Mafia sopravvive avcora,dice
enrico,perchè,al di là di ogni forma di violenza che può abbracciare,essa trova
la sua chiave di espansione e di forza,nel potere.Il potere di guadagnare e
ottonere di più,prima con lo spaccio di droga,poi,negli anni sessanta,durante
il "boom economico",con il controllo dell'edilizia,del territorio,degli
appalti pubblici.Una Mafia che,nel corso degli anni,si è fatta
"amica" dello Stato e dei grandi politici,i quali,dietro il loro
bello aspetto in giacca e cravatta,sono stati complici delle varie associazioni
mafiose,che sono scesi a compromessi con loro,che hanno eliminato prove e
camuffato processi,che hanno dato via libera a "Cosa Nostra",alla
"Camorra",alla "ndragheta",alla "Sacra Corona
Unita",con tutte quelle norme legislative che andavano a loro favore;una
Mafia che ha impiantato le sue radici nello stato,e un governo che si è
lasciato corrompere e intimidire da essa!Perchè ne sia diventato complice?Per
arricchirsi economicamente e potenzialmente!Enrico ha spiegato anche come sia
rischioso per un giornalista parlare di Mafia,per chi,però,vive nei piccoli
paesi e incontra il mafioso "faccia a faccia",per strada,al bar,dal
barbiere,e non tanto per chi vive nelle grandi città,e si scontra con la Mafia
solo a Palazzo di Giustizia!Così,Enrico Bellavia ha potuto rendersi portavoce
per questi ragazzi che ogni anno raggiungono Corleone per sapere e conoscere di
MAFIA e ANTIMAFIA!
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